AL DOCUMENTO DI MONSIGNOR PIERRO LA ‘ TRACCIA PER IL CAMMINO ‘ DEL SUO SUCCESSORE MONSIGNOR MORETTI

 

Salerno, 10 Marzo 2011

Ambrogio IETTO

IL DISORIENTAMENTO DEL MONDO CATTOLICO SALERNITANO

 

Ieri 9 marzo Mons. Luigi Moretti, arcivescovo primate di Salerno, ha incontrato gli operatori dell’informazione per illustrare il documento della Chiesa locale ‘ Dal Vangelo alla vita, dalla vita al Vangelo‘ che delinea un’ipotesi di itinerario pastorale per ‘ un accompagnamento alla vita cristiana ‘.

Al di là dei contenuti della ‘ traccia ‘ che, pur nella sua complessiva, positiva impostazione presenta anche qualche limite, l’incontro ha consentito di spaziare su aspetti non secondari della realtà curiale e sui non pochi problemi di natura organizzativo – amministrativa e pastorale che il presule ha dovuto affrontare nel corso dei primi sei mesi di esperienza episcopale.

Chi scrive, ribadendo la sua posizione di credente impegnato nell’associazionismo professionale di ispirazione cattolica, non ha avuto perplessità nel porre a Mons. Moretti una domanda sostanzialmente insidiosa riguardante il disagio del mondo cattolico salernitano non tanto per l’auspicata discontinuità tra i diciotto anni di episcopato di Mons. Gerardo Pierro e l’indirizzo generale di guida e di conduzione delineato dal nuovo presule quanto per la contestuale circolazione negli ambienti delle parrocchie, delle organizzazioni laicali e del laicato agnostico del territorio arcidiocesano del documento redatto in questi giorni e diffuso da Mons. Pierro dal titolo ‘ Trent’anni di episcopato nel segno della riconoscenza ‘ e l’altrettanto recente itinerario pastorale diocesano messo in cantiere dal gruppo di lavoro designato da Mons. Moretti.

La risposta alla non originale domanda non si è fatta attendere. L’arcivescovo non ha negato l’esistenza di una logica della discontinuità che tocca la vita della chiesa salernitana. Egli non si è dichiarato un ingenuo anche se deliberatamente evita di esprimere giudizi sul passato. Il problema esiste ma c’è una strategia molto semplice che è stata scelta e che viene portata avanti: è quella del recupero di un discorso positivo, della delicata ma necessaria ricerca di una collaborazione per giocare la stessa partita. E’ il metodo ampiamente consolidato dell’animazione e del doveroso impegno ad attivare e a sostenere processi di riconciliazione che sono fortunatamente già in atto. Fin qui il riscontro sul problema posto.

Rimangono, però, perplessità piuttosto ingombranti per la comunità ecclesiale più impegnata dal punto di vista organizzativo e per i tanti fedeli che, sia pure alimentati in prevalenza da una riscontrata religiosità popolare particolarmente legata a riti celebrativi e ad eventi di esaltazione agiografica, hanno avuto modo di rilevare in questi anni, all’interno della Chiesa locale,  contraddizioni, conflitti, eventi anche piuttosto tristi e sconcertanti.

Le perplessità riguardano la cornice piuttosto buia delineata da Mons. Pierro e riguardante un certo contesto ecclesiale locale e vaticano contraddistinto, in sede arcidiocesana, da ‘ invidie, trame  e gelosie ‘, da ‘ un fuoco che covava sotto la cenere ‘, dall’amarezza per il severissimo giudizio espresso nei suoi riguardi da un Visitatore Apostolico, dalla permanente ostilità di ‘ uno sparuto gruppo’ e, all’interno anche di ambienti di vertice, da ‘ ricorsi accolti fuori tempo, reintegri discutibili, gogne mediatiche, esposti bugiardi e calunniosi’ presi in considerazione.

La lettera del 31 gennaio scorso, con la quale Mons. Moretti accompagna la ‘ Traccia per il cammino ‘, nel fare riferimento al Sinodo Diocesano svoltosi dal 2003 al 2007, si limita a precisare che questa assemblea fu indetta dal suo ‘ predecessore ‘. Non un solo riferimento al nome di Mons. Pierro tuttora vivente, dimorante all’interno della struttura del seminario di Pontecagnano, e fregiato del titolo opportunamente richiamato nel suo logo di ‘Arcivescovo Metropolita Emerito di Salerno – Campagna – Acerno ‘. L’osservatore attento non può non considerare che l’omissione, in contrasto con le formule abituali adottate nei documenti pontifici ed episcopali, risulti non solo voluta ma anche indicativa di un deliberato distacco.

Nella ‘ Premessa ‘ alla ‘ Traccia di lavoro ‘ il gruppo deputato alla redazione della stessa, nell’anticipare alcune domande essenziali per dar vita ad una concreta opera di evangelizzazione, ritiene che le stesse chiedono ‘ risposte sincere ed esigono un  generoso cambiamento di rotta ‘.

Mons. Moretti, nel dare cortese riscontro alla questione posta dallo scrivente in occasione della conferenza   stampa di ieri, non ha smentito che il ‘ generoso cambiamento di rotta’ riguardi anche e, soprattutto, la chiesa locale. Il che autorizza a dedurre che, in via indiretta, l’espressione tenda ad essere anche di monito al laicato locale più che all’area dei presbiteri che pur ha dato manifesti segni di vivacità e di contestazione nei riguardi di Mons. Pierro.

Se questa intuizione non risulta forzosa va a chiare lettere ribadito il fatto che Mons. Pierro ha avuto a che fare con una realtà laicale organizzata, acriticamente esecutiva nei riguardi del suo episcopato, ipocritamente ancorata a manifestazioni di apparente fedeltà e rispetto e contestualmente pronta ad alimentare fertili  gossip sulle  scelte, spesso discutibili, compiute dal predecessore di Mons. Moretti.

L’itinerario pastorale diocesano presentato ieri andrà inevitabilmente incontro ad interrogativi collegati alla pedagogia situazionale che sembra costituire la scelta metodologica suggerita.

 

 

 

I commenti sono chiusi.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi