SALERNO 31 GENNAIO

Ambrogio Ietto

IN RICORDO DI SAN GIOVANNI BOSCO

 

Un ‘ grazie ‘ ai maestri

 

 

Questa mattina, presso il salone della Scuola ‘Vicinanza’, al centro della città capoluogo, si celebra l’annuale ‘ Festa del Maestro ‘ che l’Associazione Italiana Maestri Cattolici della provincia di Salerno organizza da oltre 25 anni al fine primario di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni, comunque coinvolte nel processo formativo della persona, sulle difficoltà particolari cui va incontro, nella società complessa e differenziata del nostro tempo, la delicata funzione dell’insegnante di scuola dell’infanzia e primaria.

Non si discuterà dell’alternativa tra pluralità dei docenti e maestro unico né dei tagli apportati all’organico magistrale. Queste sono questioni che si ripropongono nelle assemblee di categoria o nei tanti convegni e dibattiti dedicati alla scuola e al sistema formativo in generale. Oggi, come ogni 31 di gennaio, giorno in cui la chiesa cattolica dedica a San Giovanni Bosco, fondatore della congregazione maschile di San Francesco di Sales e di quella femminile delle Figlie di Maria SS. Ausiliatrice, entrambe dedicate all’educazione della gioventù, ci si ritrova per salutare con gioia ma anche con commozione un numero consistente di insegnanti e di dirigenti, prevalentemente donne, che all’infanzia e alla fanciullezza hanno dedicato almeno 40 anni di lodevole servizio nelle scuole dello Stato.

Verranno dal profondo Cilento e dal Vallo di Diano per ritrovarsi con colleghi la cui attività didattica ed educativa si è espressa nei popolosi centri urbani del capoluogo, dell’agro sarnese – nocerino o della piana del Sele. A metterli insieme per rivedere mentalmente il film delle loro esperienze di lavoro, i volti sovrapposti e non sempre nitidi dei tanti bambini che hanno costituito la loro immensa comunità educativa e dei molti colleghi di lavoro coi quali si sono condivise le delusioni di un itinerario didattico non ben riuscito o le gioie dell’imprevedibile ripresa di un alunno dato per sconfitto, non sono le pubbliche istituzioni.

E’, invece, un’associazione professionale che, in fedele attuazione del principio di sussidiarietà e di solidarietà magistrale, considera questo momento di incontro e di diffusa, compartecipata commozione l’occasione per rivisitare tutti insieme la complessità della funzione istruttiva ed educativa del nostro tempo.

Alcuni decenni fa svolgere l’attività di maestro significava prendere consapevolezza di essere l’unico veicolo culturale per allievi non condizionati dai mezzi di comunicazione di massa e sostenuti da una famiglia salda, rispettosa del ruolo, impegnata, pur nella fragilità del proprio retroterra culturale, a sostenere la sua opera. Oggi la mediazione culturale va incontro a difficoltà notevoli prodotte da un variegato e numeroso assortimento  di linguaggi provenienti dai canali mediatici e da internet.

La famiglia, dal canto suo, se non frammentata con un’unica figura parentale di riferimento, vive comunque una condizione permanente di crisi che spesso esplode in tensioni, conflittualità, critiche anche severe nei riguardi dell’istituzione scolastica e, quindi, anche del maestro. La realizzazione di un clima positivo in classe e di un ambiente sereno, contraddistinto da operosa attività, da gioiosa conquista del sapere, da  relazioni umane significative, costituisce l’optimum da perseguire. E’ quanto mai significativo che nei giorni scorsi la Fondazione Italiafutura, presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, abbia voluto dedicare una delle sue prime uscite ufficiali ai maestri d’Italia con un convegno specifico svoltosi nella vicina Bagnoli.

Un giovane pedagogista partenopeo Adolfo Scotto Di Luzio, autore di un bel libro dal titolo ‘Napoli dei molti tradimenti ‘, ha presentato un interessante rapporto in cui si sostiene come l’indebolimento della prospettiva nazionale unitaria abbia a che fare principalmente con l’attuale perifericità della funzione e del ruolo del maestro.

I maggiori quotidiani nazionali hanno dato particolare rilievo all’avvenimento. Un segno incoraggiante per le giovani generazioni degli insegnanti della scuola di base.

Un motivo in più per rendere orgogliosi i maestri festeggiati oggi per l’opera meritoria svolta a favore dei loro allievi e, soprattutto, della nazione italiana.

 

 

I commenti sono chiusi.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi