Ambrogio IETTO

18 Febbraio 2010  

I DIRITTI UMANI NELLA SOCIETA’ LIQUIDA

 

 

Nel pomeriggio di oggi, presso l’Auditorium Benedetto XVI a Baronissi, organizzato dal Club Unesco, che ha in Umberto Landi l’instancabile animatore e presidente, si svolge un importante convegno di studi sul tema ‘ I diritti umani nella società liquida ’. La relazione centrale è affidata al prof. Giuseppe Acocella, ordinario di etica sociale e rettore magnifico della Libera Università ‘Pio V ‘ di Roma. L’Unesco, come è noto, è l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura e i suoi club, presenti in misura prevalente nel Mezzogiorno d’Italia, rendono un servizio particolarmente significativo alla comunità internazionale grazie ad un lavoro, molto spesso silenzioso ma fertile, finalizzato alla promozione culturale e alla difesa della dignità della persona. Il problema posto al centro della riflessione odierna ed affidato per la trattazione ad un esperto di rango investe la complessa area dei diritti umani solennemente affermati nella Dichiarazione approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel lontano 10 dicembre del 1948.

Il riferimento esplicito alla cosiddetta ‘ società liquida ‘ orienta la riflessione decisamente verso il nostro tempo ed anticipa la deliberata intenzione degli organizzatori di approfondire in che misura i diritti dell’uomo, condivisi dall’Onu nella stagione delle grandi narrazioni, quando risultavano ancora fortemente consolidate le ideologie, trovino possibilità di attuazione in questa epoca in cui le generali migliori condizioni di vita dovrebbero più naturalmente orientare i singoli e la comunità a sostegno della dignità della persona nel perseguimento del bene comune secondo gli essenziali ed irrinunciabili principi della solidarietà e della sussidiarietà.

Il concetto di ‘società liquida ‘ è stato coniato da uno dei più autorevoli sociologi contemporanei, Zygmunt Bauman, di origini ebraico – polacche, stabilitosi definitivamente nel dopoguerra in Inghilterra.

Egli definisce liquido – moderna una società ‘ se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure ‘. E’ una società che naviga nell’incertezza e che ha trasformato i suoi protagonisti da produttori a consumatori. C’è il rischio per ognuno di noi di sentirci esclusi, emarginati se non siamo in grado di consumare, di comprare. L’impossibilità di essere consumatori come gli altri spinge disperatamente il ‘ povero ‘ a tentare in ogni modo di standardizzarsi agli schemi comuni. Se non riesce nell’impresa si sente frustrato.

D’altro canto in una società che è priva di punti di riferimento saldi, solidi, ancorati ad essenziali valori, diventa difficile se non impossibile concretizzare i propri risultati in beni duraturi. In rapide successioni le attività si traducono in passività  e le capacità si modificano in incapacità. Precarietà ed incertezza caratterizzano, così, la nostra quotidianità. L’assenza di regole forti, l’indebolimento delle varie Chiese e dei partiti, il ridimensionamento e la frammentazione della famiglia, la sostanziale inefficacia  dell’azione educativa acuiscono il diffuso senso di fragilità e di incertezza. In una simile situazione la stessa tutela della dignità della persona corre il rischio di rimanere una dichiarazione di principio.

La ‘sindrome consumista’, con la sua spinta permanentemente mobile, accentua l’individualismo e scioglie sempre più i legami comunitari. In tale contesto diventa allora sempre più difficile soddisfare i diritti primari della persona?

Per fortuna sono tante le testimonianze di vita che tendono verso l’altro. Secondo Bauman, infatti, la morale è un atto del tutto individuale che crea, però, la società.

Riflettere su questi principi significa non solo prendere in esame le molte brutture del nostro tempo, i tanti, continui  atti che la comunità umana e i singoli compiono contro la dignità dell’uomo, ma soprattutto impegna ciascuno di noi a mettersi in discussione, a sentirsi possibilmente in crisi e, auspicabilmente, a scoprire l’altro che è accanto a noi.

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