E’ DAVVERO PACE TRA MARA ED EDMONDO?

 

Salerno, 27 Novembre 2010

Ambrogio IETTO

 

TUTTO BENE O QUASI PER IL MINISTRO CARFAGNA

 

Sono stato ben lieto avantieri di leggere la nota di Salvatore Prisco sull’evoluzione politica di Mara Carfagna pubblicata su ‘ Il Corriere del Mezzogiorno’. Il suo giudizio sul conto della giovane ministro è stato decisamente positivo: ‘ parlamentare diligente, donna di governo incisiva e capace di autocritica’.

Tutto sommato una sintesi stringata di quanto avevo scritto l’altro giorno nella prima ampia parte del mio lungo articolo sugli ‘ errori ‘ dell’illustre concittadina che, come è noto, ha ritirato le dimissioni e si è dichiarata pienamente soddisfatta dopo il lungo colloquio avuto col presidente Berlusconi.

C’è chi sul ‘ Corriere della Sera ‘ giudica ‘ il lieto fine della Carfagna troppo rapido per non stupire’. Senza entrare nel merito delle dichiarazioni ufficiali riguardanti il colloquio telefonico col coordinatore campano del PDL Cosentino e l’incontro col ‘ triunvirato Bondi, La Russa e Verdini ‘ mi azzardo ad esprimere alcune considerazioni di fondo che riguardano il quadro complessivo della situazione campana e salernitana del PDL.

Preliminarmente va dato il merito a Berlusconi di essere stato capace di far rientrare rapidamente le originarie intenzioni della Carfagna grazie al suo carisma personale e alla sottolineatura delle molto gravi difficoltà in cui trovasi il partito in campo nazionale per la crisi politica e, in particolare, in Campania a causa dell’ennesima emergenza rifiuti e per la forte lacerazione soltanto apparentemente ricucita all’interno della stessa aggregazione di centrodestra.

Presumo che non sia stato tanto il richiamo, da parte del Cavaliere, della fiducia espressa a suo tempo nei riguardi della giovanissima Mara nel volerla componente del suo governo,  destinataria tra l’altro di una delega, quella delle ‘ Pari Opportunità ‘, particolarmente emblematica  e rispondente pienamente al profilo culturale ed esperienziale dell’interessata.

Credo che Berlusconi si sia sforzato di far comprendere all’interlocutrice la complessiva gravità della situazione politica e, quindi, del danno inevitabile che la sua fuoriuscita, sicuramente dettata anche da incontrollate dinamiche emotivo – relazionali, avrebbe prodotto. La soddisfazione manifestata dal ministro dopo il colloquio conferma la presa d’atto, da parte sua, di non avere scelto di certo il momento più opportuno  per esprimere con tanto clamore la personale insofferenza nei confronti della condizione non certo rosea in cui trovasi il partito in Campania e nella stessa Salerno.

Sugli esiti degli incontri successivi avuti dal presidente del Consiglio con Cosentino e col presidente della Provincia di Salerno Cirielli, due personaggi di spicco del PDL regionale e notoriamente non animati da grandi, entusiastici  slanci nei riguardi dell’esponente di governo, non si conoscono particolari di dettaglio. Se la telefonata che si è avuta tra Mara e Cosentino è stata definita ‘lunga e cordiale’ dalla stessa ministro vuol dire che l’apparato digerente del coordinatore regionale del PDL funziona non solo perfettamente ma anche a velocità sostenuta.

Le osservazioni mosse già in passato dalla Carfagna nei confronti del collega di partito erano di particolare gravità e, a chiare lettere, lasciavano comprendere l’assoluta sua indisponibilità ad avere come referente del partito nella sua regione una persona accusata dalla magistratura di avere avuto rapporti di contiguità con la malavita organizzata.

Avere superato più o meno agevolmente queste riserve significa avere riproposto in modo sbagliato la questione, potendo e dovendo pensare che, al momento, Berlusconi non può fare a meno di Cosentino in Campania alla vigilia delle molto probabili elezioni politiche e di quelle amministrative per la scelta del sindaco nel capoluogo di regione.

Ancora più oscura e problematica la relazione Cirielli – Carfagna dopo il rientro nei ranghi del ministro alle ‘Pari Opportunità ‘. Il loro conflitto, ormai in atto da tempo, si placherà per le superiori ragioni di Stato? La scelta, già operata, di designare il vice – presidente della Provincia a candidato sindaco di Salerno per il centrodestra verrà accettata e fatta propria da Mara che soltanto un anno fa ha dovuto ingoiare il magone nel constatare l’allontanamento della sua migliore amica e collaboratrice verso la corte del simpatico ed accattivante principe di Arechi ?

Per far fronte alla difficile lotta da intraprendere nei riguardi di un De Luca, dato da molti per sicuro vincente, occorrerà presentarsi uniti e apparentemente concordi anche per non buttare alle ortiche le assicurazioni date al Cavaliere. Una simile impresa richiede da subito forti, significativi segnali esterni sull’intesa ritrovata, sulla convergenza convinta a favore della candidata a sindaco unilateralmente espressa qualche tempo fa.

Se, come si teme,  saranno anticipate a fine marzo anche le elezioni politiche, l’onorevole Cirielli sarà costretto a dimettersi da presidente della Provincia per correre quale parlamentare. L’esigenza, quindi, di un fronte unitario all’interno del centrodestra risulterà  prioritaria e si sarà costretti inevitabilmente a rimandare a tempi migliori le dispute interne.

Cirielli giustamente ha fatto della conquista di Palazzo di Città non solo una sfida ma anche e, soprattutto, un obiettivo. Egli sa bene che l’impresa, se non impossibile, è di certo ardua. Al momento manca un progetto alternativo a quello di De Luca del quale, invece, si conoscono intenzioni e metodi.

Il centrodestra nel suo insieme, Cirielli e Carfagna compresi, non ha pensato, almeno subito dopo il successo alle politiche del 2008, ad avviare la pratica dell’ascolto e della comunicazione con la città, ad interpellare i diversi settori operativi della polis e le variegate aggregazioni della società civile. Entrambi hanno ritenuto che puntare su qualche giovane risorsa proveniente dalla scuola di partito di AN e su una serie di politici e di pubblici amministratori riciclati, con variegate referenze partitiche d’origine, potesse costituire la scelta giusta per amministrare in futuro la città capoluogo.

De Luca, almeno fino ad oggi, si è proposto a Salerno come ha fatto e farà Berlusconi verso l’intera comunità nazionale.

In mancanza di una leadership cittadina significativa ed autorevole occorreva pensare per tempo a costruire opportunità di incontro e di confronto   idonee a far emergere intelligenze e potenzialità operative sulle quali puntare per l’alternativa al sistema De Luca sicuramente carente per partecipazione democratica e livello di cittadinanza attiva.

L’immediato rientro a casa di Mara Carfagna, pertanto, può assumere una valenza positiva nella misura in cui non si riproporranno  gli antichi errori.

 

 

 

 

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