UNA PRIMA NOTA DI COMMENTO SULLE ELEZIONI REGIONALI IN CAMPANIA

 

Salerno, 30 Marzo 2010

 

Ambrogio IETTO

 

 

OCCORRE ORA SPIRITO DI COOPERAZIONE

E SENSO DI CORRESPONSABILITA’

 

Sono oltre le 23 di lunedì 29 marzo quando licenziamo il ‘pezzo’ che il cortese lettore si dispone a leggere ed, eventualmente, a commentare. Esso presenta il limite della provvisorietà dei dati ufficiali e, quindi, tiene conto di alcune costanti che è possibile rilevare soprattutto prendendo in esame il voto espresso in Campania. Non ci sono dubbi sul fatto che Stefano Caldoro è il nuovo governatore della regione.

Sarà affiancato, così come le nuove norme statutarie prevedono, da un’ampia maggioranza costituita dai rappresentanti dei partiti che hanno sostenuto la sua elezione. Egli, al momento, distanzia De Luca di quasi 10 punti in percentuale, una differenza rispondente a grandi linee a quanto gli ultimi sondaggi avevano previsto.

Sembra opportuno chiedersi se la candidatura del sindaco di Salerno abbia giovato o meno al partito democratico e alle altre aggregazioni minori che l’hanno sostenuto.

Nel confrontare i totali parziali raggiunti dall’alleanza di centrosinistra  in ciascuna delle cinque province campane si rileva per De Luca una percentuale di consensi superiore al totale raggiunto dall’insieme delle liste della sua coalizione. Questo elemento conoscitivo si riscontra, oltre che a Salerno ( circa il 10 % in più ), anche ad Avellino (+ 6,70 % ), a Benevento ( + 3,30 % ), a Caserta (+ 2,40%) e finanche a Napoli (+ 1,90).

Il che sta a significare che l’indice di gradimento per il primo cittadino di Salerno, da parte dell’elettorato di centrosinistra, è risultato più che positivo. Per il suo avversario Caldoro i riscontri offrono, al momento, una situazione decisamente diversa: egli in provincia di Salerno ha perduto i 10 punti in percentuale travasati su De Luca; anche ad Avellino  (- 6,50 ) e a Benevento ( – 3,50) è stata registrata una consistente perdita. A Napoli (+ 1,90) e soprattutto a Caserta ( + 17,70) si riscontra, invece, un’inversione di tendenza.

In quest’ultima provincia significativi si rilevano l’apporto del suo sponsor Cosentino e la contestuale elezione per il rinnovo dell’amministrazione provinciale con la candidatura alla presidenza  di Zinzi, esponente dell’Unione di Centro, apparentata, come è noto,  in Campania col centrodestra.

Dai dati parziali si riscontra nel capoluogo della regione un’apprezzabile avanzata del centrodestra. Un’analisi approfondita da compiere sui risultati definitivi consentirà di percepire in quale misura sia venuto a mancare il sostegno dello zoccolo duro di consensi controllato da Bassolino e dai suoi fedelissimi.

A prescindere da questa ed altre curiosità da soddisfare c’è da dire che l’impresa per De Luca si è rivelata subito particolarmente ostica. Le difficoltà superate in partenza per la conquista della candidatura e per il richiesto appoggio da parte di Italia dei Valori e della lista di Vendola e una campagna elettorale piuttosto breve, con un  vastissimo territorio regionale da contattare, forse non hanno consentito al sindaco di Salerno di superare almeno in parte il gravissimo gap che lo distanziava già in partenza dall’avversario.

La consapevolezza di dover intraprendere un’impresa onerosa, anche e, soprattutto, per la non felice eredità decennale lasciatagli dai suoi compagni di partito che hanno gestito la cosa pubblica in regione, ha spinto De Luca ad affrontare la tenzone con toni eccessivamente aggressivi e con un linguaggio spesso offensivo verso i suoi avversari.

Ad avviso di chi scrive si è trattato di un non trascurabile errore che ha potuto alimentare riserve nei suoi confronti in particolare a Napoli e dintorni.

La stessa campagna pubblicitaria è apparsa contraddittoria: l’impegno a cambiare tutto imponeva l’esigenza di chiarire con ragionamento pacato gli interventi e i metodi di gestione precedenti che imponevano una svolta; allo stesso modo non si poteva chiedere il voto al di là dei partiti e, contestualmente, aggredire con toni così forti gli esponenti della coalizione avversa.

Comunque cosa fatta capo ha. Gli auguri espressi dal sindaco di Salerno a Caldoro in tarda serata mettono fine, comunque, alla diatriba sviluppatasi nel corso della campagna elettorale.

A Caldoro va il grande merito di non essere caduto nella trappola tesagli da De Luca. Avrebbe potuto replicare con argomentazioni fatte della stessa pasta. Il suo carattere flemmatico e riflessivo l’ha aiutato non poco nell’evitare risvolti rissosi ed improduttivi.

I gravissimi problemi della nostra regione impongono ora tra la maggioranza e l’opposizione uscite dalle urne un forte spirito di cooperazione e di avvertita corresponsabilità. E’ questo l’auspicio che viene spontaneo da formulare.

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