Liceo Tasso: sabato sì, sabato no

Riflettendo

Se non avessimo letto l’editoriale di Marco Demarco, pubblicato ieri sul ‘Corriere del Mezzogiorno‘, quotidiano da lui diretto, non ci saremmo resi disponibili a commentare la proposta del dirigente scolastico del nostro liceo ‘ Tasso ‘, finalizzata a realizzare la cosiddetta settimana corta, concentrando le attività didattiche dal lunedì al venerdì senza rientri pomeridiani. Non l’avremmo fatto per una duplice motivazione: l’avere svolto per circa trentacinque anni l’attività di dirigente scolastico e di dirigente tecnico del Ministero dell’Istruzione e, soprattutto, perché il caso vuole che il proponente, ottimo professionista, sia anche il padre di Mara Carfagna ministro delle Pari Opportunità.

Va subito evidenziato, infatti, che la proposta, ampiamente collaudata anche in diverse scuole della nostra regione, non presenta affatto il carattere dell’eccezionalità e che, pertanto, la ricaduta mediatica prodotta dalla stessa vada collegata prevalentemente al fatto che il professore Salvatore Carfagna sia anche il fortunato genitore di un ministro intelligente, attivissimo, impegnato in questi giorni a presiedere un forum internazionale di straordinario interesse sul delicato tema della violenza sulle donne.

Le nostre considerazioni, allora, intendono star lontane sia dal vizio ideologico sia da inesistenti motivazioni di carattere economico chiamate in causa da Demarco come ricorrenti obiezioni espresse contro l’ipotesi avanzata dal dirigente scolastico e al vaglio questa mattina del consiglio di istituto, organo collegiale deputato alla definitiva decisione.

Va innanzitutto precisato al molto contenuto nucleo di nostri lettori che sul tempo scuola da anni si gioca nel nostro Paese una non proprio nobile partita: sono, infatti, ben 5 milioni le ore che i docenti delle scuole secondarie di secondo grado sottraggono annualmente al loro impegno di servizio a seguito di arbitrarie contrazioni d’orario che il legislatore concede soltanto per casi eccezionali al fine di rendere possibile un non tardivo rientro a casa degli studenti residenti in località lontane dalla sede scolastica e non collegate da funzionali servizi di trasporto.

Purtroppo anche al liceo Tasso, fino all’anno scorso, si è andati avanti con l’orario contratto, per niente giustificato da serie motivazioni riguardanti l’utenza. Soltanto a metà anno scolastico sono state inventate, a copertura del tempo sottratto alle singole ed obbligatorie discipline del curricolo, delle attività opzionali. Se, come crediamo, il dirigente Carfagna, rispettoso esecutore della norma, darà vita ad un calendario quotidiano e settimanale delle attività curriculari in cui l’unità oraria è di 60 minuti effettivi, occorre riflettere sulla reale produttività di un processo di insegnamento – apprendimento della durata di cinque – sei ore al giorno con l’avvicendamento di discipline tutte di alta dignità speculativa.

Si sa che la nostra scuola quasi sempre opta per una didattica di taglio logocentrico, scarsamente orientata al problem solving e alle conseguenti attività laboratoriali. Verifiche internazionali e ricerche attendibili confermano che una didattica unidirezionale e trasmissiva, non rispettando la soglia d’attenzione piuttosto limitata del destinatario, impegna notevolmente le pur valide energie cognitive del docente senza, però, produrre pieno, attivo, significativo coinvolgimento del discente. Una preoccupazione da non eludere, dunque, riguarda il profitto che si può ottenere con un molto impegnativo curricolo concentrato fittamente in appena cinque mattinate.

La proposta, infine, chiama in causa la duplice questione dell’auspicata ricomposizione della famiglia per un fine settimana più lungo e la gestione del più ampio tempo libero da parte dell’adolescente e del giovane liceale. Sul primo punto esprimiamo forti perplessità: sull’incerto, debole itinerario educativo dei nostri ragazzi incide sensibilmente e, in misura sempre più negativa, una famiglia quasi sempre rinunciataria ai suoi obblighi formativi che pure sono prescritti dalla Carta Costituzionale. Frammentazione al suo interno, frequente presenza stabile di una sola figura parentale, ricorrente atteggiamento giovanilistico da parte degli adulti, oggettive difficoltà nella costruzione e nel consolidamento di una interlocuzione significativa tra genitori e figli costituiscono ostacoli non secondari alla realizzazione di un clima familiare settimanalmente impegnato a consolidare rapporti e ad arricchire le identità personali dei singoli suoi componenti.

Di conseguenza non va escluso il timore che l’allungamento del tempo di disimpegno settimanale dagli obblighi della frequenza scolastica per molti allievi possa rappresentare una provocazione in più per approdare all’uso sempre più crescente di alcool e ad altre forme di edonismo prive di senso. La proposta Carfagna merita, comunque, attenzione.

Il dirigente del liceo Tasso potrebbe avvalersi del ‘Patto educativo di corresponsabilità ‘, previsto dal recente ‘ Statuto delle studentesse e degli studenti ‘, per far sottoscrivere alle singole coppie dei genitori, così come previsto dalla legge, una dichiarazione aggiuntiva nella quale gli stessi assumono impegno a trascorrere l’intero fine settimana, dal venerdì pomeriggio al lunedì mattina, col figliolo o con la figliola utente della scuola.

Sarebbe questa, davvero, una straordinaria, possibile innovazione che farebbe testo e consentirebbe di verificare a distanza i benefici prodotti da un clima familiare emotivamente più intenso e trasparente, fortemente coeso, seriamente impegnato con l’istituzione scolastica a sostenere il non semplice percorso di costruzione e di rafforzamento dell’identità personale e della cittadinanza attiva del figlio – allievo.

Ambrogio Ietto

( Pubblicato su ‘Il Nuovo Salernitano ‘ di Venerdì 11 Settembre 2009 )

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