Archivio per maggio, 2011

ORA PIU’ DI IERI DE LUCA E CIRIELLI SONO TENUTI A COSTRUIRE E A GESTIRE UN CORRETTO RAPPORTO INTERISTITUZIONALE

31 maggio 2011

 

Salerno, 31 Maggio 2011

Ambrogio IETTO

ESITI ELETTORALI E GIUDIZI RESPONSABILI

 

 

Con Tommaso D’Angelo regge senza fatica un consolidato rapporto di stima e di amicizia. Dal 2000 al 2004 gli ho offerto piena e disinteressata collaborazione che ha consentito, grazie alle centinaia di editoriali pubblicati, di raccoglierli in due densi ed apprezzati volumi: ‘ Riflettendo sulla cronaca – Eventi e pensieri della quotidianità  ‘ ( Edisud Salerno – 2003 ) e ‘ Opinioni in libertà – Vicende politiche salernitane ‘ ( Plectica – Salerno 2005 ).

La sua cortese richiesta di riprendere l’antico, produttivo sodalizio non ha avuto bisogno di approfondimenti né di regole da definire e da sottoscrivere. D’Angelo, così come l’altro comune amico Gigi Casciello, sa bene che la felice riuscita dell’intesa poggia esclusivamente sulla possibilità di esprimere in piena libertà il mio pensiero, di partecipare in assoluta autonomia le mie pur discutibili opinioni.

E’ questa la condizione, non avanzata perché superflua, per rafforzare la dignità proprio di quei fogli di provincia che, nonostante le quotidiane difficoltà da affrontare e da superare, riescono a compiere il miracolo laico di uscire freschi d’inchiostro ogni mattina dalla tipografia.

Col pieno rispetto per le  qualificate testate che ospitano numerose pagine dedicate alle vicende di casa nostra va detto a chiare lettere che risulta impresa sempre più ardua ricercare su di esse un contributo che, non scritto da rappresentanti di partito o da figure portatrici di ruoli istituzionali ma redatto da giornalisti incardinati ufficialmente nell’organico del quotidiano,  osi muovere critiche o riserve nei riguardi di questo o di quel referente di pubblici organismi  o di aggregazioni partitiche. Una vicenda di pochi giorni fa, che ha avuto come protagonisti uno storico quotidiano meridionale e un noto docente universitario, suo editorialista e docente di Storia dei sistemi politici e di Storia del giornalismo presso un referenziato ateneo romano, la dice lunga sul grave livello di subordinazione che anche la stampa nazionale spesse volte raggiunge nei riguardi del potere economico – politico. 

Quindi particolarmente meritoria diventa l’opera di quei giornali locali che, pur affrontando continuamente il rischio della non sopravvivenza, offrono ai loro lettori la possibilità di leggere anche opinioni diverse da quelle espresse dai potentati in auge. I risultati del ballottaggio di ieri rendono ancora più impellente un’azione, modesta quanto si voglia ma pedagogicamente significativa, orientata ad incoraggiare soprattutto la gente semplice, non riconosciuta da chi occupa le stanze del potere e non incardinata dentro le poche lobby dominanti, a riflettere, ad andare dentro la notizia, ad interrogarsi, ad affinare le proprie capacità critiche.

Gli esiti elettorali di Milano, di Napoli, di Trieste, di Cagliari confermano che la società italiana trovasi in una fase di possibile transizione. Quanto accaduto nella nostra Nocera Inferiore, con l’elezione a sindaco del giovane avvocato Torquato, a danno di uno degli uomini di maggiore fiducia del presidente della Provincia Cirielli, tra l’altro nocerino egli stesso, costituisce un severo monito per il centrodestra dopo l’altro disastroso risultato di Salerno subito dall’avv. Ferrazzano, vice presidente in carica a Palazzo Sant’Agostino, e impone un severissimo esame di coscienza e un salutare bagno di umiltà tra quanti hanno avuto un ruolo di primo piano nell’impostare e nel condurre campagne elettorali dimostratesi fallimentari.

Salerno e provincia, oltre tutto, vengono a trovarsi in una situazione davvero delicata sul versante dei rapporti interistituzionali. La città è governata, quasi in  esclusiva, da un sindaco, Vincenzo De Luca, che,  ancor di più dopo il clamoroso trionfo di quindici giorni fa, è nella felice condizione di comporre a suo piacimento l’esecutivo senza scendere a tentativi di trattativa con chicchessia. Inoltre, nella contestuale disfatta in Campania del partito democratico, costretto  a porre le proprie future speranze in un De Magistris, risultato  presunto salvatore del vetusto orgoglio  bassoliniano e iervoliniano, egli emerge come l’unica futura possibilità di riscatto per Bersani e D’Alema.

Tutti sappiamo, però, che Provincia e Regione restano nelle mani del centrodestra che non potrà continuare ad assumere posizioni ferme e non collaboranti col comune capoluogo. Le due personalità, quella di De Luca e l’altra di Cirielli, sono caratterialmente affini: entrambe insofferenti, intransigenti, a volte anche aggressive e scarsamente disponibili a comprendere che il miglioramento della qualità della vita e uno sviluppo socio – economico decente del territorio dipendono anche, se non soprattutto, da una convinta, reciproca presa di coscienza della necessità di abbassare i toni e di ritrovare la via maestra di un corretto e proficuo rapporto interistituzionale.

Anche per questi essenziali motivi s’impone e va rispettato un costruttivo ruolo di terzietà che, di fatto, va riconosciuto ai locali mezzi di comunicazione. In questo senso si colloca molto umilmente  anche la mia collaborazione a questo giornale.

LA NUOVA SCENEGGIATA DELLA NAOMI CAMPBELL

26 maggio 2011

 

Salerno, 26 maggio 2011

Ambrogio IETTO

UN MODO COME UN ALTRO PER MORTIFICARE LE ISTITUZIONI

Pino Salvioli, sindaco di Bellizzi, è fuor di dubbio una persona garbata, di buona educazione, attenta anche alle buone maniere che il ruolo istituzionale di sindaco di una comunità impone di praticare. In occasione dell’arrivo all’aeroporto di Salerno – Costa d’Amalfi, avvenuto in territorio facente parte della circoscrizione amministrativa di cui è il rappresentante legale, egli ha ritenuto opportuno accogliere con tanto di fascia tricolore allungata al petto e al dorso la top model Naomi Campbell,  omaggiandola di rose e di mozzarelle. Se sull’omaggio floreale non ci sono obiezioni da muovere, qualche perplessità, invece, può generarla la scelta del secondo dono oltre tutto perché le misure del reggiseno della supermodella britannica sembra non coincidano con la tanto reclamizzata zizzona di Battipaglia composta da cinque chilogrammi di mozzarella di bufala e messa in vendita, secondo il sito ‘ Prodotti tipici regionali. it, a 40 euro cadauna.

Il buon Salvioli, accorso in particolare come promoter dello scalo del quale è anche uno degli amministratori, purtroppo ha dovuto fare solo buon viso quando l’irosa Naomi si è puntualmente infuriata nel momento in cui una cortese delegata della dogana di Salerno l’ha invitata ad aprire la borsetta per i dovuti controlli previsti dalle norme internazionali.

Il sindaco, in quella circostanza e su quel fazzoletto di territorio facente parte del suo Comune, era la massima autorità civile e politica presente in rappresentanza dello Stato italiano. Avrebbe avuto pieno titolo, quindi, col garbo che unanimemente gli viene riconosciuto, di far presente alla vulcanica modella di essere tenuta anch’ella al rispetto delle regole vigenti nel Paese ove, tra l’altro, non essendo lei un capo di Stato o un rappresentante diplomatico,  era stata finanche accolta con fiori e mozzarelle dal massimo referente istituzionale.

Ma la Campbell, abituatasi ad ideare e a concretizzare in tempo reale sceneggiate da vecchio ‘ Salone Margherita ‘, se l’è presa con l’ottima ed integerrima funzionaria della dogana così come aveva fatto nella Piazzetta di Lipari ove aveva utilizzato la sua costosa borsetta per colpire un fotografo, perseverando nei suoi comportamenti aggressivi in precedenza manifestati all’aeroporto di Heathhow, contro un dipendente dell’aerostazione, e qualche anno dopo, pur condannata a 200 ore di lavori forzati, picchiando a Manhattan il suo autista e scontando successivamente l’atto aggressivo con qualche ora di permanenza in cella di sicurezza presso un posto di polizia a New York.

Da quanto si legge sulla stampa al Salerno – Costa d’Amalfi la cosiddetta ‘ Venera nera ‘ ha combinato qualcosa di più chiassoso. E’ vero, ha evitato di prendere per i capelli la dipendente della dogana ma non ha aperto la borsetta per il dovuto controllo e, inoltre,  ha chiesto formalmente le scuse da parte di De Luca, considerato probabilmente il referente istituzionale di grado superiore a Salvioli.

Non è dato di conoscere se effettivamente la richiesta di scuse sia stata portata all’esame del sindaco di Salerno. E’ molto probabile ipotizzare che questo ‘ passaggio’ non sia avvenuto. Ne sarebbe derivata un’ulteriore polemica tra lui e il presidente della Provincia Cirielli.

Certo è che a formalizzare l’atto di scuse, si apprende sempre dalla stampa, è stata la direzione dell’aeroporto.

Ad avviso di chi scrive ci sono modi e modi per contribuire ad abbassare ulteriormente l’immagine del nostro Paese. Anche il trattamento riservato ad una donna che, si legge da Wikipedia, è andata a letto con 17-18 compagni ufficiali  avvicendatisi alla sua corte, la dice lunga sul come questa società , nelle sue differenti articolazioni, è disposta anche a prostituirsi pur di trarre un qualche vantaggio dalla presenza temporanea sul proprio territorio di un’esponente del gossip internazionale.

A SANTA MARINA – POLICASTRO L’ODIO TRA GENITORI TENDE A CONTAGIARE INSEGNANTI E BAMBINI DELLA SCUOLA PRIMARIA

23 maggio 2011

 

Salerno, 23 maggio 2011

Ambrogio Ietto

FAIDE LOCALI E SCUOLA SOTTO PROCESSO

Antonietta Nicodemo, brillante conduttrice di 105 TV, l’emittente televisiva seguita in tutta l’area del golfo di Policastro e del Cilento, attraverso il quotidiano ‘ Il Mattino ‘, di cui è puntuale corrispondente dalla stessa area territoriale, ci offre la primizia di una notizia  che, nel mentre fa riflettere sul livello di animosità e di livore che caratterizza la lotta politico – amministrativa nei piccoli centri, evidenzia  anche quali rischi può correre la stessa scuola  pubblica statale quando la lotta tra famiglie e gruppi rivali trasferisce su ingenui allievi della scuola primaria deteriori sentimenti di astio, di litigiosità, di avversione e, forse, anche di odio.

Questi i fatti ricavabili dalla cronaca giornalistica: nelle recenti elezioni amministrative si è votato per l’elezione del sindaco e il rinnovo del consiglio comunale anche nel comune di Santa Marina in provincia di Salerno. La località, un modesto centro collinare, si è sviluppata negli ultimi decenni verso l’abitato di Policastro Bussentino, sorto sulle storiche fondamenta di Buxentum e che dà il nome al ben noto golfo disteso tra stupende marine appartenenti a tre regioni, Campania, Basilicata e Calabria, corrispondenti alle province di Salerno, Potenza e Cosenza.

Il ritorno alle urne si era reso necessario per l’incompatibilità maturata per il sindaco dell’epoca Giovanni Fortunato, eletto al consiglio provinciale di Salerno e al consiglio regionale della Campania. Come da prassi, ormai abbastanza consolidata, a candidarsi alla carica di sindaco è stato un congiunto dell’uscente, esattamente il fratello Dionigi Fortunato, espressione della lista denominata, tanto per non cambiare,  “Gruppo Fortunato “ che ha battuto la lista concorrente “ La stella- Libertà democratica “ capeggiata da Alessandra Giudice, consigliere comunale uscente, superata di appena 31 voti.

Così è accaduto che alla regolare ripresa delle attività scolastiche due insegnanti del plesso di scuola primaria del locale Istituto Comprensivo avrebbero sollecitato gli alunni delle classi quarta e quinta classe a pronunciarsi, alzando la mano, su chi avesse vinto e su chi avesse perso le elezioni. Da quanto si apprende dalla cronaca giornalistica dei genitori avrebbero chiesto, nientedimeno alla Compagnia dei Carabinieri di Sapri, di accertare i fatti mentre si sarebbe allertato anche il presidente del consiglio di istituto nel sollecitare il dirigente scolastico ad avviare un’indagine interna.

E’ possibile dedurre che le preoccupazioni dei genitori e quelle del loro rappresentante nell’organo collegiale dell’istituzione scolastica siano fondate sul presupposto che le due docenti avrebbero attivato quel tipo di rilevazione al fine di individuare gli elettori schieratisi a favore dell’una o dell’altra lista in lizza, parteciparne la rispettiva identità a chi di dovere ( probabilmente ai candidati sconfitti ) ed attivare di conseguenza strategie punitive a danno degli allievi e dei loro genitori ‘ elettori ‘ dello schieramento vincente.

Chi scrive, ovviamente, non conosce l’identità delle due maestre chiamate in causa, non sa se esse siano congiunte di candidati sconfitti o vittoriosi alle elezioni né è in grado di valutare  il loro indice di simpatia o di antipatia nei riguardi del ‘ Gruppo Fortunato ‘ che, già per avere scelto questa denominazione – motto, partecipa all’opinione pubblica lontana dalle beghe locali il messaggio emblematico di  una politica intesa in senso personalistico o tutt’al più oligarchico.

Ovviamente non è nemmeno possibile sapere del come le due insegnanti siano arrivate al punto da chiedere agli alunni un pronunciamento sulla loro appartenenza alla schiera dei vinti o a quella dei vincitori. Si ipotizzi, ad esempio, che le docenti abbiano ritenuto opportuno, avvalendosi del principio costituzionale dell’articolo 33 ( ‘ L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento ‘ ), dare attuazione ad uno dei  principi presenti nelle ‘Indicazioni Nazionali  per la scuola primaria ‘ siglate dal ministro dell’epoca Letizia Moratti  ( Allegati al decreto legislativo n. 59/2004 )  e che  indica agli insegnanti di  “ esplicitare le idee e i valori presenti nell’esperienza “ dell’alunno “ nel rispetto della coscienza morale e civile di ciascuno”.

Si immagini ancora che esse abbiano inteso tener conto anche di quanto affermato dalle ‘ Indicazioni Nazionali per il Curricolo ‘ siglate dal successivo ministro Giuseppe Fioroni  in data 31 luglio 2007: “L’educazione alla cittadinanza viene promossa attraverso esperienze significative che consentano di apprendere il concreto prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente e che favoriscano forme di cooperazione e di solidarietà …. Obiettivi irrinunciabili dell’educazione alla cittadinanza sono la costruzione del senso di legalità e lo sviluppo di un’etica della responsabilità ‘.

Si consideri pure eventualmente che le stesse insegnanti,  secondo il principio costituzionale dell’autonomia didattica, organizzativa e sperimentale riconosciuta ad ogni istituzione scolastica statale, siano attualmente impegnate ad armonizzare, nel corso del triennio scolastico 2009/2012, come da ‘Atto di Indirizzo ‘ dell’attuale ministro Mariastella Gelmini dell’8 settembre 2009‘ Indicazioni Moratti ‘ e ‘ Indicazioni Curricolo Fioroni ‘, considerando anche quanto è riportato dallo stesso Atto di Indirizzo ‘, alla pagina 7: “ La conoscenza della nostra Carta costituzionale, l’adesione ai suoi principi e ai suoi valori di libertà, di giustizia, di uguaglianza, di rispetto della dignità della persona, di solidarietà, di pari opportunità, di democrazia costituiscono il punto di partenza, fin dalla scuola dell’infanzia, per sviluppare la coscienza civica, per imparare a convivere in armonia con le tante diversità presenti nella nostra società ….

Bene, alla luce di quanto sopra complessivamente richiamato, le insegnanti in parola erano pienamente legittimate a dialogare coi loro allievi di un tema che aveva vivacizzato il contesto socio – ambientale al fine di ricondurre la riflessione alle finalità superiori previste dai documenti ministeriali.

Resta da accertare, però, se il loro fine sia stato un altro, vale a dire quello di rilevare, attraverso l’autenticità espressiva dei ragazzi e l’incidenza della loro ascendenza sugli stessi, l’orientamento elettorale dei rispettivi genitori.

Ad essere deputato a compiere questa indagine è esclusivamente il dirigente scolastico che, per essere stato docente di ruolo per almeno sette anni e per i compiti attribuitigli dal legislatore all’articolo 25 del decreto legislativo n. 165/2001, ha tutte le qualità per accertare,con l’equilibrio dovuto, quanto accaduto in quelle due classi e quali siano state le dinamiche pedagogico – didattiche  che hanno motivato la scelta delle maestre a chiedere l’alzata di mano dei ‘ vincitori ‘ e dei ‘ vinti ‘.

Se egli dovesse rilevare una precisa, chiara, strumentale, inequivocabile intenzione, da parte  delle docenti,  di sondare l’effettiva opzione elettorale compiuta dai singoli genitori di ognuno dei rispettivi allievi, sarebbe tenuto ad avviare le procedure di cui all’articolo 55 bis sul procedimento disciplinare e seguenti di cui al citato decreto n. 165/2001 e recentemente introdotte dal decreto legislativo n. 150 del 27 ottobre 2009.

Leggere sulla stampa dell’intervento della Compagnia dei Carabinieri e dell’intento presunto e non augurabile del dirigente scolastico di ‘ convocare il consiglio d’istituto per stabilire gli eventuali provvedimenti da adottare nei confronti delle due insegnanti ‘ significa ancora una volta prendere atto della sempre più carente autorevolezza istituzionale del sistema scolastico e del rischio che esso corre di trasformarsi in sede di abominevoli faide localistiche.

DE LUCA VALUTERA’ DEGLI ELETTI ANCHE IL GRADO DI FEDELTA’ ALLA SUA PERSONA

19 maggio 2011

 

Salerno, 19 Maggio 2011

Ambrogio IETTO

TRA PREMIATI E BOCCIATI DALL’ELETTORATO

NASCE LA NUOVA GIUNTA CHE GOVERNERA’ SALERNO

 

Acquisito  e favorevolmente commentato il primato raggiunto da Vincenzo De Luca, il più votato in assoluto tra i candidati a sindaco di tutta Italia, sembra interessante analizzare le posizioni degli eletti all’interno del nuovo consiglio comunale, il consenso personale ricevuto, le dinamiche che si sono attivate all’interno delle singole liste, le prospettive che si aprono non solo e non tanto ai fini della composizione del nuovo governo cittadino ma anche e, soprattutto, per tentare di intravedere l’ipotetica composizione di una nuova classe dirigente della città ove mai  De Luca dovesse decidere di intraprendere, di qui a qualche anno, un percorso alternativo al precedente ed egualmente funzionale all’agognata conquista della presidenza della giunta regionale della Campania.

Tra i 20 consiglieri eletti, provenienti dalle tre liste che hanno sostenuto il riconfermato sindaco, un’attenzione particolare meritano quelli denominati ‘ progressisti per Salerno’. Tra loro si è sviluppata una lotta spietata all’ultimo voto non emersa in termini manifesti  in quanto severamente contenuta se non repressa dallo stesso leader. Gli oltre 700 voti individuali guadagnati da Franco Picarone su Ermanno Guerra, attestato in seconda posizione, confermano una ripresa significativa dell’assessore al bilancio dopo l’amarezza provata nelle ultime elezioni regionali.

In quella occasione De Luca, preso in prima persona dalla comprensibile sindrome di battere Caldoro, non volle, con la sua efficiente macchina organizzativa, pianificare le preferenze almeno nei bacini elettorali a lui più fedeli. Di conseguenza finì col sacrificare per una manciata di voti sia Picarone sia Ugo Carpinelli, favorendo di fatto la penetrazione di Antonio Valiante. Per il primo ora è arrivata l’occasione del riscatto e della riparazione del danno. Qualche osservatore un po’ sornione ha giudicato l’ultimo manifesto raffigurante Franco Picarone su di un’austera poltrona da comando un messaggio che sintetizzerebbe in modo significativo cosa ‘ farebbe da grande’ l’attuale gestore delle casse comunali.

Anche il successo di Guerra va letto in chiave premiante grazie al dignitoso e corretto suo modo di comunicare e di gestire rapporti e relazioni anche in sede istituzionale. Un trattamento migliore avrebbe meritato dall’elettorato Eva Avossa, vice sindaco uscente, che ha curato con particolare attenzione, nonostante le modestissime disponibilità finanziarie, il settore dell’istruzione pubblica riferito, in particolare,  alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo e ai relativi servizi di supporto. A danneggiarla, però, è stata la decisione del comitato elettorale di De Luca di accogliere nella lista di Campania Libera due concorrenti di fatto dell’Avossa in quanto espressione diretta del mondo della scuola: Gilda Ricci ed Alessandro Turchi che, anche se non risultati eletti, hanno dirottato a loro favore suffragi originariamente di pertinenza della vice-sindaco.

Emblematici il successo di Nino Savastano e la débàcle di Pasquale Stanzione: per il primo, superata favorevolmente la brutta vicenda giudiziaria che l’ha fatto umanamente soffrire non poco, è stato possibile confermare la costante fedeltà a Vincenzo De Luca, per il secondo, invece,  il tardivo amore ritrovato e pubblicizzato nei riguardi del grande capo, dopo la discutibile gestione in Provincia del comparto scuola accanto a Villani, non gli ha portato ombra di fortuna.

Per i ‘ Progressisti’ dovrebbero entrare a far parte del consiglio comunale Criscuolo, Criscito, Della Valle e il new entry Bernarbò. Per ‘Campania Libera ‘ va segnalata l’affermazione di Antonio D’Alessio, giovane e serio esponente del foro salernitano, e di Luca Cascone, attivo assessore uscente ai trasporti. Entrambi provengono dalla ‘ Margherita ‘ di un tempo ed esprimono, per tradizione familiare e consolidato senso di appartenenza, la cultura della moderazione e dell’impegno sociale dei cattolici. Per De Luca si tratta di due preziose risorse la cui piena valorizzazione in giunta qualificherebbe non poco l’esecutivo.

Per la lista ‘Salerno per i giovani ‘ da segnalare la bocciatura in pieno della candidatura di Vilma Fezza che, aggredita dalla sindrome della riconferma, ha ritenuto di doversi collocare nell’area De Luca, una realtà a lei estranea e non congeniale, soprattutto dopo le recenti, titubanti scelte che certamente non  le hanno consentito di costruire e di rafforzare una precisa identità politica e culturale.

A livello di opposizione non ha titolo a cantare vittoria Salvatore Gagliano che si è visto non riconosciuto leader da quasi la metà degli elettori che hanno votato le liste strutturate a suo sostegno.

Per i’aggregazione di centrodestra c’è poco da aggiungere alla generale constatazione che valuta negativamente la scelta compiuta a suo tempo da Cirielli e collaboratori nell’avere contrapposto all’egemonia deluchiana candidature perdenti in partenza e un impresentabile progetto alternativo  di città. Va apprezzato, all’interno della lista del PDL, lo sforzo generoso di Luciano Conforti, primo dei non eletti, costretto a chiedere consenso in un’area per lui assolutamente sconosciuta. Va salutata, infine, con piacere la scomparsa dal consiglio comunale del personaggio Pierro che non ha per niente brillato in passato per coerenza e fedeltà alla parte politica che rappresentava.

Non può passare inosservata la fuga da Salerno del ministro Mara Carfagna. Non sono stati di certo i preparativi per le prossime nozze a distrarla dal dovuto impegno nella vicenda elettorale della sua città d’origine. La sua assenza è stata la risultante di un molto discutibile compromesso raggiunto in casa PDL, formazione politica  che non ha ancora costatato e compreso l’impossibilità di vivere di rendita sull’onda lunga di un Cavaliere ormai stanco e seccato dal tenere faticosamente unita un’autentica armata di Brancaleone che si frammenta in mille microplotoni.

Rimane per il personaggio De Luca la domanda d’obbligo: ‘ Tenuto conto del trionfo ottenuto si accontenterà di fare per altri cinque anni il sindaco di Salerno per poi collocarsi in pensione ? ”. Un interrogativo del genere non ha senso. Il partito democratico in Campania è in totale dissoluzione mentre pallino di De Luca rimane la presidenza della regione che gli è stata vietata da Caldoro qualche anno fa. Grazie all’acume proprio di una vecchia volpe della politica egli valuterà, con la dovuta attenzione, se il mettersi in corsa per la presidenza della Provincia di Salerno, quale avversario diretto di Edmondo Cirielli, possa costituire il passaggio giusto per conquistare finalmente Palazzo Santa Lucia.

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