NEMO PROPHETA IN PATRIA…FINO AD UN CERTO PUNTO

 

Salerno, 19 ottobre 2010

Ambrogio IETTO

MARA CARFAGNA E LA TELEVISIONE

 

 

Non sono un fedele utente della televisione. Quando risulta possibile mi dispongo con un certo interesse a seguire alcuni programmi di approfondimento.

Domenica sera, giocando a fare zapping col telecomando, mi sono ritrovato su La7 con l’immagine suadente di Antonello Piroso, giornalista che stimo e che ricordo con simpatia per la vertenza attivata  e vinta nel 1998 con Mondadori  a seguito di trasferimento non gradito dalla redazione romana di ‘Panorama’. Conduttore di ‘ Niente di personale ‘, trasmissione che porta avanti dal 2002, egli proprio in quel momento introduceva nello studio televisivo il ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna.

Una comprensibile curiosità ha finito col tenermi legato allo schermo e a quel canale fino al termine del non breve intervento della nostra concittadina. La trasmissione è centrata su  domande che il conduttore prepara in precedenza e che vengono poste non secondo una successione ordinata su base logica ma a seguito di un clic che l’ospite attiva, premendo a caso su uno dei pulsanti numerati da uno a nove e contenenti diversi quesiti.

L’intervista, condotta in questo modo, consente in primo luogo di cogliere il livello complessivo di coerenza ricavabile dalle diversificate ma interconnesse questioni poste ed affrontate con sintesi più o meno efficace e convincente da parte dell’interlocutore.

Gli interrogativi partecipati a Mara Carfagna sono stati tra i più delicati e scabrosi ed hanno riguardato sia vicende private sia le dinamiche piuttosto complesse all’interno del PDL: dalle immagini riprodotte sui calendari alle presunte intercettazioni di cui da tempo si  parla, dai rapporti di amicizia con l’onorevole Bocchino alla sua posizione sul caso Cosentino, dalla vicenda giudiziaria con la Sabina Guzzanti alla probabile sostituzione degli attuali coordinatori del partito, dalle questioni attinenti l’omosessualità a quelle relative all’uso strumentale del corpo della donna nelle promozioni pubblicitarie, dai condizionamenti camorristici della politica in Campania alla recente consultazione elettorale per le regionali  con la personale acquisizione di oltre 57.000 preferenze nella sola provincia di Napoli.

Insomma si è trattato di un bombardamento a tutto campo condotto da Piroso, in alcuni passaggi, non solo con navigata professionalità ma anche con una certa astuzia integrata con un velo di malizia.

Non ho difficoltà ad esprimere un giudizio decisamente positivo sulla prestazione della nostra concittadina che non ha mai tentato di dribblare il problema posto anche se delicato o addirittura imbarazzante. Determinata e puntuale nei riscontri, pronta ad ampliare entro limiti temporali accettabili le argomentazioni riguardanti il suo ruolo istituzionale e le iniziative del dicastero da lei  guidato, sicura e ferma nello stigmatizzare il diffuso, discriminante e diversificato modo di giudicare i comportamenti della donna e dell’uomo eventualmente disponibili a rinunciare alla personale dignità pur di trovare spazio nel mondo dello spettacolo e dei media o in politica, per niente imbarazzata nel richiamare alla memoria le pregresse esperienze di show- girl, onesta nel riconoscere le attuali difficoltà del partito di appartenenza ma esplicita nel confermare la sua convinta adesione alla linea del premier Berlusconi, intransigente ed inflessibile verso la camorra, orgogliosa del fatto che decine di migliaia di elettori  napoletani hanno scritto sulla scheda per le regionali il suo nome.

L’interlocuzione portata avanti dalla Carfagna col navigato Piroso ha consentito di cogliere in lei un più che dignitoso retroterra culturale, una consolidata abitudine allo studio e all’approfondimento dei temi di pertinenza del suo ministero e della vita interna del partito, una straordinaria capacità di sintesi, una piena sicurezza linguistica. Condizionali e congiuntivi sono stati coniugati sempre con padronanza e pertinenza.

Al di là delle idee e delle collocazioni personali di ognuno di noi produce davvero piacere rilevare queste qualità in una nostra conterranea che, pur provenendo dal mondo dell’effimero, dimostra di essere decisamente superiore a diversi suoi colleghi  di  governo e a molti coinquilini delle stesse aule parlamentari.

Mara Carfagna probabilmente non possiede spiccate capacità nel selezionare a livello locale collaboratori fidati e qualificati né è dotata delle straordinarie attitudini del suo compagno di partito Cirielli a portare avanti e a consolidare in modo eccellente una continua campagna acquisti di gente direttamente impegnata in politica ma, come Vincenzo De Luca, ella riesce a convincere chi l’ascolta e la vede in televisione sulla bontà delle argomentazioni affrontate ed elaborate, sulla piena consapevolezza di sé e del ruolo istituzionale ricoperto e sull’efficacia comunicativa del  patrimonio linguistico utilizzato.

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