QUALI RAPPORTI ISTITUZIONALI TRA DE LUCA E CIRIELLI ?

 

 

 

 

Salerno, 10 aprile 2010

 

Ambrogio IETTO

 

SALERNO TRA DUE FORTI LEADERSHIP

 

 

Il tempo trascorso tra l’acquisizione dei risultati elettorali e i commenti successivi è sufficiente per tentare di ipotizzare possibili scenari futuri per Salerno e il suo territorio. Sembra opportuno, però, muovere da un’analisi meno superficiale della personalità dei due protagonisti in campo i cui comportamenti finiranno con l’incidere, in misura più o meno determinante, sulla gestione della cosa pubblica e sulle scelte collegate ad un serio processo di sviluppo socio – culturale ed economico della comunità salernitana.

Ovviamente il riferimento è diretto alle persone del presidente della provincia Edmondo Cirielli e del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Sono questi, infatti, i due soggetti che contribuiranno, ci si augura nel bene, a determinare una svolta significativa per la nostra gente e per la nostra terra.

E’ importante, allora, cogliere preliminarmente alcuni tratti comportamentali emersi nel corso della storia politico – amministrativa dei due referenti istituzionali.

L’approdo in politica di Cirielli, che è più giovane di De Luca di ben 15 anni, avviene mentre vive le prime esperienze professionali di ufficiale dei Carabinieri.

A questa attività ha guardato con viva motivazione fin da ragazzo, avendo vissuto fanciullezza e preadolescenza dentro un contesto familiare condizionato dalla presenza di un papà ufficiale dell’Esercito. Completata la scuola dell’obbligo l’opzione per il futuro itinerario formativo, infatti, è netta e decisa: ginnasio e liceo alla scuola militare della Nunziatella di Napoli e, quindi, Scuola Ufficiali  Carabinieri di Roma.

Poco prima dei trenta anni comincia l’avventura politica: consigliere regionale nel 1995, Cirielli viene riconfermato nelle successive consultazioni del 2000. Un anno dopo affronta la competizione vincente per  la Camera dei Deputati, ottenendo puntuale riconferma nel 2006 e nel 2008 con la conseguente gratificazione della presidenza della Commissione Difesa.

E’ all’interno del partito di Alleanza Nazionale che emerge, però, la particolare leadership dell’ex ufficiale dei Carabinieri: gradualmente, utilizzando fini ed intelligenti strategie facenti parte evidentemente del curricolo della pedagogia militare, sconfigge tutta la vecchia guardia storica dell’ex Movimento Sociale ed assurge a leader indiscusso della destra salernitana con conseguenti, blasonati riconoscimenti da parte della dirigenza nazionale.

Nella più recente esperienza di presidente della provincia Edmondo Cirielli  ridimensiona del tutto il potenziale carisma della collega di partito Mara Carfagna e, in preparazione della consultazione regionale, attiva un lucido gioco di squadra, non disgiunto da machiavellico pragmatismo. Infatti punta le sue chances su di un quartetto che, puntualmente, risulterà vincente: non vive complessi di natura etica con Gambino, conosce bene il consolidato consenso elettorale di Baldi a Cava de’ Tirreni, ha valutato con realismo la navigata esperienza amministrativa di Eva Longo nella Valle dell’Irno e, considerando necessario il contenimento dell’egemonia elettorale di Franco Brusco nel golfo di Policastro, colloca il sindaco Fortunato nella lista del presidente Caldoro, ottenendo così il poker d’assi.

La storia politica di Vincenzo De Luca non è solo più lunga in quanto più grande d’età ma perché corrisponde all’itinerario classico di chi decide, fin dagli originari studi di filosofia, di operare la scelta della carriera sindacal – politica all’interno della più ortodossa tradizione comunista.

Ariccia, le Frattocchie, Botteghe Oscure diventano luoghi sempre più familiari al giovane salernitano di via Calenda con forti richiami antropologici della vicina Lucania. Dalle ricorrenti ed agitate manifestazioni sindacali degli anni ottanta De Luca arriva, soltanto a quaranta anni suonati, a fare il consigliere comunale a Salerno e, dopo la sofferta ed ingiusta vicenda umana del compianto sindaco socialista Vincenzo Giordano, a vincere nel 1993 la competizione a sindaco di Salerno grazie alla spregiudicata intesa siglata, durante i 15 giorni di ballottaggio con Pino Acocella, con la classe dirigente del vecchio MSI che qualche anno dopo proprio Cirielli toglierà di mezzo.

Il seguito del percorso amministrativo – politico di De Luca è ben noto: due mandati da sindaco, eletto alla Camera dei Deputati nel 2001 e nel 2006 e, quindi, di nuovo sindaco ed ora anche capo dell’opposizione all’interno del neo – costituito consiglio regionale della Campania.

Gli essenziali, anche se piuttosto lunghi richiami delle esperienze politico – amministrative dei due personaggi in causa, consentono di tentare una rapida descrizione delle due forti leadership con qualche importante nota distintiva. Entrambe possono essere collocate nella categoria ‘ democratico – autoritaria ‘ nel senso che i due uomini politici sono il prodotto di un ampio consenso popolare  gestito di solito con ferma autorevolezza e con sicuro decisionismo.

Si differenziano, però, notevolmente nello stile: Cirielli ha seguito e segue più o meno in modo ortodosso regole, procedure e linee di orientamento dettate dal partito di appartenenza, non disdegna l’area culturale di provenienza mentre con sufficiente chiarezza porta avanti i suoi disegni anche di natura punitiva all’interno del proprio schieramento.

De Luca, dal canto suo, ha  dato da subito un’accentuazione personalizzata alla sua azione politico – amministrativa, in occasione di scelte importanti ha disatteso con determinazione le indicazioni del partito di riferimento, non ha fatto mancare critiche a Bassolino e alla stessa classe dirigente nazionale, più volte si è definito espressione della più avanzata destra europea, nel corso del sindacato De Biase non ha avuto difficoltà a criticare pubblicamente  l’operato amministrativo del suo uomo di fiducia al fine di motivare il suo rientro nella responsabilità di primo cittadino.

Nella stessa recente vicenda elettorale ha concentrato l’attenzione esclusivamente sulla sua persona, evitando, per quanto riguarda i consiglieri da eleggere nella circoscrizione di Salerno, di puntare almeno sul duo fidato Carpinelli – Picarone. Inoltre non ha inteso avvalersi, almeno a livello di facciata, di Iannuzzi e di Andria, parlamentari del suo partito,  figure considerate di fatto controproducenti ai fini dell’agognato successo.

Ora De Luca dichiara giustamente di farsi carico della responsabilità di capo dell’opposizione alla regione. A prescindere dal come sarà risolto il problema dell’incompatibilità, emerge primaria la questione del rapporto istituzionale tra il comune capoluogo e la futura giunta regionale.

Cirielli, il suo gruppo presente negli organismi regionali, il presidente Caldoro quale atteggiamento assumeranno nella politica di sostegno finanziario e politico ai molti progetti di natura strutturale che interessano il comune di Salerno il cui referente di fatto ha in programma di svolgere, come è giusto che sia, un’opposizione dura e vigile all’interno del consesso regionale ?

Le due forti leadership riusciranno a compiere un salto di qualità, sul versante caratteriale e politico – amministrativo, per raggiungere – da persone responsabili – un’intesa al fine di concedere al capoluogo quanto è giusto e necessario in fatto di pubbliche erogazioni ?

Potrà malauguratamente scattare, in risposta alla conclamata, rigida  volontà oppositiva di De Luca, la reazione orientata a penalizzare la città di Salerno al fine di conquistare successivamente, da parte del centrodestra,  anche il seggio più alto di Palazzo di Città ?

Sono questi alcuni fondamentali interrogativi la cui risposta molto dipende dalla sensibilità, dalla signorilità e dalla cultura istituzionale dei due personaggi in campo.

 

                                                                                                

 

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