Ambrogio Ietto

 

Salerno, 5 Novembre 2009

UN CROCIFISSO CHE CONTINUA

 

 A FARE  SCANDALO

 

 

Ancora una volta viene chiamata in causa la scuola che ha già non poche difficoltà da affrontare nel suo impegno quotidiano. Di nuovo al centro del problema c’è la religione cristiano – cattolica e i suoi simboli. Nel giro di pochi mesi sono state riproposte le questioni relative alla valutazione di questo insegnamento, alla sua incidenza sui crediti formativi e all’ipotetica introduzione dell’ora di religione islamica in nome sempre del principio di uguaglianza e dell’opportunità di  prevenire ogni possibile negativo condizionamento per allievi di altra fede.

Ora è di turno la sentenza giunta da Strasburgo ove la Corte europea dei diritti dell’uomo ha accolto il ricorso di una famiglia italo – finlandese, residente  ad Abano Terme, che aveva ritenuto opportuno opporsi alla decisione della VI sezione del Consiglio di Stato pronunciatosi a favore del mantenimento del crocifisso nelle aule delle nostre scuole in quanto simbolo radicato nella nostra tradizione tanto da potergli attribuire un significato neutro e laico.

La motivazione della sentenza della Corte di Strasburgo riconosce, invece, al crocifisso una predominante identità religiosa. Di conseguenza la sua esposizione limiterebbe il diritto dei genitori di ‘ educare i loro figli in conformità con le proprie convinzioni e il diritto dei bambini di credere o di non credere ‘.

Come era da prevedersi questo pronunciamento, che per il momento non è esecutivo, ha generato l’entusiastico apprezzamento di tutte quelle espressioni culturali e giornalistiche del nostro paese che spingono per accentuare sempre di più il processo di laicizzazione. Tra i più entusiasti quel giudice di Camerino, Luigi Tosti, che si era rifiutato di tenere udienze a causa della presenza del simbolo religioso nelle aule del tribunale ove presta servizio. Il personaggio, già assurto alla notorietà nazionale per la grave decisione assunta, sospeso dal Consiglio Superiore della Magistratura, condannato nei primi due gradi di giudizio e poi definitivamente assolto dalla Cassazione, ha salutato festosamente questa sentenza, aggiungendo testualmente che ‘ l’Italia ha fatto la sua ennesima brutta figura ‘.

Non è mancato, ovviamente, l’intervento del segretario nazionale della Cgil Scuola, Mimmo Pantaleo, che ha evidenziato come ‘ la scuola italiana stia diventando sempre più confessionale ‘ e che ‘ una simile deriva va decisamente fermata ‘.

Dichiarazioni di questo tipo non possono che indebolire nel panorama europeo la posizione della stragrande maggioranza degli italiani che sostiene come questa sentenza ignori la nostra storia e i forti richiami valoriali collegati indissolubilmente al cristianesimo, volano determinante non solo per la nostra cultura ma per quella dell’intera Europa.

Il luteranesimo, il calvinismo, l’anglicanesimo e le altre chiese evangeliche, sparse dalla Scandinavia al centro del continente, testimoniano l’incidenza significativa che due millenni di cultura cristiana hanno prodotto sull’identità della stessa realtà europea.

I grandi Adenauer, Shuman, De Gaspari, nell’avviare il non semplice cammino che ha condotto poi all’ Unità Europea, convennero che l’idea forte alla base di questo processo dovesse essere rappresentata dalle migliaia di cattedrali presenti in tutti i centri abitati del continente.

Purtroppo un malinteso concetto di laicità spinge sempre di più verso un diffuso relativismo ed un nichilismo di comodo. Papa Giovanni Paolo II ha lasciato la sua vita terrena con l’amarezza profonda di non avere visto accolto il suo appello affinché la Costituzione europea richiamasse nel suo testo le radici giudaico – cristiane del continente.

La sentenza della Corte di Strasburgo non può non essere collegata a quel diniego i cui principali sostenitori furono la vicina Francia e il Belgio fiammingo – olandese. Il crocifisso, simbolo dell’amore di una persona che dà la sua vita per gli altri e che educa alla disponibilità e al sacrificio verso il prossimo, continua, dunque, a produrre scandalo in una società spietatamente orientata verso l’individualismo più marcato ed un vacuo edonismo fine a se stesso.

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