IL MESSAGGIO A GESU’ BAMBINO DEL LEGHISTA SFASCIACARROZZE

Salerno, 21 dicembre 2010

 

Ambrogio IETTO

( Pubblicato su ‘IL NUOVO SALERNITANO ‘ di Martedì 21 dicembre 2010 )

 

LETTERA AL LEGHISTA CALDEROLI

Signor Calderoli,

 

le scrivo, utilizzando questa testata giornalistica che, anche se non rientrante nella rete dei quotidiani di respiro nazionale, ha il non comune merito di essere uno strumento pronto a dare spazio a quanti,  in piena libertà, avvertono l’esigenza primaria di esprimere fino in fondo il proprio pensiero. E’ mio desiderio, però,  fare in modo che alcune essenziali considerazioni, che andranno a dare sostanza a  questo mio contributo, possano, comunque, in modo diretto o indiretto, arrivare sulla scrivania di qualche suo collaboratore. A tal fine provvederò a trasmetterle questo testo al suo indirizzo di posta elettronica al Senato della Repubblica (calderoli_r@posta.senato.it ) e ad inserirlo sul mio blog www.ambrogioietto.com.

Chi legge per suo conto avrà subito notato che mi rivolgo a lei, utilizzando, con qualche sofferenza da parte mia, il ‘ signor’ che rimane, comunque, un appellativo di cortesia in genere non negato a chicchessia. Avrei potuto esordire col termine ‘ ministro ‘ che, in verità, ho escluso subito in quanto avrei collocato lei al medesimo livello di quei pochissimi componenti del governo Berlusconi percepiti, anche dalle opposizioni, come persone equilibrate nei modi e nel linguaggio, attente a non lacerare ulteriormente il tessuto  di quel che resta della cosiddetta unità nazionale.

Senza nulla togliere al prestigio che lei ritiene di possedere avrei potuto cavarmela col titolo di senatore. Anche su questa scelta ho avuto, però, delle perplessità. Infatti lei, potendo recuperare fonti storiche che attribuiscono all’imperatore Caligola l’atto generoso di nominare il proprio cavallo Incitatus componente dell’assemblea di cui ella fa parte, avrebbe potuto considerare offensivo e denigratorio il lemma ‘senatore’. Ho anche evitato, però, di introdurre questo mio testo col titolo a lei dovuto, a prescindere dalle responsabilità parlamentari e ministeriali, di ‘ dottore’ grazie  alla brillante laurea conseguita in gioventù  in medicina e chirurgia.

Ho escluso anche questa possibilità perché avrei dovuto precisare, secondo quanto risulta dall’annuario del Senato, che lei è anche dotato di specializzazione quinquennale in chirurgia maxillo-facciale, un settore che si occupa di tutte le operazioni mirate alla cura di alcune patologie tra le quali rientrano il traumatismo, la malformazione, la degenerazione, le problematiche estetico – funzionali della faccia con particolare riferimento alla struttura mascellare.

Ho potuto, così, riflettere, grazie ad un ardito sillogismo, che se il corpo potesse essere paragonato ad un’auto lei avrebbe il suo omologo nello sfasciacarrozze – carrozziere. Si giustifica, così, perché alla fine me ne sono uscito col ‘signor Calderoli ‘.

I condizionamenti professionali, però, le sono rimasti. E nel modo peggiore in quanto, essendo stato stregato lungo la via principale del suo paese di Mozzo dal fascino del grande Umberto, ha preferito opportunamente farsi fino ad ora sei legislature al Parlamento, evitando di combinare eventuali guai in sala operatoria a causa della comprensibile mancanza di allenamento.

Ora per il S. Natale ha pensato bene di scrivere una lettera speciale al Bambino Gesù, pregandolo di fare approvare il federalismo fiscale e di adoperarsi per trasferire nella sua Padania tanti ministeri, togliendoli a Roma ladrona.

E’ emersa, così, ancora una volta la personalità di uno che è abituato a fare ‘ porcate’ e a sfasciare quel poco che è rimasto di questo nostro povero stivale che ha voluto , nell’immaginario grafico, addirittura capovolgere.

E su questa operazione grafica lei ha confermato i suoi non trascurabili limiti: scaltro, furbo quanto si vuole ma per niente creativo. Infatti acriticamente è andato a copiare la copertina del libro di Pino Aprile, pubblicato dalla Piemme, dal titolo provocatorio di ‘Terroni’, un testo in cui sono descritte in modo didascalico tutte le ruberie e le malefatte che voi del Nord avete combinato al Sud a seguito dell’operazione unificante.

Il bello è che chi ha dato allo stivale una posizione capovolta giustamente ha collocato gli ipotetici dicasteri della cultura e dell’istruzione proprio al Nord, avvertendo l’esigenza primaria di compiere una radicale, primaria opera di alfabetizzazione culturale proprio a lei e ai suoi compatrioti leghisti che, interessati prioritariamente al denaro ( non per niente chiedete anche i ministeri dell‘ economia, dello sviluppo, dei trasporti e la stessa Consob), avvertite, però, oggettivi limiti nella corretta combinazione sintattica dei condizionali e dei congiuntivi.

A proposito, signor Calderoli, mi viene un dubbio. Lei saprà che tra i 1089 che seguirono Garibaldi da Quarto a Marsala e, quindi, fino a Teano, furono proprio i suoi conterranei bergamaschi a costituire il gruppo locale numericamente più folto con ben 163 presenze.

Il dubbio è questo: non crede che i suoi paesani bergamaschi fecero del tutto per partecipare così numerosi alla spedizione al fine di compiere una prima, sistematica rilevazione delle potenzialità economico – produttive del Mezzogiorno, preparando, così, terreno favorevole ai propri discendenti che, senza farsi molti scrupoli, avrebbero sfruttato a proprio uso e consumo le risorse ambientali offerte dal territorio e quelle finanziarie distribuite da Roma ladrona?

                                                                                           

 

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