L’ISTRUZIONE E LA CULTURA NON SONO PIU’ DI PERTINENZA DEL MIUR

 

Salerno, 6 ottobre 2011

Ambrogio IETTO

 

 

I QUESITI ESCLUSI DALLA PROVA PRESELETTIVA

 DEL CONCORSO A POSTI DI DIRIGENTE SCOLASTICO

 

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, rispettando, anche se procrastinata alle ore 23 la scadenza annunciata nel precedente comunicato,  ha reso nota la lista dei quesiti esclusi dalla batteria a suo tempo predisposta per la prova pre-selettiva del concorso a posti di dirigente scolastico, dalla quale saranno sorteggiate le cento domande a risposta multipla che impegneranno i candidati mercoledì 12 ottobre presso gli istituti scolastici dei capoluoghi di regione.

Gli items estrapolati dall’originaria banca dati sono stati collocati in tre elenchi diversi:

a ) il primo raccoglie i quesiti contenenti ‘ errori o imprecisioni tali da incidere sulla correttezza delle domande e/o delle risposte ‘ quantificabili in 250 unità;

b ) la seconda lista, particolarmente doviziosa con ben 586 quesiti, contiene ‘ tutti quegli items con formulazioni che potrebbero in qualche modo indurre in errore i candidati o presentare problemi interpretativi o refusi che l’Amministrazione ha ritenuto comunque opportuno escludere dall’estrazione “;

c ) infine il terzo elenco di  126 domande riguardanti le quattro lingue straniere, digitate con errori tipografici che avrebbero potuto produrre erronee interpretazioni da parte dei concorrenti.

In sostanza sono cancellati 962 quesiti.

La maglia nera delle domande escluse va ingloriosamente assegnata, nell’ordine,  agli esperti ( ? ) dell’Area 5 (n. 170 ) comprendente le  questioni  ‘organizzativa, relazionale e comunicativa con particolare riguardo alla integrazione interculturale e alle varie modalità di comunicazione istituzionale’, dell’Area 6 ( n. 152 ) riferita ai problemi di cui alle ‘ modalità di conduzione delle organizzazioni complesse’ e ‘ la gestione dell’istituzione scolastica con particolare riferimento alle strategie di direzione ‘,  dell’Area 2 ( n. 111 ) con domande riferite alla ‘ gestione dell’istituzione scolastica, predisposizione e gestione del piano dell’offerta formativa nel quadro dell’autonomia delle istituzioni scolastiche e in rapporto alle esigenze formative del territorio ‘, dell’Area 3 ( n. 63 ) aggregativa di argomenti di natura ‘ giuridico – amministrativo – finanziaria con particolare riferimento alla gestione integrata del piano dell’offerta formativa e del programma annuale ‘.

L’analisi dei quesiti giudicati irreversibilmente sbagliati o imprecisi consente di rilevare che un quinto degli stessi ( 51 su 250 ) fanno parte dell’Area  1 che accorpa ‘ Unione Europea, le sue politiche e i suoi programmi in materia di istruzione e formazione, i sistemi formativi e gli ordinamenti degli studi in Italia e nei paesi dell’Unione europea con particolare riferimento al rapporto tra le autonomie scolastiche e quelle territoriali e ai processi di riforme ordinamentali in atto’ e poco più dell’8% si riferiscono alle non meno importanti questioni riguardanti la dimensione socio – psicopedagogica con ‘ particolare riferimento ai processi di apprendimento, alla valutazione dell’apprendimento e dell’istituzione scolastica, alla motivazione, alle difficoltà di apprendimento, all’uso dei linguaggi multimediali nell’insegnamento e alla valutazione del servizio offerto dalle istituzioni scolastiche’.

Il quadro sopra descritto consente di esprimere non con saccenteria ma con l’umiliazione e la vergogna proprie di chi ha dato all’Amministrazione scolastica oltre 45 anni del suo impegno lavorativo alcune essenziali considerazioni:

  • gli attuali vertici tecnici e non politici del Miur, con il ripetuto  riferimento alla ‘commissione esterna di esperti’, tentano con  infantile faccia di bronzo di additare ai componenti della stessa la responsabilità della frittata fatta;
  • essi, così, finiscono di fatto col dichiarare di non essere tenuti al controllo di quanto prodotto dagli esperti ( ? ), facendo finta di dimenticare che è dovere dell’Amministrazione stessa, in quanto committente, di procedere alla verifica del prodotto ordinato a soggetti esterni;
  • l’analisi di cui sopra evidenzia che i danni prodotti fanno riferimento a  quesiti riguardanti questioni essenziali per la direzione e la gestione di un’unità scolastica ( autonomia, organizzazione, conduzione, piano dell’offerta formativa, piano annuale, rapporto scuola – territorio, dinamiche relazionali, gestione delle risorse umane e finanziarie ). Queste materie sono ampiamente conosciute e approfondite, almeno sulla carta, da tutti i quadri dirigenti interni al Miur. Quelle dell’Area 1 sono di specifica pertinenza di una struttura servile del Miur che è l’ex Indire, l’attuale Ansas, responsabile di EurydiceItalia, cioè dell’Agenzia europea preposta ai sistemi di insegnamento e di formazione del vecchio continente. Infine sull’Area 4 l’Amministrazione può contare su dirigenti tecnici e dirigenti scolastici operanti presso gli uffici centrali del Miur e presso le Direzioni Generali regionali;
  •  sembra, pertanto, naturale chiedersi: era proprio indispensabile assegnare il compito ad una Commissione esterna di esperti ? Ed anche se giudicata indispensabile la committenza, sarebbe stata possibile l’utilizzazione delle risorse interne almeno ai fini della dovuta operazione  di controllo ?
  • il continuo riferimento alla Commissione esterna di esperti , giudicata responsabile del pasticciato eseguito, apre un serio interrogativo sulla qualità del livello culturale e professionale dei soggetti coinvolti e sul livello di affidabilità degli stessi;
  • al di là della vicenda concorsuale che, per i suoi limiti, le sue conflittualità, le sue incongruenze, i suoi ritardi, le sue dubbie procedure ha prodotto danni non secondari all’equilibrio psico – fisico dei concorrenti, rimane irreversibile la brutta figura fatta dal dicastero che sovrintende alle politiche dell’istruzione, della formazione e della ricerca del Paese fino a qualche tempo fa universalmente identificato  con la sede della cultura e del sapere.

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