IL PROBLEMA DEL GIORNO

 

 

Ambrogio Ietto

 

DALLA NOTIZIA CIVETTA DELL’OBESITA’ INFANTILE

 

ALLA VERA MEDICINA PREVENTIVA

 

In gergo giornalistico un titolo dato ad una notizia assume la qualifica di ‘civetta’ quando riesce ad attirare immediatamente l’attenzione del lettore. Succede, così, che anche un direttore di quotidiano sufficientemente navigato qual è Gigi Casciello vada parzialmente in tilt  leggendo un flash d’agenzia dal titolo ‘ I bambini salernitani sono i più obesi d’Italia’ e chieda lumi a chi, come me, non è pediatra né nutrizionista e nemmeno medico di famiglia ma semplicemente un vecchio uomo di scuola che agli allievi in età evolutiva e alle problematiche pedagogiche ha dedicato e continua a dedicare buona parte della sua esistenza.

Dunque va subito attribuito un trenta e lode al presidente della cooperativa Mediservice il quale per annunciare l’evento di una tavola rotonda sul tema “ Il medico della buona salute “, in programma sabato prossimo nella stessa sede della cooperativa, anticipa che in quell’occasione si discuterà anche di una ricerca effettuata dal dipartimento di prevenzione collettiva dell’Asl di Salerno dalla quale emergerebbe l’ulteriore primato negativo, acquisito dalla nostra comunità, di avere i bambini tra gli otto e i nove anni più obesi d’Italia.

Dei particolari della ricerca si conosce un solo dato sicuramente allarmante: uno su due dei piccoli di questa età manifesterebbe spiccata tendenza all’obesità.

Meraviglia che di una rilevazione così importante condotta dall’Asl salernitana non vengano offerti dati ed avvertimenti mirati da parte dell’amico Domenico Della Porta, direttore dello specifico dipartimento “ Prevenzione” ed attento studioso di problematiche mediche collegate alla salute collettiva.

Comunque il problema esiste e già all’indomani della Conferenza Ministeriale Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità  di Istanbul di alcuni anni fa fu lanciato l’allarme sui futuri 15 milioni di bambini obesi che avrà l’Europa entro l’anno prossimo. Sono anni che finanche alcune multinazionali del settore agroalimentare come la Coca Cola e McDonald dichiarano di darsi da fare a tutela di una più corretta alimentazione per i nostri bambini. Come venga assicurato questo contributo è difficile saperlo in considerazione del fatto che ancora oggi condurre uno scolaretto al McDonald significa offrirgli una delle più desiderate ed appetitose pietanze certamente non composte dagli ingredienti della tanto decantata nostra dieta mediterranea.

In Italia si sta dando da fare con particolare impegno la Coldiretti  che ancora ieri, nel corso della ‘Giornata dell’Unione Consumatori ‘, annunciava l’attivazione di un progetto denominato “ Scuola e cibo “. In questa stessa sede il ministro dell’istruzione Gelmini anticipava, udite udite, la clamorosa novità di contatti avviati col presidente del Coni Gianni Petrucci per l’introduzione della ‘ lezione di ginnastica ‘ (sic! ) nel primo ciclo di istruzione ( scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado ) al fine di combattere la crescente obesità infantile. Meno male che anche i nostri pochi lettori sanno  che l’educazione fisica, ora battezzata “ Corpo, movimento, sport“ è da sempre disciplina organicamente inserita nel curricolo delle nostre scuole. Il problema vero si identifica con chi svolge questa attività didattica e sul come viene svolta.

La medesima considerazione va fatta per l’educazione ad una sana alimentazione, intervento formativo che andrebbe diretto permanentemente a tante mammine che, per fretta o per carenza di buona volontà, preferiscono risolvere il tutto col cibo spazzatura, costituito da merendine, bibite zuccherate, patatine, caramelle e pietanze contenenti coloranti ed aromatizzanti. Finanche la lontana Lettonia da anni ha disposto il divieto di vendita nelle scuole del cosiddetto ‘junk food’, letteralmente cibo stuzzicante ma non molto sano.

Infine una considerazione sull’impegno della sanità pubblica e delle tante associazioni mediche a favore della buona salute e della medicina preventiva. Salerno, la sua provincia e l’intero Mezzogiorno sono privi di una sanità che faccia della medicina scolastica e preventiva lo strumento primario per assicurare all’adulto di domani una vita più sana e alla comunità oneri molto più contenuti nella spesa sanitaria.

Nelle nostre scuole dell’infanzia e primaria manca il “ bilancio di salute “, vale a dire il controllo periodico sulle condizioni cliniche del piccolo allievo, vale a dire la valutazione globale del suo stato di salute inteso come benessere psico-fisico e sociale e non solo come assenza di malattia.

La redazione del “ bilancio di salute “ presuppone ciclica valutazione dello sviluppo psico-somatico con relativa compilazione della cartella sanitaria individuale e annotazione dei rilievi epidemiologici realizzati.

Ben venga allora il titolo civetta se si tratta di compiere una riflessione seria ed a più voci su un’effettiva azione di medicina preventiva a livello di età scolare.

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