Archivio per novembre, 2009

6 novembre 2009

 

 

Ambrogio Ietto

 

Salerno, 4 Novembre 2009

 

EXPOSCUOLA:

CINQUE DOMANDE AL PRESIDENTE CIRIELLI

 

 

Dai manifesti affissi sulle cantonate della città e dai riquadri pubblicitari apparsi sui quotidiani locali apprendiamo che oggi mercoledì 4 novembre si inaugura, presso il Campus universitario di Baronissi, la decima edizione di Exposcuola. Diverse sono le istituzioni pubbliche che hanno assicurato, anche per questa edizione della kermesse, contributi, patrocini o altre forme di partenariato.

Primeggia, però, il sostegno determinante dell’Amministrazione Provinciale di Salerno che ha ritenuto opportuno a tal fine tenere nei giorni scorsi, presso il Palazzo Sant’Agostino, anche una conferenza stampa illustrativa della manifestazione. Pertanto sembra doveroso all’estensore di questa nota, tenendo conto delle ricorrenti dichiarazioni rilasciate dal presidente dell’Ente on.le Cirielli a favore di una politica contraddistinta dal rigore etico e dalla lotta agli sprechi, formulargli alcune essenziali domande:

1 ) come è noto le competenze della Provincia in materia di scuola e di formazione sono regolate dal Testo Unico n. 267/2000 e dagli articoli 139 e 143 del decreto legislativo n. 112/1998. I predetti richiami normativi escludono in assoluto la possibilità per l’ente Provincia di intervenire in una materia che investe l’itinerario formativo degli allievi della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione.

La prevista competenza nel settore della scuola secondaria  di secondo grado riguarda esclusivamente la realizzazione e la manutenzione degli edifici scolastici ( ex legge n. 23 /96) e non anche il curricolo ed ambiti educativi specifici. Funzioni e compiti relativi alla formazione riguardano solo il comparto della formazione professionale che fa capo alla  legislazione regionale. Si deduce, quindi, che da nove anni ( questo è il decimo ), la Provincia ha investito e tuttora investe somme considerevoli per attività non rientranti nell’ambito della propria competenza.

Prima domanda:  un presidente che ha fatto della legalità un punto forte di riferimento della sua azione amministrativa intende perseverare in simili atti, formalmente illegali, compiuti per nove anni dai suoi predecessori?;

2 ) ammesso e non concesso che questo tipo di intervento possa essere giudicato legittimo, con decine e decine di edifici scolastici esposti a rischio sismico e con cinque milioni e mezzo di oneri annuali di fitto per locali privati impropriamente  destinati ad ambienti scolastici, è opportuno ed eticamente corretto riservare risorse consistenti ad una iniziativa di dubbia valenza pedagogica e didattica ?;

3 ) la Bimed ( Associazione Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo ), affidataria della manifestazione fin dalla prima edizione del 2000, quando  non si era ancora costituita come impresa Onlus ( l’iscrizione presso la Camera di Commercio di Salerno è datata 23/05/2001 ), ha goduto della fiducia cieca dell’Ente Provincia per ben dieci anni. Non risulta che siano state attivate gare pubbliche tra più offerenti.

Eppure un semplice dirigente scolastico, chiamato ad assicurare ai docenti un’esperienza formativa per la quale è previsto una budget ipotetico anche di soli 2.000 euro, secondo le indicazioni della Corte dei Conti, è tenuto ad indire una gara pubblica per scegliere la proposta che, per qualità e convenienza economica, venga giudicata la migliore. Le risorse finanziarie di cui ha goduto la Bimed in questo lungo lasso di tempo assommano ad alcuni milioni di euro.

L’Ente Provincia non è tenuto forse per questa materia a rispettare norme che valgono, invece, per tutte le pubbliche istituzioni?;

4 ) non risulta che la Bimed presenti particolari referenze in campo psico – pedagogico e didattico – metodologico. E’ pur vero che le finalità perseguite dal suo Statuto sono onnicomprensive di tutto lo scibile umano sia pure  riferito ai Paesi dell’area mediterranea. Non si trovano, però, nei percorsi formativi attivati negli anni suoi di vita, che sono inferiori a quelli di Exposcuola, attività di studio e di ricerca condotte in proprio che ne legittimano la scientificità e la necessaria ricaduta in campo pedagogico. Inoltre non si è a conoscenza della presenza e del funzionamento di un comitato tecnico – scientifico abilitato ad elaborare progetti o a verificare la bontà delle esperienze che vari gruppi, provenienti da diverse località d’Italia, presentano a partire da oggi ai ragazzi in visita al Campus. Si conosce, infatti, soltanto il nome del direttore artistico che, per essere anche presidente del Cral Poste Campania 2, deve essere stato o è tuttora dipendente delle Poste Italiane.

Il presidente della Provincia, entrato nel pieno delle sue funzioni soltanto all’indomani delle ultime elezioni di primavera, non ritiene che sarebbe stata opportuna una ricognizione sia pure essenziale di questa manifestazione per valutarne la rispondenza alle finalità dell’Ente, la ricaduta formativa ottenuta nelle precedenti nove edizioni e la congruenza tra costi e benefici?;

5 ) una lettura del bilancio 2008, depositato dalla Bimed e leggibile presso la Camera di Commercio, consente di apprendere che in nove anni di attività questa Associazione, nonostante i soci che ne fanno parte non abbiano ancora versato 1.988 euro di quote associative dovute, possiede immobilizzazioni materiali del valore lordo di euro 567.445. Da una recente dichiarazione del neo – presidente dell’Associazione si deduce che questo valore può essere attribuito al consistente patrimonio di opere d’arte di cui la Bimed dispone.

Il presidente Cirielli è a conoscenza del fatto che queste immobilizzazioni materiali sono state acquisite da un’impresa, riconosciuta ufficialmente come Onlus, nel giro di appena otto anni di attività il cui fiore all’occhiello è appunto Exposcuola?

UN GALANTUOMO

1 novembre 2009

                                                               

 

Salerno 30 Ottobre 2009

 

LA SCOMPARSA DELL’AVVOCATO

 

GIUSEPPE TEDESCO

 

IL RICORDO DI AMBROGIO IETTO

 

 

Atipico, inconsueto rapporto il nostro. Germogliò a metà degli anni sessanta in un contesto ambientale diverso sia dal mondo dell’avvocatura di sua specifica pertinenza sia da quello a me più familiare della scuola.

Ci conoscemmo, infatti, sulla spiaggia di Mercatello, presso il complesso balneare del ‘Lido’ che l’amalfitano don Attilio Olivieri aveva realizzato all’altezza dell’attuale piazza Monsignor Grasso. Era questo il punto di incontro di molte giovani coppie, più fortunate di tante altre, che avevano messo su casa da qualche anno e potevano prendersi il lusso di disporre di una cabina – spogliatoio al fine di assicurare la terapeutica balneazione ai propri figlioletti.

Naturalmente a favorire l’incontro fra noi due erano state le rispettive consorti che, pur prese dalla particolare vivacità dei loro pargoli, coglievano di tanto in tanto, nel corso della mattinata, insieme ad altre comuni conoscenti, l’opportunità di scambiarsi impressioni su temi di attualità e, in condizioni ottimali, anche di impegnarsi in una partita di scopone non proprio scientifico.

Una buona fetta del già ridotto tempo che noi uomini trascorrevamo al ‘Lido’ era destinato a riflessioni di prevalente sapore sportivo e politico. Con l’avvocato Peppino Tedesco ( 45 anni di autentica, feconda amicizia non sono stati sufficienti per arrivare al confidenziale pronome del ‘ tu’) l’intesa fu raggiunta subito per comuni, condivisi interessi.

Chi arrivava per primo alla spiaggia chiedeva dell’altro, subendo anche la bonaria irrisione delle ‘nostre ‘ donne. Entrambi amavamo il mondo del calcio: egli, patito della Salernitana, gradualmente si avvicinava sempre più anche all’assetto societario della squadra granata, della quale in anni successivi avrebbe assunto con ineguagliabile passione ed ineccepibile conduzione la presidenza, ed io ancora impegnato sui campi della serie semiprofessionisti in qualità di arbitro.

La nostra comunicazione interattiva scivolava piuttosto spesso anche nel comparto della politica: egli già scrupoloso e convinto militante del Movimento Sociale, che rappresentò con grande dignità ed incomparabile rigore anche nell’aula consiliare di Palazzo Sant’Agostino, ed io consigliere e poi assessore comunale democristiano a Montecorvino Rovella ove ero espressione elettiva della frazione Bellizzi.

Discorsi sempre molto pacati i nostri che si intrecciavano lungo strutture concettuali di ampio respiro che ci coinvolgevano molto e che, alla fine, ci facevano sentire, nella reciprocità, non solo appagati ma anche arricchiti interiormente grazie alla serena convergenza verso comuni, essenziali richiami valoriali.

La stagione delle estati trascorse insieme al ‘ Lido ‘ di Mercatello passò, purtroppo, molto velocemente: i figli, crescendo, presero le loro strade negli studi e nelle professioni, e i nostri incontri, diminuiti notevolmente di numero, divennero prevalentemente occasionali anche se, per nostra fortuna, aumentarono di molto in intensità partecipativa.

In un avanzato pomeriggio di settembre di un paio di anni fa comuni conoscenti ci sorpresero impegnati, al corso Vittorio Emanuele, in una silenziosa riflessione vis – à – vis che durava già da un paio d’ore. Nell’aria diventava sempre più rinfrescante la brezza che arrivava dal lungomare ma noi due, incuranti dell’ipotetico danno che avrebbero potuto subire  le nostre comuni, già presenti cardiopatie, andavamo avanti in un’ anomala, reciproca confessione contraddistinta da tenero, profondo sapore intimistico.

Quasi coetanei d’età ci dichiarammo sostanzialmente soddisfatti di come si fosse svolta la nostra vita: figli felicemente realizzati nei rispettivi campi lavorativi, il nostro impegno professionale espresso al meglio delle rispettive potenzialità, la gioia dell’arrivo e della crescita dei nostri nipoti. Scoprimmo, però, che entrambi eravamo amareggiati per tutto il resto: una politica animata e gestita in prevalenza da faccendieri ed incompetenti, le nostre rispettive realtà professionali mortificate da un troppo modesto retroterra culturale e da tanta improvvisazione, il mondo del calcio contaminato da manovre occulte ed illecite, una comunità sociale minata da marcati individualismi e da perverse logiche malavitose, l’inesorabile annacquamento dei concetti di famiglia, di patria, di religione, di onestà, di solidarietà.

Altri incontri si susseguirono e quasi tutti in occasione del doveroso atto di omaggio che sentivamo di esprimere ad amici e conoscenti che avevano lasciato questo mondo. Pur cercando di attutire la nostra reciproca commozione erano queste le occasioni per riabbracciarci e riprendere il filo degli antichi discorsi.

Ora, purtroppo, in notevole anticipo, siamo chiamati noi a dare l’estremo saluto ad un esponente autorevole del nostro foro, ad un professionista di straordinaria competenza e di ricca umanità e, per quanto mi riguarda, ad un galantuomo che mi donò immeritata stima ed affettuosa amicizia.

 

 

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