SALERNITANI ATTENTI A RISPETTARE LE REGOLE DEL RIGORE DETTATE DAI LORO LEADER POLITICI MA SEVERAMENTE IMPEGNATI A NON IMITARE LE LORO AZIONI
Salerno, 3 Novembre 2011
Ambrogio IETTO
TROPPI SCRIBI E FARISEI
Per il credente peccatore come me ritrovarsi di domenica in chiesa per partecipare al rito liturgico della Chiesa cattolica significa anche disporsi a riflettere, nella fase della liturgia della Parola, sul contenuto del brano del Vangelo letto e commentato dal celebrante.
Così domenica scorsa l’attenzione si è concentrata sul testo di Matteo ( 23,1 -12 ), ex esattore delle tasse in quel di Cafarnao, attratto dal fascino di Gesù che lo sceglie come uno dei suoi apostoli per risultare poi elevato, col tempo, anche alla dignità di protettore della città di Salerno. Ebbene, quel brano del Vangelo, redatto da Colui che all’alzata del Panno ogni 21 di agosto ripropone ai fedeli presenti nell’atrio del duomo la sua espressione rassicurante ‘ Salerno è mia e la difendo’, chissà perché sembra scritto proprio di questi tempi per i troppi scribi e farisei che circolano pure dalle nostre parti oltre che, ovviamente, tra i lussuosi corridoi dei Palazzi Madama e Montecitorio in quel di Roma.
Va ricordato che il brano evangelico ripropone un intervento di Gesù alla folla che l’ascolta e alla quale dà conferma che sulla cattedra di Mosè ora sono seduti scribi e farisei. I primi sono gli esperti della Torah, cioè della legge di cui sono attenti lettori, mentre i secondi, chiamati secondo la lingua ebraica farisei, in italiano ‘ separati’, si distinguono perché fanno gruppo a parte in quanto seguaci scrupolosissimi della stessa Torah. Ebbene Gesù non ha difficoltà a criticare entrambe le categorie per l’eccesso di legalismo e di ipocrisia ed ammonisce gli ascoltatori: ‘ Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano, infatti, pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini, amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze’.
Proprio in questi giorni la nostra stampa quotidiana e le emittenti televisive locali offrono, con una certa insistenza, a lettori e a telespettatori due notizie considerate particolarmente interessanti: la Camera di Commercio finalmente si dispone a concedere al comune di Salerno l’annuale contributo a sostegno della sesta edizione delle ‘ Luci d’Artista ‘ mentre il Partito della Libertà esulta per aver battuto ogni più rosea aspettativa nella campagna di tesseramento, raggiungendo il record di ben 20.000 adesioni.
Sulla prima questione il presidente Guido Arzano, imponendosi il self-control di quando faceva l’arbitro di calcio, non ha reagito alle provocazioni del sindaco De Luca che, confondendosi per un attimo di avere a che fare con un presidente di una delle sue società miste, aveva redarguito l’ente camerale per non essersi ancora pronunciato nel merito dell’atteso contributo.
Nel campo opposto si manifesta legittima euforia per i ventimila neo-iscritti, dimenticando l’arrabbiata incavolatura di Gasparri, manifestata due -tre settimane fa in quel di Battipaglia ove, sicuro di trovarsi almeno dinanzi ad un ventesimo dell’ufficiale folla degli accoliti del PDL per festeggiare con solennità il tradimento fatto dal presidente della provincia Cirielli all’ex suo leader Alemanno e il contestuale passaggio nella sua schiera, riuscì a contare ad occhio e croce appena una cinquantina di stagionati esponenti del partito.
I due fatti sopra richiamati consentono di evidenziare soltanto uno dei limiti comune a scribi e a farisei: quello della vanagloria, dell’accentuato compiacimento dei propri meriti che fa cadere poi inevitabilmente nell’eccesso di enfatizzazione.
Così De Luca, pronto a premere il pulsante per l’accensione delle luminarie, non chiarisce perché Torino, retta dal suo vecchio compagno di merenda Fassino, pur trovandosi ancora dentro i festeggiamenti dei 150 anni e alla quattordicesima edizione dell’evento, spenda appena 800 mila euro, cioè soltanto un quarto di quanto costeranno le luci di artista a Salerno. Eppure sul sito del capoluogo piemontese è possibile leggere che sono ben diciannove le diverse elaborazioni di luci di quest’anno prodotte da notissimi artisti dei quali sono puntualmente pubblicati i nomi.
Dall’altra parte ci si preoccupa di informare la comunità che alla cena di gala organizzata l’altra sera a Washington dalla National Italian American Fondation sul palco d’onore, accanto al presidente Barack Obama, c’era pure il nostro presidente della Provincia di Salerno onorevole Cirielli accompagnato finanche dal suo consigliere politico e da altri esponenti di Palazzo Sant’Agostino.
Eppure si sente parlare tanto di crisi, dell’impossibilità di garantire i servizi alla persona e anche della necessità, scriveva l’altro giorno sul ‘ Corriere della Sera’ l’ex sindaco di Torino Chiamparino, di dover combattere il populismo che mentre ‘ strumentalizza le paure’, allignando ‘ sia a destra sia a sinistra’, tende a ‘ colpevolizzare l’altro e deresponsabilizzare se stessi e la propria comunità’, sottraendo ‘ a tutti noi il diritto di misurarsi con il proprio futuro’.
Ma, come scrive l’evangelista Matteo, facendo il cronista di Gesù, tutti noi dobbiamo puntualmente eseguire ciò che scribi e farisei ci raccomandano di fare ma siamo tenuti in modo assoluto ad evitare di imitarli nei comportamenti che assumono e nelle opere che realizzano.