COSA FARE PER DARE AL PARTITO DEMOCRATICO DELLA CAMPANIA UN PO’ DI DEMOCRAZIA E UN MINIMO DI AFFIDABILITA’ ?

 

Salerno, 9 agosto 2011

 

Ambrogio  IETTO

DE LUCA, SALES E IL PD

 

Nei giorni scorsi su il ‘ Corriere del Mezzogiorno’ , di cui è collaboratore, Isaia Sales, in passato esponente autorevole del partito comunista, sottosegretario di Stato e consulente di Antonio Bassolino, con un lungo e puntuale intervento ha ricostruito la storia per niente esemplare del termovalorizzatore di Salerno, prima caparbiamente voluto dal sindaco De Luca e, quindi, rinnegato dallo stesso nel momento in cui, a  seguito del mutato quadro normativo, la competenza in materia è stata attribuita alla provincia il cui presidente Edmondo Cirielli, con una determinazione almeno pari a quella  del suo avversario, ha provveduto, bruciando i tempi, ad indire la gara di appalto e ad aggiudicare ad un’associazione di imprese la realizzazione dell’impianto.

La cronistoria ricostruita da Sales non presenta distorsioni di sorta: tre anni fa, esattamente nel gennaio 2008, in piena crisi rifiuti, regnante a fatica il governo Prodi,  Vincenzo De Luca,  in quanto sindaco di Salerno, è nominato commissario governativo per la realizzazione del secondo termovalorizzatore.

Il consiglio comunale con particolare sollecitudine accoglie la proposta del primo cittadino, individuando l’area al confine dei comuni di Giffoni Sei Casali e di Pontecagnano. Favorevolmente condizionato dall’esperienza di Vienna, De Luca, pur avendo un’inenarrabile fifa di volare, sale per la prima volta su di un aereo per coinvolgere il noto architetto americano F. O. Gehry nella redazione del progetto al fine di inserire anche questa opera, deputata a trattare immondizia, tra le realizzazioni espressive dell’architettura di avanguardia di cui la città aspira a diventare sede privilegiata.

La prima e la seconda gara di appalto non ottengono il risultato sperato per una serie di motivi. Frattanto una legge voluta dal consiglio regionale della Campania attribuisce alle province la delega in materia di rifiuti. Cirielli ne è ben felice e parte lancia in resta per la redazione del progetto e la conseguente indizione della gara d’appalto.  

De Luca, ovviamente, non digerisce l’affronto, chiama in causa il padrino Bersani per un insolito intervento sul governo finalizzato ad evitare la sciagura di assegnare, secondo la tesi sostenuta dal sindaco e fatta propria dal segretario nazionale del PD, la concreta realizzazione dell’impianto nientedimeno ad imprenditori assoldati dal club camorristico dei casalesi.

 Le cose, comunque, non vanno secondo il disegno ideato da De Luca che, tenace e caparbio qual è, convoca il consiglio comunale e modifica la destinazione d’uso dell’area precedentemente scelta per ospitare l’impianto, destinandola ora a zona per l’incentivazione delle attività artigiane. La questione, come è possibile dedurre, ora è ferma al palo con contenziosi in atto ed esposti formalizzati dai due protagonisti all’autorità giudiziaria.

La sintetica ricostruzione della vicenda serve soltanto a richiamare alla memoria dei lettori interessati i passaggi più importanti della stessa. Per correttezza nei loro riguardi è doveroso aggiungere che le varie fasi sono condite dalla pungente prosa di Isaia Sales che non trascura nulla pur di mettere alla gogna l’ufficiale compagno di partito De Luca, di svergognarlo senza mezzi termini, evidenziandone le contraddizioni, l’incoerenza, le ricorrenti discordanze tra pensieri, affermazioni, comportamenti, dati di fatto, lo spietato pragmatismo, l’ossessivo e maniacale egocentrismo, una scaltrezza funzionale alla costruzione di una positiva immagine di sé legittimata da un indiscusso riconoscimento mediatico che lo accredita, all’occhio e al giudizio del comune telespettatore e dell’abituale lettore dei quotidiani, quale  meridionale fuori dalla norma, capace di offrire un modo adamantino ed efficace di amministrare la cosa pubblica.

 Chi si interessa di politica anche come semplice osservatore sa bene che il duo De Luca – Sales non ha dato mai segnali di potenziale idillio. Entrambi hanno frequentato le Frattocchie, Ariccia e Botteghe Oscure ma l’attività speculativa elaborata da ciascuno e i conseguenti comportamenti socio – politici assunti hanno allungato sempre di più le distanze tra i due. Su questo percorso di separati in casa avrà di certo influito anche la realpolitik interna al vecchio PCI e alle sue derivazioni in considerazione anche del fatto che i due talenti sono espressione del medesimo contesto territoriale.

Va sottolineato che il contributo di Sales, pur nella discutibilità delle sue affermazioni caustiche e graffianti nei confronti del sindaco di Salerno, riguardanti anche l’emblematico silenzio del sindaco sull’assegnazione della gara d’appalto voluta dal presidente della provincia Cirielli all’associazione di imprese di cui fa parte anche Rainone, parente di Gambino ed impegnato nella realizzazione di diverse opere a Salerno compreso  il discusso Crescent, scopre ancora una volta il velo sulla condizione miserevole del partito democratico in provincia di Salerno il cui segretario provinciale è persona vicinissima a De Luca il quale, dal canto suo, non ha fatto mai mistero della sua totale disistima nei confronti dei vertici nazionali ai quali ha impedito di fatto di porre piedi a Salerno nel corso della recente campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale. E’ lo stesso De Luca che se ne fregò del partito quando si candidò al posto di De Biase e mandò alle ortiche Alfonso Andria. Fu sempre lui che derise il sistema delle primarie ed ottenne il riconoscimento ufficiale di candidato alla presidenza della giunta regionale.

E’ il De Luca che, costretto a ricorrere al segretario Bersani per tentare di riottenere nelle sue mani la questione termovalorizzatore non volle che egli si recasse a Palazzo Chigi coi due parlamentari cittadini Iannuzzi, già segretario regionale del partito, ed Andria, addirittura anche consigliere comunale in carica.

E’ sempre De Luca che contrasta i tentativi di Antonio Valiante di continuare a coltivare il florido orticello cilentano e che suggerisce a Gianfranco Valiante di chiedere l’espulsione dal partito di quanti avrebbero assunto comportamenti non rispondenti alla linea di una maggioranza interna a lui servile.

Se il centrodestra vive le sue difficoltà sia al centro sia sul nostro territorio non c’è da stare allegri per quanto riguarda anche la situazione del partito democratico. Sarebbe interessante leggere dalla stessa, intelligente prosa di Isaia Sales come egli pensa si possa uscire da questo cul de sac rappresentato da un partito, già con cento anime a livello nazionale, e animato, nella realtà napoletana e salernitana,  da esperienze per niente edificanti dal punto di vista dell’etica e della democrazia partecipata.

 

 

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