A SANTA MARINA – POLICASTRO L’ODIO TRA GENITORI TENDE A CONTAGIARE INSEGNANTI E BAMBINI DELLA SCUOLA PRIMARIA

 

Salerno, 23 maggio 2011

Ambrogio Ietto

FAIDE LOCALI E SCUOLA SOTTO PROCESSO

Antonietta Nicodemo, brillante conduttrice di 105 TV, l’emittente televisiva seguita in tutta l’area del golfo di Policastro e del Cilento, attraverso il quotidiano ‘ Il Mattino ‘, di cui è puntuale corrispondente dalla stessa area territoriale, ci offre la primizia di una notizia  che, nel mentre fa riflettere sul livello di animosità e di livore che caratterizza la lotta politico – amministrativa nei piccoli centri, evidenzia  anche quali rischi può correre la stessa scuola  pubblica statale quando la lotta tra famiglie e gruppi rivali trasferisce su ingenui allievi della scuola primaria deteriori sentimenti di astio, di litigiosità, di avversione e, forse, anche di odio.

Questi i fatti ricavabili dalla cronaca giornalistica: nelle recenti elezioni amministrative si è votato per l’elezione del sindaco e il rinnovo del consiglio comunale anche nel comune di Santa Marina in provincia di Salerno. La località, un modesto centro collinare, si è sviluppata negli ultimi decenni verso l’abitato di Policastro Bussentino, sorto sulle storiche fondamenta di Buxentum e che dà il nome al ben noto golfo disteso tra stupende marine appartenenti a tre regioni, Campania, Basilicata e Calabria, corrispondenti alle province di Salerno, Potenza e Cosenza.

Il ritorno alle urne si era reso necessario per l’incompatibilità maturata per il sindaco dell’epoca Giovanni Fortunato, eletto al consiglio provinciale di Salerno e al consiglio regionale della Campania. Come da prassi, ormai abbastanza consolidata, a candidarsi alla carica di sindaco è stato un congiunto dell’uscente, esattamente il fratello Dionigi Fortunato, espressione della lista denominata, tanto per non cambiare,  “Gruppo Fortunato “ che ha battuto la lista concorrente “ La stella- Libertà democratica “ capeggiata da Alessandra Giudice, consigliere comunale uscente, superata di appena 31 voti.

Così è accaduto che alla regolare ripresa delle attività scolastiche due insegnanti del plesso di scuola primaria del locale Istituto Comprensivo avrebbero sollecitato gli alunni delle classi quarta e quinta classe a pronunciarsi, alzando la mano, su chi avesse vinto e su chi avesse perso le elezioni. Da quanto si apprende dalla cronaca giornalistica dei genitori avrebbero chiesto, nientedimeno alla Compagnia dei Carabinieri di Sapri, di accertare i fatti mentre si sarebbe allertato anche il presidente del consiglio di istituto nel sollecitare il dirigente scolastico ad avviare un’indagine interna.

E’ possibile dedurre che le preoccupazioni dei genitori e quelle del loro rappresentante nell’organo collegiale dell’istituzione scolastica siano fondate sul presupposto che le due docenti avrebbero attivato quel tipo di rilevazione al fine di individuare gli elettori schieratisi a favore dell’una o dell’altra lista in lizza, parteciparne la rispettiva identità a chi di dovere ( probabilmente ai candidati sconfitti ) ed attivare di conseguenza strategie punitive a danno degli allievi e dei loro genitori ‘ elettori ‘ dello schieramento vincente.

Chi scrive, ovviamente, non conosce l’identità delle due maestre chiamate in causa, non sa se esse siano congiunte di candidati sconfitti o vittoriosi alle elezioni né è in grado di valutare  il loro indice di simpatia o di antipatia nei riguardi del ‘ Gruppo Fortunato ‘ che, già per avere scelto questa denominazione – motto, partecipa all’opinione pubblica lontana dalle beghe locali il messaggio emblematico di  una politica intesa in senso personalistico o tutt’al più oligarchico.

Ovviamente non è nemmeno possibile sapere del come le due insegnanti siano arrivate al punto da chiedere agli alunni un pronunciamento sulla loro appartenenza alla schiera dei vinti o a quella dei vincitori. Si ipotizzi, ad esempio, che le docenti abbiano ritenuto opportuno, avvalendosi del principio costituzionale dell’articolo 33 ( ‘ L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento ‘ ), dare attuazione ad uno dei  principi presenti nelle ‘Indicazioni Nazionali  per la scuola primaria ‘ siglate dal ministro dell’epoca Letizia Moratti  ( Allegati al decreto legislativo n. 59/2004 )  e che  indica agli insegnanti di  “ esplicitare le idee e i valori presenti nell’esperienza “ dell’alunno “ nel rispetto della coscienza morale e civile di ciascuno”.

Si immagini ancora che esse abbiano inteso tener conto anche di quanto affermato dalle ‘ Indicazioni Nazionali per il Curricolo ‘ siglate dal successivo ministro Giuseppe Fioroni  in data 31 luglio 2007: “L’educazione alla cittadinanza viene promossa attraverso esperienze significative che consentano di apprendere il concreto prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente e che favoriscano forme di cooperazione e di solidarietà …. Obiettivi irrinunciabili dell’educazione alla cittadinanza sono la costruzione del senso di legalità e lo sviluppo di un’etica della responsabilità ‘.

Si consideri pure eventualmente che le stesse insegnanti,  secondo il principio costituzionale dell’autonomia didattica, organizzativa e sperimentale riconosciuta ad ogni istituzione scolastica statale, siano attualmente impegnate ad armonizzare, nel corso del triennio scolastico 2009/2012, come da ‘Atto di Indirizzo ‘ dell’attuale ministro Mariastella Gelmini dell’8 settembre 2009‘ Indicazioni Moratti ‘ e ‘ Indicazioni Curricolo Fioroni ‘, considerando anche quanto è riportato dallo stesso Atto di Indirizzo ‘, alla pagina 7: “ La conoscenza della nostra Carta costituzionale, l’adesione ai suoi principi e ai suoi valori di libertà, di giustizia, di uguaglianza, di rispetto della dignità della persona, di solidarietà, di pari opportunità, di democrazia costituiscono il punto di partenza, fin dalla scuola dell’infanzia, per sviluppare la coscienza civica, per imparare a convivere in armonia con le tante diversità presenti nella nostra società ….

Bene, alla luce di quanto sopra complessivamente richiamato, le insegnanti in parola erano pienamente legittimate a dialogare coi loro allievi di un tema che aveva vivacizzato il contesto socio – ambientale al fine di ricondurre la riflessione alle finalità superiori previste dai documenti ministeriali.

Resta da accertare, però, se il loro fine sia stato un altro, vale a dire quello di rilevare, attraverso l’autenticità espressiva dei ragazzi e l’incidenza della loro ascendenza sugli stessi, l’orientamento elettorale dei rispettivi genitori.

Ad essere deputato a compiere questa indagine è esclusivamente il dirigente scolastico che, per essere stato docente di ruolo per almeno sette anni e per i compiti attribuitigli dal legislatore all’articolo 25 del decreto legislativo n. 165/2001, ha tutte le qualità per accertare,con l’equilibrio dovuto, quanto accaduto in quelle due classi e quali siano state le dinamiche pedagogico – didattiche  che hanno motivato la scelta delle maestre a chiedere l’alzata di mano dei ‘ vincitori ‘ e dei ‘ vinti ‘.

Se egli dovesse rilevare una precisa, chiara, strumentale, inequivocabile intenzione, da parte  delle docenti,  di sondare l’effettiva opzione elettorale compiuta dai singoli genitori di ognuno dei rispettivi allievi, sarebbe tenuto ad avviare le procedure di cui all’articolo 55 bis sul procedimento disciplinare e seguenti di cui al citato decreto n. 165/2001 e recentemente introdotte dal decreto legislativo n. 150 del 27 ottobre 2009.

Leggere sulla stampa dell’intervento della Compagnia dei Carabinieri e dell’intento presunto e non augurabile del dirigente scolastico di ‘ convocare il consiglio d’istituto per stabilire gli eventuali provvedimenti da adottare nei confronti delle due insegnanti ‘ significa ancora una volta prendere atto della sempre più carente autorevolezza istituzionale del sistema scolastico e del rischio che esso corre di trasformarsi in sede di abominevoli faide localistiche.

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