LA SCUOLA TRA AUTONOMIA ED ANARCHIA

22 Settembre 2009

 

                                                                           

LA SCUOLA TRA AUTONOMIA ED ANARCHIA

 

Non accogliere l’invito del Ministro Gelmini a dedicare

un minuto di silenzio ai sei caduti di Kabul è manifestazione

di strumentale intolleranza e di  offesa al senso civico

 

 

Anche se molto corrette e sentite le scuse del ministro Mariastella Gelmini, nei riguardi delle famiglie dei caduti dei sei militari italiani uccisi in Afghanistan, per la mancata attuazione del minuto di silenzio in loro ricordo da parte di non poche scuole, producono più un senso di rabbia che di condivisione.

Il comunicato stampa che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca  ha diffuso lo scorso 18 settembre informava che una nota del ministro ‘ invitava dirigenti, docenti, studenti e personale scolastico ad osservare un minuto di silenzio alle ore 12.00 di lunedì 21 settembre in concomitanza coi funerali di Stato dei sei soldati “. Pertanto l’iniziativa della Gelmini si collocava coerentemente nella delibera del Consiglio dei ministri che aveva dichiarato il 21 settembre giornata di lutto nazionale.

La mancata accettazione dell’invito del titolare del dicastero di viale Trastevere conferma quanto sia diffuso, all’interno del sistema scolastico italiano, il convincimento che, in nome dell’autonomia didattica, organizzativa e di ricerca, risulti moralmente lecito e legittimamente corretto fregarsene di quanto, con  sostanziale delicatezza, viene chiesto da chi è espressione del governo e, quindi, per norma ( lettera o – comma 3° – art. 1 – legge 15 marzo 1997, n. 59 ) è tenuto, rispettando le procedure previste, a richiamare i programmi scolastici che sono di esclusiva competenza dello Stato.

Ebbene, al di là delle più recenti ‘Indicazioni Ministeriali ‘ che ripropongono per ogni ordine e grado di scuola i valori richiamati dalla Costituzione, la legge n. 169/2008 impone l’insegnamento di ‘ Cittadinanza e Costituzione ‘ inserito nell’area disciplinare storico – geografica. Ancora più recentemente l’Atto di indirizzo del ministro dell’8 settembre scorso, previsto dal DPR 20 marzo 2009, n. 89, in un paragrafo intitolato ‘Cittadini di oggi e di domani ‘, nel richiamare l’odierna emergenza educativa, “lancia alla scuola la sfida della riaffermazione dei valori del senso civico, della responsabilità individuale e collettiva, del bene comune “ nel permanente rispetto della dignità della persona.

I dirigenti scolastici che hanno deciso di non raccogliere la sollecitazione ministeriale hanno commesso un’infrazione grave e non hanno titolo a farsi scudo col DPR n. 275 dell’8 marzo 1999 deputato a regolamentare l’autonomia didattica ed organizzativa delle singole istituzioni scolastiche. Essi, inoltre, nella maggioranza dei casi, hanno assunto la decisione senza il pronunciamento del collegio dei docenti, competente comunque a programmare l’azione educativa, e dello stesso consiglio di istituto, da coinvolgere nel caso specifico in considerazione dell’inevitabile ricaduta di natura etico – civile che il mancato accoglimento della sollecitazione ministeriale avrebbe prodotto tra la comunità civico -sociale di riferimento.

E’ evidente, dunque, che simili decisioni  hanno quale comune motivazione uno stupido protagonismo e sono condizionate da strumentali incrostazioni ideologiche. L’occasione, infatti, ha consentito, ad esempio, a Simonetta Salacone, ufficialmente dirigente delle scuole dell’infanzia e primaria ‘Iqbal Masih’ di Roma ma di fatto barricadiera di professione, di polemizzare in modo saccente con la stessa  Gelmini, motivando con argomentazioni  di comodo la mancata adesione alla sollecitazione ministeriale.

Ma, si badi bene, la Salacone ha fatto, per l’estrema sinistra, la consigliere di Municipio e la consigliere comunale a Roma e, grazie ai meriti acquisiti sul campo animando la protesta contro le innovazioni varate in epoca recente dal Parlamento in materia di scuola, ha trovato ospitalità, nelle ultime elezioni europee, nella lista ‘ Sinistra e libertà ‘ di Nichi Vendola. Ovviamente anch’ella è stata bollata dall’elettorato ed ha fatto la medesima fine dei suoi compagni di cordata.

La protestataria, convinta – a ragione – che il nostro Stato non ha dignità né autorevolezza, rivendica il suo diritto a fare l’anarchica e a non rispettare, in quanto funzionario dello Stato preposto al coordinamento e alla direzione di una scuola statale, quanto il ministro la invita a fare.

Ovviamente Mariastella Gelmini non osa nemmeno pensare ad attivare le procedure propedeutiche all’eventuale sanzione. Poverina, è da quando si è insediata che è al centro delle proteste. Ci mancherebbe anche quella relativa alla minaccia di sanzioni nei confronti dei dirigenti che, in nome di una malintesa autonomia delle scuole, si prendono il gusto di mandare a quel paese non solo il ministro ma anche le povere, giovani vittime di Kabul.

 

                                                                                        Ambrogio  Ietto

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