LUIGI OSCAR SCALFARO MINISTRO DELL’ISTRUZIONE

 

Salerno, 31 gennaio 2012

Ambrogio IETTO

SCALFARO E LA SCUOLA

 

Luigi Oscar Scalfaro nel corso della sua lunga attività politica ha avuto un rapporto molto particolare col mondo della scuola. Non solo e non tanto per l’anno che trascorse al ministero della Pubblica Istruzione, dentro il palazzotto di viale Trastevere, nella qualità di titolare di quel dicastero.

Vi arrivò come componente del secondo governo Andreotti dal giugno del 1972 al luglio 1973 in compagnia del salernitano Salvatore Valitutti, nominato sottosegretario per conto del Partito Liberale che di questa compagine governativa era componente organico.

Chi scrive era stato eletto, alla fine del 1969, in rappresentanza dei maestri elementari italiani, membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione la cui terza sezione era presieduta dall’ altro autorevole cattolico Giuseppe Lazzati, rettore dell’Università Cattolica, e già componente, come Scalfaro, dell’Assemblea Costituente e delle prime due legislature repubblicane.

Fu quella una stagione di particolare fragilità politica che registrò un continuo avvicendamento di governi. Dai primi mesi del 1970 al 1974 si avvicendarono, infatti, alla guida dell’istruzione pubblica italiana, Mario Ferrari Aggradi, Riccardo Misasi, Luigi Oscar Scalfaro e Franco Maria Malfatti.

L’interesse verso il sistema educativo – scolastico Scalfaro l’aveva avvertito da subito tanto è vero che fu invitato da Carlo Carretto e Maria Badaloni, cofondatori dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici, a tenere, nel 1946, con Giorgio La Pira ed Emilio Colombo, una delle relazioni al primo congresso nazionale dell’AIMC  che discusse il tema ‘Salviamo il fanciullo’.

In questa occasione si consolidarono rapporti di profonda stima con l’onorevole Badaloni, eletta presidente nazionale del nascente gruppo professionale. E fu proprio lei che segnalò a Scalfaro, ministro dell’istruzione, l’affidabilità del gruppo dei rappresentanti eletti dell’AIMC all’interno del massimo organo consultivo dell’istruzione pubblica.

Nel corso di questa esperienza più volte capitò di ascoltare dal compianto presidente della Repubblica lusinghieri apprezzamenti nei riguardi di Salvatore Valitutti giudicato da lui degno di poter essere il vero titolare del dicastero di viale Trastevere per il forte senso dello Stato, il robusto retroterra culturale e il patrimonio di competenze specifiche acquisito in campo educativo – scolastico.

Otto anni dopo, infatti, quando Valitutti fu chiamato a ricoprire l’incarico di ministro dell’istruzione, il primo esplicito compiacimento fu dello stesso Scalfaro che ebbe ad esprimere: ‘ Finalmente la persona giusta al posto giusto’.

L’attenzione del compianto presidente  verso le problematiche educative fu costante proprio grazie ai contatti continui che coltivava con l’Associazione Italiana Maestri Cattolici, in particolare anche coi successori di Maria Badaloni, cioè Carlo Buzzi e Bruno Forte, e ai diversi incontri avuti coi quadri dirigenti del gruppo professionale in occasione di alcuni congressi e convegni di studio.

Nei riguardi della presidente Badaloni manifestava grande stima e sentimenti di  profonda,  devota amicizia. Divenne famosa una sua spontanea battuta, espressa nella primavera del 1972 a Belgirate sul lago Maggiore, nel corso di un convegno di studi promosso dall’Associazione. La presidente, durante la cerimonia di apertura dei lavori, ringraziava Scalfaro, nella qualità di ministro dei trasporti, che aveva disposto una fermata straordinaria dei treni rapidi nella piccola stazione di quella località per favorire l’arrivo e la partenza dei convegnisti.

Il ministro l’interruppe, sottolineando che per il titolare di quel dicastero era più facile far fermare i treni che farli partire e correre. Con molta umiltà e con la ben nota, solida fede di cattolico impegnato, in compagnia della figlia, recitò da mariologo convinto un intero rosario accanto alla salma della prima presidente dei maestri cattolici.

Con la stessa semplicità  fu presente all’intera cerimonia funebre della compianta collega  Rita Ludovico che della figlia Marianna fu amica carissima. Un cattolico coerente, dunque, convinto assertore dell’incidenza decisamente positiva  che una buona scuola e una sana famiglia determinano sul percorso formativo della persona.

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