L’AGGRESSIONE A BERLUSCONI

 

Salerno, 14 dicembre 2009

 

Ambrogio IETTO

 

UNA STRATEGIA BEN MIRATA

 

La notizia dell’aggressione subita da Berlusconi a Milano mi è giunta domenica sera all’interno di un gruppo ufficialmente impegnato a riflettere, in quanto credenti cattolici, a come disporsi a vivere, interiormente e nei riguardi del prossimo, questo periodo iniziale dell’anno liturgico durante il quale la Chiesa si prepara alla festa della nascita di Gesù.

Qualcuno dei presenti non è riuscito a frenare il suo desiderio di sghignazzare, sottolineando che l’atto di violenza consumato nel capoluogo lombardo potesse costituire la giusta strategia per liberarsi di un personaggio che sta mandando alla rovina il Paese. Che non si scherzasse si è compreso subito dopo quando, in modo informale, qualche altro interlocutore ha cercato di offrire elementi aggiuntivi a sostegno della tesi accusatoria contro il Cavaliere.

La lettura dell’intervista concessa dalla cattolica Rosy Bindi al quotidiano ‘ La Stampa ‘ di Torino conferma che anche da ambienti formati alla cultura della non violenza, dell’appartenenza ad un Padre comune e del perdono, nel pronunciarsi su uno degli episodi più gravi che la storia repubblicana del nostro Paese sia costretta a registrare, filtrano sentimenti che, se non sono proprio prossimi all’odio, si avvicinano di molto alla legittimazione di un atto di per sé non giusto né corretto.

La presidente del Partito Democratico ha testualmente detto che tra gli artefici del clima di tensione e di violenza “ c’è anche Berlusconi che non può sentirsi la vittima. Questi gesti vanno sempre condannati, mai giustificati. Qualche volta però sono spiegabili“.

Le espressioni che si sono lette da mesi e che tuttora si leggono su Facebook costituiscono una delle prove più eloquenti di quanto odio sia stato seminato da un antiberlusconismo preconcetto e strumentale. Non c’è stata trasmissione televisiva o dichiarazione di esponenti dell’opposizione che non abbia avuto quale riferimento centrale la figura del presidente del Consiglio e le sue vere o presunte malefatte.

L’eccessiva personalizzazione della lotta politica, motivata anche da provvedimenti legislativi funzionali alla desiderata salvaguardia della posizione del Cavaliere nei confronti delle concentriche iniziative processuali di diversi uffici giudiziari, ha contribuito in misura determinante a condizionare una parte dell’opinione pubblica già di per sé  sofferente a causa della crisi economica ed occupazionale che ha prodotto anche da noi conseguenze molto gravi su migliaia di famiglie.

La ripetizione continua, insistente, ossessiva di accuse e di apprezzamenti severissimi nei confronti  del premier, i settimanali processi mediatici attivati da ‘ Annozero’, ‘ Ballarò ‘, ‘ Che tempo che fa‘, gli strumentali attacchi di blasonati quotidiani stranieri alimentati anche da mirate campagne di stampa di ben individuabili gruppi editoriali italiani, i quotidiani interventi di distinguo e di cavillose distinzioni da parte del suo nemico – amico Fini, hanno ottenuto due importanti risultati facenti parte di un’unica strategia: incidere sulla personalità passionale del Cavaliere, fargli perdere sempre di più il self-control, spingerlo a pronunciare considerazioni e battute anche di dubbio gusto e, contestualmente, alimentare nella mente di decine di migliaia di persone condizionabili una successione progressiva di intolleranza, di avversità anche fisica nei confronti del capo dell’esecutivo.

Il fatto che sia stato proprio un labile mentale a compiere l’insano gesto conferma che un mirato bombardamento verbale, condito di accuse più o meno fondate, di giudizi più o meno condividibili ed amplificato dai canali mediatici, trova terreno straordinariamente fertile soprattutto in soggetti emotivamente fragili.

Ecco perché mi sento di sottoscrivere in pieno una considerazione di fondo espressa dalla nostra conterranea Lucia Annunziata: ‘ Ora che il pericolo di violenza si è materializzato, la discussione su come si combatte il governo dovrebbe invece assumere dei contorni ben più precisi: cambiare molte parole e moduli fin qui usati, rompere con ogni personalizzazione e concentrarsi completamente sugli aspetti politici dello scontro ‘.

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