MANOVRE IN ATTO

 

 

 

Ambrogio Ietto

 

Salerno 6 Gennaio 2010

 

LA DISCESA IN CAMPO DEL SINDACO DE LUCA

 

Le considerazioni espresse, nell’editoriale di ieri, dal direttore de ‘ Il Nuovo Salernitano ‘ Gigi Casciello meritano, a proposito della fine dell’equivoco sull’ipotizzata candidatura del sindaco De Luca a presidente della Giunta regionale della Campania, un ulteriore approfondimento.

Va detto subito che, come spesso capita di verificare, esse vanno nel segno.

L’invito, che sarà ufficializzato nei prossimi giorni al sindaco di Salerno  a partecipare alla sceneggiata delle primarie, è funzionale, comunque, ad un disegno ben congegnato: nel caso egli dia una risposta affermativa sarà di certo battuto dall’orda bassoliniana che ha avuto modo piuttosto recentemente di scendere in campo a sostegno della candidatura al parlamento europeo del suo assessore ed uomo di fiducia Cozzolino. Se il riscontro, come è probabile, dovesse risultare negativo, De Luca di fatto dimostrerebbe ancora una volta di essere fuori dalle regole del partito e, quindi,  la scelta del candidato per l’area PD si orienterebbe verso una persona di esclusiva fiducia di Bassolino.

Questa situazione veniva già ipotizzata qualche mese  fa da non pochi commentatori ogniqualvolta arrivava in Campania e nella stessa Salerno questo o quel personaggio di grido del partito democratico a sostegno di Bersani o di Franceschini.

Si percepiva nettamente che il modello Salerno non potesse essere trasferibile tout court nella disputa elettorale per la regione. Il sindaco ha giocato tutte le carte coi maggiorenti del PD per fruire di una corsia privilegiata al fine di ricevere un’investitura che gli evitasse le forche caudine delle primarie.

Ovviamente l’operazione avrebbe dovuto presupporre la volontà unanime della dirigenza nazionale, un netto pronunciamento da parte della stessa e la conseguente intesa da patteggiare con Bassolino. A dimostrazione della buona volontà di essere pienamente ‘ dentro ‘ il sistema del partito, sul quale non ha mai espresso giudizi benevoli, De Luca non ha indugiato, a suo tempo, nel dare disposizioni ai suoi uomini più fedeli e in vista di impegnarsi in prima persona nella gara finalizzata alla costituzione degli organismi periferici e nazionali del PD.

Una designazione solenne, accompagnata da una certa libertà di manovra nella composizione delle liste, gli avrebbe consentito di ampliare la potenziale area del consenso, superando gli ordinari schematismi di partito. Ma a Bersani e al suo capo D’Alema, che pur avrebbero ricevuto l’assenso di Franceschini, è venuta meno la necessaria determinazione per prendere una simile decisione, vincolati come sono – secondo logiche interne – all’imprimatur dell’ancora potente Bassolino.

Ora, come acutamente osservava Casciello, al sindaco di Salerno resta soltanto da valutare l’ipotesi di una discesa in campo con liste di programma contraddistinte da marcato trasversalismo.

Questa scelta potrebbe rappresentare la vera novità della consultazione che alimenterebbe anche molta curiosità in ambito nazionale per la positiva immagine conquistata da De Luca oltre i confini regionali.

Si tratterebbe, comunque, di una bella provocazione che segnerebbe ancora di più lo stacco tra il carisma per quanto discutibile del personaggio e le figure piuttosto sbiadite dei consiglieri regionali uscenti, pronti oggi a fare la lagna sul continuo, cronico smottamento del territorio della costiera ma da sempre incapaci di fare squadra sulle questioni  riguardanti aspetti determinanti per lo sviluppo e la migliore qualità della vita di Salerno e provincia.

 

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