UNA FIABA DEL NOSTRO TEMPO CONCLUSASI A LIETO FINE

 

 

Salerno, 10 giugno 2010

 

Ambrogio IETTO

 

QUANDO A LUCA VERRA’ RACCONTATA LA SUA STORIA…

 

 

Annalisa Fortunato, la dolce e tenera mamma  di Luca così sensibile e buona da non avvertire odio nei riguardi di Annarita Buonocore la rapitrice del neonato, e suo marito Fabio Cioffi, l’integerrimo maresciallo dell’esercito, militare professionista impegnato in diverse missioni di pace, di qui a qualche anno, su puntuale consiglio dello psicologo di fiducia, dovranno pur raccontare a Luca la storia della straordinaria vicenda di cui egli fu involontario ed innocente protagonista a distanza di appena qualche ora da quando era arrivato al mondo.

Essi dovranno necessariamente  renderlo partecipe non appena Luca sarà in grado di comprendere il senso della loro narrazione e di avanzare, incuriosito al massimo da quanto sta ascoltando, la lunga catena dei  ‘ perché ‘ per i quali occorreranno risposte convincenti.

Il piccolo, infatti, avrà trascorso i primi due anni di vita tra le continue, forse anche apprensive attenzioni dei congiunti e gli sguardi compiaciuti ma anche curiosi dei vicini e dei conoscenti. Molte volte sarà stato anche additato, dall’altra parte della strada, mentre veniva condotto in carrozzina, come il tenero protagonista di una storia tanto più grande di lui.

Annalisa e Fabio saranno pronti, tenendosi per mano e guardandosi negli occhi, per raccontare a Luca la meravigliosa fiaba di cui egli fu il personaggio più importante.

Mamma e papà, infatti, volendosi un gran bene, decisero un giorno di farlo arrivare tra loro. Occorreva, però, del tempo prima che, trovandosi nel comodo pancione della mamma, si facesse sentire con degli insistenti calcetti e manifestasse, così, il desiderio di vedere come fosse bello il mondo in cui  mamma e papà stavano ad aspettarlo.

Anzi proprio papà Fabio, che era andato  molto lontano da casa per convincere uomini e donne a volersi bene e a vivere in pace, aveva  tanta fretta di salutarlo da prendere un rumoroso aeroplano ed arrivare in tempo alla fabbrica dei bambini di Nocera per fargli festa e dargli un bel bacio sulla fronte.

A salutarlo per prima, in verità, fu mamma Annalisa che, pur soffrendo un poco per la finestrina che le avevano aperto sul pancione, con orgoglio riuscì a pronunciare: “Fabio, vedi che bel regalo t’ho fatto. Meno male che quando Luca sarà grande non ci saranno  più guerre tra gli uomini. Però, per come è bello e pacioso, potrà fare sicuramente il comandante dei corazzieri al Quirinale ”.

Alle prime, curiose interlocuzioni del piccolo la narrazione entrerà più nei dettagli, facendo apparire in scena una bella fata, vestita di bianco, che viene attratta non solo dalla bellezza di Luca ma anche dal sonno profondo che l’ha preso dopo la laboriosa uscita dal pancione materno.

Così la fata, coi suoi occhi così profondi ed espressivi dietro gli eleganti occhiali da vista, si compiace con mamma Annalisa e non ha difficoltà a complimentarsi con lei per il bel pargolo che ha accanto.

Le confida anche che sarebbe stato suo desiderio poter essere madre di un bimbo così bello e tranquillo. Lei vuole tanto bene ai bambini da avere particolare cura per loro. E’ per questo motivo che prende Luca tra le accoglienti e delicate braccia e, con l’assenso scontato della mamma, decide di condurlo da un bravissimo medico che desidera conoscere tutti i bimbi nati quel giorno.

Strada facendo, però, la fata pensa che al piccolo faccia piacere compiere un bel giro in auto tra le strade della città che tanti anni dopo Luca percorrerà, prima in compagnia di mamma e di papà, e poi, da aitante adolescente, a braccetto con la fidanzatina.

Luca, da bambino buono qual è, si presta al gioco tanto da non spaventarsi per niente quando la fata lo condurrà nella sua casetta e si troverà al cospetto del suo innamorato  che, commosso e sorridente, crede davvero che il piccolo rassomigli tanto alla sua fatina vestita di bianco con le scarpette di color rosa.

C’è tanta gioia in quella casetta da non far comprendere che si sta facendo tardi e che mamma Annalisa comincia a manifestare impazienza per il mancato rientro nella  culletta del suo Luca.

Così in tanti si danno da fare per andare a cercare il piccolo con la fata un poco impertinente. Ormai tutti chiedono di Luca ed alcuni pensano che egli sia cresciuto così in fretta da darsela a gambe per conto suo in compagnia di qualche marmocchia venuta al mondo nello stesso giorno e precocissima come lui.

In città si organizza, così, un grandissimo cerchio con giovani, vecchi, fanciulli, poliziotti, nonne, badanti che, tenendosi per mano, danno vita ad un chiassoso ed immenso girotondo mai visto prima di quel momento.

Luca e la fata, frattanto, se la ridono, osservando da dietro la finestra tutta quella gente che li cerca. Così si mettono  a giocare a nascondino per prolungare la gioia di un incontro programmato dalla signora vestita di bianco e, tutto sommato, gradito anche da Luca.

Ora, però, l’attende mamma Annalisa che, finalmente contenta, l’abbraccia al seno.

La primissima avventura di Luca su questo mondo, come tutte le  fiabe che si rispettano, si conclude fortunatamente con un lieto fine.

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