L’ANNUALE RICERCA DE ‘ IL SOLE 24 ORE ‘

 

Salerno, 9 dicembre 2010

Ambrogio IETTO

SALERNITANI: OTTIMISTI DELLA VOLONTA’ ED ANCHE PIUTTOSTO EDONISTI  

Entro la prima decade di dicembre torna puntuale l’indagine de ‘Il Sole 24” sulla qualità della vita e, con eguale puntualità, siamo costretti a leggere o ad ascoltare le considerazioni critiche da parte dei responsabili istituzionali della nostra vita organizzata che, a seconda dei risultati e della propria collocazione di maggioranza o di opposizione, si dispongono, così, ad esaltare la propria azione politico- amministrativa o a valutare severamente l’opera della parte opposta.

Vanno chiarite per i cortesi lettori l’impostazione e la metodologia delle due ricerche che sono a fondamento dell’indagine: la prima poggia su dati oggettivi elaborati da istituti o organismi qualificati ( Camere di Commercio, Ministeri degli Interni, del Lavoro, dell’Economia, delle Infrastrutture e della Giustizia, Istituto Tagliacarne, Legambiente Ecosistema, Aziende Sanitarie Locali, Amministrazioni Comunali, SIAE, ecc, ) mentre la seconda è il prodotto di un sondaggio realizzato dall’Istituto demoscopico IPR Marketing tramite interviste effettuate tra il 15 settembre e il 15 novembre di quest’anno a 700 soggetti residenti in ognuna delle 107 province per un campione totale di quasi 75000 soggetti maggiorenni. Nell’ambito territoriale di ogni provincia il campione degli intervistati è stato disaggregato per le seguenti variabili: sesso, età, area di residenza ripartita tra il comune capoluogo di provincia e gli altri comuni non capoluogo.

Il questionario era articolato in 14 domande (l’inflazione percepita, la problematica del lavoro, i servizi, l’ambiente e la salute, la percezione del miglioramento della qualità della vita, la sicurezza, le strutture e la disposizione per il tempo libero )  poste tramite contatto telefonico e/o telematico.

Questa seconda rilevazione tendeva a delineare il cosiddetto ‘ sentiment ‘, termine anglosassone che sta per ‘parere’ o, meglio, per ‘percezione’. In altre parole l’intervistato doveva pronunciarsi sul come egli interpreta e percepisce la situazione di fatto rilevata nei settori e nei servizi di cui al questionario.

Insomma l’importante dossier del quotidiano della Confindustria mette in relazione il contesto oggettivamente ‘ fotografato ‘, sulla base dei dati richiamati, con la percezione, cioè  col parere espresso nel merito delle medesime questioni dai protagonisti del sondaggio.

Sembra corretto essenzializzare in primo luogo la situazione di fatto: la tabella del livello complessivo della qualità della vita nell’intera provincia di Salerno vede la stessa collocata al 95° posto, la stessa posizione dell’anno 2009 ma peggiore di quella relativa al 2008 (90° posto ) e ancora più grave dell’87^ posizione del 2007.

La collocazione nella graduatoria finale tiene conto di sei settori d’indagine: tenore di vita, affari e lavoro, servizi ed ambiente, popolazione, reati e tempo libero. Nell’ambito di ciascun settore sono dettagliatamente individuati sei parametri  per complessivi 36 indicatori.

Una lettura meno epidermica della classifica consente in primo luogo di evidenziare che la situazione generale del tenore di vita nell’intero territorio provinciale peggiora inesorabilmente da cinque anni a questa parte e non riesce a risalire la china nemmeno di un posto, fermandosi nelle ultime 13 posizioni addirittura dopo Avellino, Benevento, Vibo Valentia, Ragusa e Catanzaro.

Eppure per Prodotto Interno Lordo (PIL – pro capite ) non si sta proprio male ( 48° posto ), così per i depositi bancari ( 80° con euro 7.832 per abitante ), per presenza di infrastrutture ( 54° ), per pagella ecologica ( 19°), media climatica (9°) ed emigrazione ospedaliera (67°).

Il disastro si rileva nell’importo medio mensile delle pensioni ( 545 euro = 92° posto ), per la bassa percentuale di giovani tra i 25 e i 34 anni occupati ( 49,40% = 91°), per il numero di imprese fallite ( 18 su 1000 ), per i protesti bancari ( 165 euro ad abitante = 107°, cioè ultimo posto in graduatoria ), per l’indice del costo della vita (96°), per il basso consumo delle famiglie (97°), per le estorsioni ( 98°), per i furti d’auto (89°), per la microcriminalità e le rapine (68°).

I 700 protagonisti del sondaggio, invece, beati loro, pur dichiarando una percezione sostanzialmente negativa per quanto riguarda gli indicatori più significativi (servizi, ambiente e salute = 102°; carovita = 75°; gravità del problema lavoro = 85°; criminalità ed ordine pubblico = 87°; tempo libero = 95°) colgono, grazie evidentemente ad una osservazione  sistematica della realtà circostante vista nel suo complesso e nella specificità dei singoli aspetti, segni di miglioramento così rilevanti e significativi da far piazzare Salerno capoluogo e il suo territorio provinciale alla poltrona d’onore, vale a dire in seconda posizione, la stessa conquistata l’anno scorso.

Questo risultato di per sé più che lusinghiero, oltre tutto, è decisamente inferiore del primo posto acquisito sempre come ‘ sentiment ‘ negli anni 2006, 2007 e 2008.

Insomma c’è in giro un diffuso ottimismo della volontà che si accompagna ad un  bisogno altrettanto condiviso  del piacere. Infatti a Salerno e provincia funzionano 3,5 sale cinematografiche per ogni 100 mila abitanti (30° posto) e 474 ristoranti e bar per ogni 100 mila abitanti (41°),

Non sono molte, però, le librerie ( 73° posto) né si svolge sufficiente pratica sportiva ( 83° nell’indice di sportività ). Trattasi di due indicatori che evidenziano, a quanto sembra, una consistente allergia alla lettura e una diffusa pigrizia corporale.

In verità siamo anche piuttosto indisponibili ad impegnarci per il prossimo ( 97° nell’attività di volontariato). In compenso su ogni 1000 giovani, tra i 25 e i 30 anni, sono ben 70 (36°) quelli che conseguono  la laurea, ovviamente con scarsissime possibilità di trovare lavoro, mentre abbiamo sufficienti motivi per essere soddisfatti per l’ottimo clima ( 9°) e per la pagella ecologica (19°).

Cosa vogliamo di più? E, soprattutto,  chi sta meglio di noi ?

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