ROMA, NAPOLI, SALERNO: UNA CLASSE POLITICA CHE NON ALIMENTA FIDUCIA NEL CITTADINO

 

Salerno, 25 giugno 2011

Ambrogio IETTO

DESIDERIO DI ZITTIRE

 

Ho preso l’impegno con l’amico D’Angelo di scrivere di tanto in tanto un ‘ pezzo’ da ospitare su questa sua nuova creatura editoriale che, tra gli inevitabili, comprensibili  limiti, ha il grande merito di ospitare opinioni pensate e scritte in piena libertà, un valore questo che diventa sempre più raro a trovarsi. Diciamolo francamente: chi fa politica attiva non gradisce interventi critici anche quando ci si sforza di assumere posizioni analoghe con chi si trova collocato dalla parte opposta.

Il potere, modesto o importante che sia, ti vuole suo servo, esaltatore di scelte che non puoi condividere perché le consideri illogiche, controproducenti per la comunità, espressive soltanto  della faziosità o, peggio, dell’affare, ispirate al primato esclusivo dell’appartenenza e non del bene comune.

Ti rendi conto che, a partire dalle vicende nazionali, tu, semplice cittadino o libero pensatore, non conti letteralmente nulla. Può soltanto confortarti il dato, ormai indiscutibile, che a comandare non sono nemmeno i componenti del governo. C’è, infatti, sempre un Bisignani nella stanza dei bottoni che ascolta, fa il confessore laico, interrompe le lamentazioni altrui, promette, dà assicurazioni sul fatto e sul da farsi, attenua le posizioni, rende meno aspra la contesa. Succede, però, che pure lui, riconosciuto come soggetto dotato di potenti attributi e di notevoli qualità di mediatore e di faccendiere, ad una certa ora della lunga, interminabile giornata di lavoro, perda la pazienza e utilizzi un vocabolario poco decente.

Pensate un po’ cosa significhi per lui ascoltare donne in carriera: la Santanché che ormai ha rotto tanto da essere definita anche str…. , la Prestigiacomo invidiosa della Mara, la Carfagna che aveva garantito a Micciché di andare con lui e che poi non ha avuto il coraggio di tradire  il Cavaliere, la Gelmini che non ne può più di Tremonti.

Gli uomini, però, non è che brillino per intelligenza. Lo stesso Berlusconi è giudicato poco intelligente dalla Prestigiacomo mentre l’ex direttore generale della Rai Masi, riconoscendo evidentemente i suoi limiti anche nell’organizzazione scritta del pensiero in lingua italiana  chiede al salvatore del mondo, che è il Bisignani di turno,  di provvedere direttamente lui a redigere la lettera di licenziamento per Santoro.

Anche un generale, responsabile dei Servizi Segreti, si serve della sua mediazione per poter essere presentato a D’Alema. Ha letto, infatti, sui giornali che il personaggio in causa è davvero un pezzo che conta.

Diciamo la verità: c’è proprio da piangere. La voglia, però, di tacere, di pensare ad altro, di liberarsi definitivamente dalla sindrome di interessarsi di queste frattaglie è alimentata continuamente anche da quanto si verifica tra noi. Non soffermiamoci, per carità di patria, sul dramma napoletano dei rifiuti, che è dramma – come stanno le cose – dell’intera Campania né sulla sua classe politica assuefatta ormai ad un processo degenerativo irreversibile.

Per limitarmi all’orticello salernitano va detto a chiare lettere che a me sembra una follia il fallimento, prodottosi a Nocera Inferiore, di ogni tentativo di intesa tra l’eletto sindaco Torquato e l’opposizione, però maggioranza di fatto per numero di consiglieri eletti. La città capofila dell’Agro ha problemi davvero gravi da affrontare. E’ possibile che i gruppi in campo si irrigidiscano a tal punto da mandare tutto a carte quarantotto per ritornare alle urne ? E’ o non è questa una manifestazione lampante di irresponsabilità, di presunzione di stare dalla parte giusta, di incomunicabilità?

La stessa riunione del nuovo consiglio comunale di Salerno, svoltasi giovedì al Salone dei marmi, ha confermato non solo e non tanto le comprensibili differenti posizioni esistenti tra maggioranza ed opposizione ma anche il mantenimento e il consolidamento, da parte del sindaco De Luca, di una virulenza che, ammesso e non concesso che possa  liberarlo dell’adrenalina, radicalizza ulteriormente lo scontro con Cirielli.

Dal canto suo il presidente della Provincia lascia addirittura sconcertati quando dichiara la potenziale sua disponibilità a cambiare partito. Per sua fortuna lo sconcerto si prova in misura maggiore nel leggere le novità che arrivano da Maiori dove si è ritenuta decisione giusta ed opportuna nominare assessore ai Grandi Eventi e alla Comunicazione e Promozione del territorio nientedimeno il grande personaggio televisivo Alessandro Cecchi Paone che, in un incontro pubblico, ha lanciato alle lesbiche, agli omosessuali e ai transessuali dell’intero pianeta l’annuncio che il centro della Costiera sarà meta del turismo sessuale di tutti i gusti.

Non è il caso di esprimere giudizi nel merito per il rispetto che si deve alle scelte che organismi democraticamente eletti, si allude al sindaco e alla maggioranza che lo sostiene, ritengono di compiere molto probabilmente in coerenza col programma presentato e scelto dai propri elettori.

Pronunciarsi su opzioni che presuppongono rottura radicale con l’antropologia culturale di una comunità da sempre ancorata a principi considerati incompatibili con l’annuncio di Cecchi Paone, significa essere definiti affetti da omofobia, da incultura, da senilità cognitiva.

Meglio, quindi, zittire, e, ovviamente, non ascoltare,non leggere, non osservare  né tantomeno pensare.

 

                                                                            

 

I commenti sono chiusi.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi