TRA MAMMA MELANIA UCCISA E PAPA’ SALVATORE IN CARCERE

 

Salerno, 20 luglio 2011

Ambrogio IETTO

E LA PICCOLA VITTORIA ?

 

L’atteso arresto di Salvatore Parolisi, avvenuto ieri su decisione del Gip competente, ha ulteriormente alimentato i tanti processi mediatici in atto fin dal ritrovamento del corpo esanime e martoriato della povera moglie Melania Rea. Si radicalizzano ulteriormente le posizioni dei garantisti, dei colpevolisti e degli innocentisti. Tre posizioni queste che, di solito, vengono riproposte nel corso dei talk show e delle tante trasmissioni televisive in diretta: a ricoprire i diversi ruoli assegnati dai responsabili del programma sono avvocati, criminologi, psicologi, giornalisti, psichiatri, opinionisti. Ognuno va avanti con la propria tesi, facendo finta di sostenerla fino in fondo anche alzando il tono della voce.

Dentro il dramma si consuma, così, anche la sceneggiata che contribuisce in misura non trascurabile a far crescere il cosiddetto share, vale a dire la percentuale di telespettatori impegnati a seguire in una certa fascia oraria quel determinato programma.

Finché non ci sarà un altro grave fatto di sangue, con le sue incertezze  e con gli immancabili dubbi investigativi e, quindi, coi requisiti propri del caso su cui orientare il novello interesse  gradualmente crescente dei telespettatori, anche Frattamaggiore e Somma Vesuviana, i due centri contigui dell’entroterra napoletano ove risiedono le famiglie del presunto assassino e della povera vittima, offriranno ai curiosi incollati al televisore l’ennesima intervista dell’amico – compagno di scuola di Salvatore e le considerazioni finora molto pacate ed equilibrate del fratello della sfortunata Melania.

Piuttosto raramente si sono ascoltate e si ascoltano riflessioni significative sul conto della figlioletta Vittoria quasi sempre  chiamata in causa solo perché affidata ai nonni materni e periodicamente visitata dal papà caporalmaggiore Salvatore Parolisi. Ma se questi è davvero responsabile in prima persona dell’assassinio della consorte o se risulta, comunque, coinvolto sia pure indirettamente nell’efferato delitto le azioni da lui svolte, i comportamenti assunti, le espressioni verbali proferite sono tutti atti questi compiuti in presenza della piccola, tenera creatura.

Questa convinzione stava orientando le autorità inquirenti a disporre, con l’apporto di psicologi e neuropsichiatri infantili, un’audizione della piccola al fine di ricavare delle possibili indicazioni sulle quali costruire l’impianto probatorio. Per fortuna si è evitato questo ulteriore scempio su un soggetto tenerissimo già provato in mente sua dall’assenza, che dura già da tre mesi,  della percezione visiva di quel volto e di quel sorriso ben impressionati fin dal suo affacciarsi alla vita.

Se Parolisi ha commesso ciò di cui viene accusato sarà impresa difficile anche per il più esperto linguista coniare dei termini che consentano di aggettivare l’atto compiuto e il suo profilo di assassino. Troverà difficoltà a delineare la sua personalità anche il criminologo o lo psichiatra. E non solo per aver profittato del momento in cui la povera vittima compiva l’atto fisiologico della pipì oppure per aver tentato di dar vita o di simulare un atto sessuale al fine di  infierire di sorpresa sul corpo indifeso della consorte.

L’eventuale circostanza aggravante, onerosa come un macigno sulla sua condotta, in quanto inconcepibile ed incompatibile con la categoria della paternità, sarebbe rappresentata proprio dalla contestuale presenza della tenera Vittoria nelle situazioni più violente e terribili sulle quali è costruito l’impianto accusatorio degli inquirenti.

Ora la creatura sarà affidata, come è giusto che sia, ai nonni materni che hanno mostrato, nel corso di questi tre mesi, equilibrio, compostezza e strenua difesa della personalità del genero. La piccola crescerà, attentamente seguita con l’amorevolezza e la cura che sono proprie di chi si trova investito di una responsabilità pedagogicamente complessa. Man mano che il suo linguaggio sarà più spedito e più ricco di vocaboli ella costruirà la sua catena di ‘ perché ‘, porrà domande, si interrogherà, chiederà della mamma, del papà.

Man mano che amplierà il raggio delle sue conoscenze all’interno della scuola dell’infanzia e, quindi, del ciclo successivo di studi si troverà sempre di più dentro una comunità  in cui tutti si conoscono e tutti conoscono la storia delicata ed amara di una mamma tragicamente finita e di un papà in carcere a scontare una pena inevitabilmente lunga e gravosa.

Ci sarà di certo l’aiuto di psicologi e di neuropsichiatri infantili. Il loro apporto, la cura amorevole dei genitori e dei congiunti di Melania, l’incomparabile sofferenza dei familiari di Salvatore non saranno sufficienti, però, a dare una risposta a Vittoria preadolescente, poi signorina, quindi coinvolta, come è naturale che sia, in una probabile sua storia d’amore.

Ella, purtroppo, continuerà a chiedersi nel corso dell’intera  sua esistenza: ‘ ma è possibile che l’amore, sentimento così dichiarato ed osannato,  possa mescolarsi con l’odio e tradursi nel più cruento e disumano degli atti ? ‘.

 

                                                                                     www.ambrogioietto.com

 

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