Archivio per agosto, 2011

A VILLAMMARE UN EPISODIO CHE SMENTISCE RICORRENTI RISERVE MENTALI SUL CONTO DEI NAPOLETANI

25 agosto 2011

 

Villammare, 25 agosto 2011

Ambrogio IETTO

NAPOLETANI MA ONESTI

 

Ore 22 di mercoledì 24 agosto a Villammare, al centro del golfo di Policastro. La serata è particolarmente calda e si fa piuttosto fatica a trovare un posto ed una posizione che consentano di godere di un po’ di fresco. Mi reputo fortunato perché mi imbatto in una panchina libera, collocata ad appena venti metri di distanza dalla distesa azzurra del mare proprio di fronte Punta degli Infreschi.

 Constato che qui si sta proprio bene nel senso che un gradevole e leggerissimo venticello attutisce, sia pure in parte, l’afa imperante mentre è possibile ammirare uno scenario mozzafiato che consente anche di cogliere le fievoli luci dell’accattivante Acquafredda di Maratea.

Nel rientrare a casa mi rendo conto che l’occasionale perdita del bottone di una delle tasche dei pantaloni ha fatto fuoriuscire e cadere a terra il portadocumenti. Sono certo che non mi è stato sottratto furtivamente. In quel posto, infatti, mi sono fermato da solo né erano presenti, durante la mia permanenza, altre persone. Così inforco la bici nel tentativo di raggiungere al più presto il luogo ove presumibilmente ho smarrito il contenitore non solo di poche decine di euro ma, soprattutto, delle carte di credito, del bancomat, della carta d’identità, della patente di guida ed altro.

Mentre da ex tifoso di Gino Bartali tento di imitare lo sprint del suo eterno rivale Fausto Coppi  trilla il cellulare. Una voce femminile dall’altro capo, nell’assicurarsi della mia identità,mi informa di essere in possesso del portafogli.

Espressioni di gratitudine e di sollievo da parte mia e rapido scambio di essenziali indicazioni per riconoscerci ed incontrarci dopo pochi minuti all’altezza di un pubblico esercizio. Una signora sorridente, affiancata da un’adolescente e da due ragazzi,mi viene incontro col portadocumenti in mano. Ha anche il buon garbo di scusarsi per aver dovuto rovistare tra le carte al fine di rintracciare un qualcosa che le consentisse un contatto col legittimo proprietario. Per fortuna un prezioso mio biglietto da visita, ove era segnato il numero del telefono portatile. le ha evitato di raggiungere la sede, come era nelle sue dichiarate intenzioni, dei vigili urbani o dei carabinieri.

Preso atto dell’impossibilità di far gustare ai ragazzi e alla signora un gelato o una bibita fresca, non  mi è rimasto altro da fare che chiedere qualche notizia su quel bel quadretto familiare: madre con tre figli, due maschietti di otto ed undici anni, la sorellina iscritta alla terza classe di un liceo scientifico. Luogo di residenza: Nola.

Con la signora abbiamo scambiato qualche considerazione su San Paolino di Nola, sul compianto vescovo salernitano Guerino Grimaldi, sull’attuale presule mons. De Palma, già vescovo di Cava de’ Tirreni. Non mi sono permesso di chiedere altro alla cortese interlocutrice.

Una cordiale, devota stretta di mano da parte mia e l’augurio ai ragazzi di un fecondo, produttivo anno scolastico. L’episodio che ha avuto me come beneficiario protagonista alimenta qualche riflessione.

Non è un mistero che tutte le spiagge che si succedono da Salerno verso sud a partire da Paestum e fino a Scalea – Diamante, in Calabria, ospitano molti cittadini di Napoli e del suo hinterland. In alcune di queste località nei loro confronti non si nascondono apprezzamenti poco generosi, riserve mentali prodotte da comportamenti abituali e consolidati nel tempo: raggruppamenti spontanei tra residenti nel medesimo quartiere o nello stesso paese, chiassosità, espressioni verbali non solo colorite ma anche a volte volgari.

Fa piacere, quindi, a chi scrive sottolineare – al contrario – l’alto grado di onestà e di civismo manifestato dalla signora nolana che ha assunto un’immediata valenza pedagogica in quanto espresso alla presenza dei suoi tre figlioli i quali in futuro, in situazioni più o meno analoghe, non potranno che comportarsi così come ha agito la loro mamma rivelatasi anche modello di legalità e di cittadinanza attiva e responsabile.

ASSEGNATO A VILLAMMARE IL PREMIO LETTERARIO ‘ TORRE PETROSA’

23 agosto 2011

 

 

Villammare, 23 agosto 2011

Bruna Caponigro

A PAOLO ARCURI CON ‘ SANDALI DI ORTICA’

LA QUINTA EDIZIONE DEL PREMIO LETTERARIO

‘ TORRE PETROSA ‘

 

E’ davvero una formula fortunata quella ideata per il Premio di narrativa ‘ Torre Petrosa’ giunto alla quinta edizione consecutiva e conclusosi felicemente domenica sera nell’affascinante, suggestiva cornice di piazza Santa Maria di Portosalvo col  sottofondo musicale prodotto, con discrezione e naturale delicatezza, dalle quiete onde del mare  illuminato da un parziale  quarto di luna.

Nel corso del libroforum all’aperto di sabato notte si era avuta già la conferma di un felice itinerario procedurale, ormai ampiamente collaudato, che, grazie anche alle iniziali, intelligenti sollecitazioni della commissione selezionatrice, vedeva coinvolti, per quasi tre ore, diversi componenti della giuria popolare impegnati, anche su fronti opposti, a sostenere la maggiore o più contenuta qualità dei tre libri selezionati. Era questa l’evidente prova che i testi in discussione erano stati attentamente letti e seriamente vagliati dai cinquanta lettori-elettori sottoposti ad una sorta di arresti bibliografici durati non più di due settimane.

Le storie raccontate, i personaggi in esse descritti, i contesti ambientali di riferimento, lo stile della narrazione sono stati ripresi, anche con severi spunti critici, dai giurati popolari che, domenica sera, sono stati i primi protagonisti, questa volta discretamente silenziosi, della manifestazione.

Essi, infatti, hanno espresso con voto segreto la loro opzione a favore di uno dei tre libri finalisti, rispettando le procedure fissate da Tonino De Simone, Lina Parisi ed Anna Auricchio componenti ormai storici del seggio elettorale. Quindi è stato possibile conoscere ed ascoltare i tre autori ( Paolo Arcuri per ‘Sandali di ortica ‘, Francesca Battistella per ‘ Re di bastoni, in piedi ‘ e Maria Regina Simonetti per ‘ Il compleanno di mia madre’) sottoposti a quesiti tecnici e a curiosità  varie da parte dei componenti della commissione selezionatrice e della giuria popolare.

Il gioco comunicativo ‘domanda – risposte ‘ è stato seguito con particolare interesse dal folto pubblico presente. Non sono mancati momenti di commozione ogniqualvolta Teresa Pinto, finissima dicitrice, leggeva brani accuratamente selezionati dei tre libri.

Arcuri e Battistella sono stati percepiti come i più vulnerabili tra i tre a dimostrazione e a conferma che nella produzione narrativa c’è sempre una percentuale non secondaria delle dinamiche emotivo – affettive che investono la personalità dello stesso redattore del testo soprattutto quando questi, come nel caso dei tre citati finalisti, sono degli esordienti e, quindi, non contaminati da logiche mestieranti.

 A mezzanotte in punto, come da tradizione consolidata, si è avuto lo spoglio delle cinquanta schede votate da altrettanti componenti della giuria popolare che, come il resto del folto pubblico presente nel parterre all’aperto, hanno seguito con manifesta partecipazione emotiva l’andamento dello scrutinio conclusosi con la vittoria allo sprint ( 24 voti contro 22 ) di Paolo Arcuri su Francesca Battistella.

Le loro due produzioni hanno prevalso di fatto sul lavoro di Maria Regina Simonetti risultato probabilmente di più difficile lettura e di più complessa interpretazione a causa di un non sempre decifrabile gioco tra intensa attività onirica e recupero dell’ingenua stagione dell’infanzia.

Francesca Battistella col suo ‘ Re di bastoni, in piedi ‘ offre un quadro non solo movimentato ma anche significativo sul versante antropologico del contesto umano della Napoli degli anni Ottanta. I personaggi della storia narrata si ritrovano agevolmente nella realtà e meritano, per i tratti distintivi dei loro rispettivi identikit, un’auspicabile riduzione teatrale.

Paolo Arcuri, autore di ‘ Sandali di ortica’ e meritato vincitore della riuscita manifestazione letteraria, ha lavorato su un romanzo storico che vede protagonista ‘ un calabrese sovversivo ‘, rispondente nella realtà a suo nonno materno non conosciuto in vita dall’autore ma scoperto e ridisegnato sul versante umano col pathos partecipativo del nipote – scrittore la cui storia personale non si allontana di molto, se si escludono la partecipazione ad eventi drammatici propri degli anni Trenta e le conseguenti misure restrittive della libertà personale,  dal vissuto di tanti meridionali costretti ad emigrare e a subire i condizionamenti propri di continui processi di adattamento e di integrazione in realtà molto distanti da quella di origine.

L’Arcuri migliore emerge nelle fasi narrative dedicate al recupero degli aspetti più distintivi della sua terra d’origine e della gente che l’anima e ogniqualvolta il suo sforzo di interpretazione – identificazione coi comportamenti e con le scelte ideali dell’avo protagonista,  consente di mettere in moto l’intensa, profonda sua sensibilità di autodidatta, cultore appassionato di importanti, significative letture e votato ad ulteriori affermazioni.

 

 

A VILLAMMARE, NEL GOLFO DI POLICASTRO, CINQUANTA CITTADINI SCELGONO IL LIBRO CUI ASSEGNARE LA QUINTA EDIZIONE DEL ” TORRE PETROSA “

20 agosto 2011

 

Salerno, 20 Agosto 2011

Ambrogio IETTO

NON SOLO SAGRE

 

L’altro giorno su questa stessa pagina l’ottimo amico e collega Aurelio Di Matteo ha affrontato con la consueta chiarezza espressiva e con ammirevole onestà intellettuale il fenomeno delle sagre enogastronomiche così diffuso anche sul nostro territorio. Ne ha evidenziato i ricorrenti limiti e, purtroppo, anche i non troppo frequenti meriti. Il richiamo di questa lucida riflessione, socializzata come si suole dire a cuore aperto senza fronzoli  e lontana mille miglia da strumentali leziosaggini, sembra pertinente nel momento in cui ci si dispone a partecipare ai lettori il senso di una iniziativa, giunta alla sua quinta edizione consecutiva e voluta dall’amministrazione comunale di Vibonati, centro del golfo di Policastro con salde radici storico- culturali e capoluogo della suggestiva spiaggia di Villammare, ancora una volta gratificata dall’avvenuta concessione della ‘ bandiera blu’.

Questa sera sabato e domani domenica, alle ore 21.30, nella piazza Maria Santissima di Porto Salvo della ridente stazione balneare è in programma la fase finale del premio letterario ‘ Torre Petrosa ‘ così denominato in omaggio al plurisecolare edificio eretto quale struttura privilegiata di osservazione  a difesa dagli assalti di una marineria non sempre benevola.

La manifestazione culturale si muove nel rispetto di un bando pubblicato sul sito del Comune in cui sono indicate le condizioni per la partecipazione e le procedure per la scelta del libro da premiare. Le Case editrici considerate minori della Campania, della Puglia, del Molise, della Calabria e della Basilicata sono invitate a partecipare con almeno un’opera di narrativa edita nell’ultimo anno.

I lavori pervenuti entro i termini fissati dal bando sono letti ed analizzati dai componenti di  una commissione tecnica ognuno dei quali presenta, per ogni testo, una scheda descrittiva dei suoi aspetti più significativi. Alla fine, dopo un lungo, paziente lavoro di analisi e di comparazione, vengono scelti i tre testi finalisti.

Di ogni lavoro l’ente Comune acquista 50 copie che sono distribuite tra i componenti della giuria popolare in uno speciale incontro pubblico che, di solito, si concretizza nei primissimi giorni di agosto. Con un atto di ufficiale disponibilità ognuno dei giurati, residente o vacanziere in una delle località del golfo di Policastro, si impegna a partecipare ai vari incontri funzionali al concorso letterario. Quello di questa sera, per certi aspetti, è il più significativo: i giurati, opportunamente sollecitati dai componenti della commissione selezionatrice, saranno protagonisti di un vivace ma costruttivo libroforum, entrando nel merito del contenuto, dei protagonisti, dello stile narrativo di ciascuno dei testi finalisti.

Domenica sera gli stessi, in apertura di manifestazione, provvederanno ad esprimere la propria opzione con voto segreto dinanzi ad un regolare seggio elettorale. Quindi l’urna sarà sigillata per essere aperta a mezzanotte per lo scrutinio e la proclamazione del libro vincitore.

La presenza dei tre autori consentirà di ascoltare le loro storie personali di novelli scrittori attraverso le domande che porranno gli stessi membri della giuria popolare. Ovviamente stacchi musicali con motivi    particolarmente graditi dal pubblico renderanno più gradevole la manifestazione.  

La descrizione, abbastanza dettagliata del programma delle due serate, consente di recuperare alcuni risultati positivi che il premio ‘ Torre Petrosa ‘ di certo ha raggiunto: tende a valorizzare l’editoria minore del Mezzogiorno di solito priva di attenzione da parte delle istituzioni deputate a valorizzarla, offre a scrittori quasi sempre esordienti la possibilità di fruire di un’opportunità per l’ampliamento della ristretta area dei propri lettori, si adopera per consentire l’avvicinamento al libro di un certo numero di cittadini di solito  poco proclivi ad utilizzare questo strumento di fruizione del tempo libero.

I costi della manifestazione, voluta e sostenuta dal Comune di Vibonati, non superano i 4.000 euro tra l’acquisto dei libri e delle speciali sculture raffiguranti la ‘torre petrosa’, l’elargizione di 500 euro al vincitore, l’ospitalità ai tre autori e l’organizzazione materiale della serata. 

I membri della commissione selezionatrice sono ben lieti di collaborare, provvedendo di tasca propria  alle spese di viaggio per partecipare agli incontri programmati e per le inevitabili spese di rappresentanza.

In conclusione trattasi di un’esperienza gratificante per tutti che, anno dopo  anno, coinvolge sempre di più la comunità locale e i tanti graditi ospiti che trascorrono le vacanze tra i salutari oliveti  di Vibonati e l’accattivante spiaggia di Villammare.

A SEGUITO DELLA CONCESSIONE DELLA CITTADINANZA ONORARIA DA PARTE DEL COMUNE DI VIBONATI ( SALERNO ) AL TITOLARE DI QUESTO BLOG

13 agosto 2011

 

Salerno, 13 agosto 2011

Ambrogio IETTO

IL SENSO DI CITTADINANZA

 

L’altra sera il consiglio comunale di Vibonati, su proposta del sindaco Marcheggiani, ha deliberato all’unanimità di elevarmi alla dignità di cittadino onorario dello storico centro collinare nel cui ambito circoscrizionale rientra la ridente Villammare, nota stazione balneare anche quest’anno destinataria dell’ambita ‘ bandiera blu’.  

La decisione assunta dal consesso municipale mi ha lusingato non poco per prioritari motivi di natura emotivo -affettiva: proprio nella  fortunata sua frazione  nacquero 103 anni fa i miei genitori mentre più tardi, subito dopo la conclusione del primo conflitto mondiale, ben tre fratelli di mia madre  dalla sua spiaggia  presero il largo alla volta dell’America del nord alla ricerca di migliori condizioni di vita.

 Il piacere di entrare a far parte, sia pure in dimensione simbolica, di una nuova identità municipale nel momento in cui, per impellenti condizionamenti finanziari,  la manovra suppletiva del governo prevede l’accorpamento dei comuni con una popolazione inferiore ai 1000 abitanti, si accompagna all’assunzione di una dose aggiuntiva, senza dubbio piuttosto modesta, di responsabilità conseguente al senso di appartenenza ad un nuovo ideale campanile che si aggiunge a quello dove ordinariamente si risiede e si opera.

 Nella società del nostro tempo, che molto opportunamente studiosi di fama definiscono liquida per evidenziare la difficoltà – impossibilità di dare sostanza e stabilità temporanea a qualche principio o assunto cui poter far riferimento, che senso ha ritrovarsi sotto lo stemma o il gonfalone di una municipalità?

Ai ragazzi e ai giovani non viene raccomandato di aprirsi ad una realtà planetaria e di percepirsi, così, come cittadini del mondo ?

 Interrogativi di questo tipo accompagnano ormai la nostra quotidianità ogniqualvolta capita di incontrare persone che comunicano in un idioma differente dal nostro o indossano abiti decisamente diversi dalla comune foggia occidentale.

L’itinerario formativo che le nuove generazioni sono chiamate a percorrere di certo ha, quale meta necessaria ed agognata  da perseguire, quella di una visione interculturale della vita e della società organizzata. Guai, però, a rinunciare al consolidamento della propria identità culturale che è costituita dal dialetto, dalle tradizioni, dai sapori, dai riti, dal folclore, dalla microstoria del borgo, del villaggio, della città, della nazione di appartenenza.

Si condizionerebbe negativamente il cammino della civiltà se ci si avviasse verso un processo di uniformazione culturale, di tacito adeguamento ad un modello antropologico prevalente.

Allora anche una simbolica certificazione di appartenenza ad un’identità municipale assume un suo valore soprattutto quando il riconoscimento non viene espresso a favore di una persona appartenente a poteri forti di natura politica o istituzionale o di un personaggio di successo del cinema o della televisione. In casi del genere la municipalità legittimamente attende un qualche beneficio, un certo intervento che, nel dare  un po’ di notorietà al piccolo comune, consenta anche la possibile  soluzione di uno dei tanti problemi che assillano la vita  quotidiana della comunità amministrata.

Da un modesto mediatore culturale la municipalità ha il diritto di attendersi la gratuita, disinteressata disponibilità a credere e a testimoniare sul valore trainante del sapere, nel dovere di recuperare e di consolidare il culto della memoria, nel perseverare caparbiamente nell’opera di alfabetizzazione e di promozione culturale.

Per portare avanti idee fondanti di questo tipo non occorrono macroprogetti dispendiosi e conclamati. Non necessitano consulenti veri esperti o soltanto dichiarati tali da gratificare con lauti compensi. Promuovere ed alimentare cultura significa contribuire ad elevare il tasso di cittadinanza attiva, incentivare il senso della democrazia partecipata, offrire  alle giovani generazioni opportunità di gestione diversa del tempo libero, soprattutto nel  periodo vacanziero della  lunga pausa estiva.  

Non è impresa facile caricarsi di un simile compito. Si tratta, infatti, anche di convincere i reggitori della municipalità che a medio, lungo termine pure una proposta culturale può produrre consenso e, fatto ancora più importante, può alimentare nella comunità locale condivisione e senso di appartenenza.

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