IL RAPPORTO DELLA CARITAS DI SALERNO E IL POCO COERENTE INVITO DEL SINDACO DE LUCA ALLA SOBRIETA’

 

Salerno, 18 dicembre 2011

Ambrogio IETTO

L’INVITO ALLA SOBRIETA’

 

Ultima domenica prima del S. Natale. La settimana che si è conclusa ha fatto acquisire al nostro Paese due risultati entrambi per niente incoraggianti: il primo riguarda l’ufficiale presa d’atto di trovarci in una fase di vera e propria recessione. Il che significa rinuncia agli obiettivi programmati in precedenza e, quindi, alla speranza di poter contare su sia pur piccoli segnali di ripresa.

Recessione è sinonimo di depressione dell’attività economica, di flessione nello sviluppo. Gli esperti di norma l’ipotizzano transitoria. Questa volta sembra che essa sia destinata a durare. Per certi aspetti il secondo risultato conferma, purtroppo, un’ipotesi di questo tipo. Infatti la maximanovra elaborata dal governo Monti ed approvata alla Camera dei deputati è orientata esclusivamente ad aggravare il regime di tassazione, penalizzando, come era da prevedersi, fasce sociali che già avvertivano forti sofferenze nell’ordinaria gestione della vita quotidiana.

Gli interventi sperati, quelli funzionali alla ripresa della crescita e dello sviluppo, sono mancati a causa dei forti condizionamenti prodotti da un diffuso lobbismo su di un parlamento preoccupato in misura prevalente di non perdere il consenso nella prossima consultazione elettorale. In termini piuttosto brutali si tratta di stringere ancora di più la cinghia, legarla più stretta, fare ulteriori rinunce.

Per centinaia di migliaia di nuclei familiari significherà  privarsi anche  di una parte dell’essenziale. L’interessante, prezioso ‘Dossier statistico povertà e risorse – 2011’, presentato ieri presso la sede della Caritas diocesana con un messaggio introduttivo dell’arcivescovo Mons. Moretti che lo definisce ‘strumento valido per l’animazione alla carità ‘, offre dati e rilevazioni che, integrando le risultanze dei ‘Rapporti‘ Caritas nazionale e regionale, confermano la diffusa presenza sul territorio dell’arcidiocesi di situazioni di straordinaria povertà.

Fino a qualche anno fa ricerche di questo tipo orientavano una particolare, quasi specifica attenzione ai cittadini stranieri, alle loro oggettive difficoltà, ai loro bisogni primari, ai complessi processi in atto per un’umana, accettabile integrazione. Ora analoga attenzione è rivolta a nostri concittadini, alla stretta interconnessione emergente tra famiglie e condizioni di disagio, di vulnerabilità sociale, di vera e propria povertà.

Circa un quarto dell’utenza che ricorre ai  Centri di Ascolto della Caritas diocesana, purtroppo, è costituito da soggetti reduci da rottura dei legami familiari. Sono i cosiddetti nuovi poveri che si identificano sempre più con separati, divorziati, vedovi. A questa schiera si aggiunge il popolo degli anziani, dei destinatari di pensione sociale, caricati anche dell’onere del fitto della modesta abitazione ove abitano.

E’ questa una povertà non ostentata, che soffre in silenzio, che porta il fardello delle personali frustrazioni con discrezione e con sostanziale dignità. L’invito alla sobrietà, partecipato tramite la propria pagina web dalla stessa Caritas, merita particolare attenzione e va nel senso di avere il coraggio di rinunciare alle tante cose inutili che ci vengono rifilate come indispensabili.

Stranamente l’invito al senso della misura, della continenza, della morigeratezza, del rifiuto dell’eccesso e del superfluo ci arriva anche dal sindaco della città. Nella sintesi del suo settimanale intervento televisivo, cortesemente diffuso dall’ufficio stampa del Comune,  è detto testualmente: ‘ Abituiamoci a fare un passo indietro, a diventare più sobri, più modesti, ad evitare gli sprechi’.

Con questa affermazione De Luca assume le vesti del buon padre di famiglia, finisce con l’apparire anche un condivisibile pedagogo in quanto utilizza, in chiave esortativa, la prima persona plurale dell’indicativo presente del verbo ‘abituarsi’.

Spiace a chi scrive apparire come la solita voce critica ma non sembra che il primo cittadino, da grande padre di una comunità che lo ha voluto con espressione plebiscitaria, abbia dato esempi inconfutabili di autentica, sofferta sobrietà nel caricare su di un bilancio già in evidente sofferenza oneri sproporzionati al fine di rendere per niente sobrio il Natale apparente dei salernitani, lasciando contestualmente  vuote le casse per essenziali servizi riservati alle troppe persone in disagio e in evidenti difficoltà socio – economiche.

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