LA STANDING OVATION PER MONSIGNOR MORETTI

 

Salerno, 18 Giugno 2011

Ambrogio IETTO

CHIESA IN CAMMINO

 

 

Giovedì sera, presso il seminario diocesano di Pontecagnano Faiano  si sono concluse le tre sedute del convegno pastorale diocesano sul tema ‘ Dal Vangelo alla vita, dalla vita al Vangelo ‘.

Il consesso, voluto dall’arcivescovo metropolita mons. Luigi Moretti e preparato da una speciale commissione che ha elaborato un documento – guida dell’itinerario formativo affidato alle parrocchie e alle molte aggregazioni laicali operanti nell’ambito arcidiocesano, ha favorevolmente impressionato per tre essenziali motivi: la valorizzazione della forania quale ambito circoscrizionale aggregativo di più parrocchie contigue, la folta partecipazione di presbiteri, delegati di gruppi, rappresentanti foranei alle sedute plenarie e, per usare un’espressione anglofona per niente familiare a chi scrive, la standing ovation che ha salutato l’intervento conclusivo dell’arcivescovo Moretti.

Dal punto di vista metodologico l’aggregazione dei  partecipanti per forania, nel mentre ha reso possibile una riflessione a più voci sulla traccia di studio e, quindi, un significativo interscambio di esperienze vissute a grandi linee in un ambito territoriale abbastanza simile almeno dal punto di vista antropologico – comunitario, ha presentato il limite del troppo breve tempo offerto per un prezioso e contestuale lavoro di analisi e di sintesi dei temi affrontati.

Trattasi, comunque, di un itinerario metodologico – didattico da riprendere, potenziare e valorizzare soprattutto per una mirata azione formativa degli animatori e degli operatori di base. L’entità numerica dei partecipanti ha superato ogni più rosea previsione. Non è azzardata l’ipotesi avanzata di una presenza,  nell’immensa e forse sprecata palestra del seminario e nella zona immediatamente contigua, di almeno millecinquecento persone.

Tanti i laici presenti, prevalentemente  appartenenti al sesso femminile, e considerevole il numero dei sacerdoti, soltanto poche unità nella classica tonaca, i frati minori e i cappuccini nell’inconfondibile saio francescano, pochi presbiteri in clergyman, tanti con camicia e collarino bianco e un buon numero con pantaloni jeans senza ombra di riconoscimento dell’appartenenza alla compagine presbiteriale e curiale ma individuabili per l’affettuoso ‘ don ‘ scandito da propri parrocchiani.

Il terzo elemento positivo rilevato va strettamente collegato col secondo. E’ stato questo folto e variegato  pubblico, infatti, che ha ritenuto doveroso e simbolicamente espressivo salutare l’intervento finale di mons. Moretti, levandosi in piedi ed acclamandolo per alcuni, lunghi minuti.

Viene, pertanto, da chiedersi: l’ovazione così manifestata costituiva un segnale forte di  incoraggiamento in occasione della prima, folta assemblea di presbiteri e di laici presieduta dal nuovo presule ?

Voleva esprimere un bisogno – speranza di discontinuità ?

Intendeva testimoniare sostegno all’auspicata pedagogia di una pastorale dalla testimonianza viva, umanamente ricca, concretamente protesa a difesa delle componenti fragili della società salernitana, degli anziani, dei bambini, dei poveri, degli indifesi ?

Desiderava opporsi ad un laicato spesso autoreferenziale, abituato a pontificare e lontano mille miglia da una pratica della carità e della disponibilità nei riguardi del prossimo ?

Osava forse incoraggiare, sollecitare con linguaggio non verbale ma  festoso i tanto attesi cambiamenti all’interno della struttura curiale ?

Probabilmente la standing ovation ha voluto raccogliere l’insieme di queste motivazioni. Essa ha dimostrato, comunque, che c’è soprattutto una chiesa in cammino, rappresentata in prevalenza da un laicato con fede radicata, umilmente impegnato nella quotidianità a dare testimonianza viva di fraterna solidarietà.

 

                                                                                       

 

 

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