L’ARTICOLO 21 DELLA COSTITUZIONE: E’ POSSIBILE ESPRIMERE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO SENZA ESSERE COLLOCATO A FAVORE O CONTRO DE LUCA O CIRIELLI ?

 

Salerno, 25 Marzo 2012

Ambrogio  IETTO

Né pro né contro De Luca

 

 

L’altro giorno, in apertura del consueto appuntamento televisivo del giovedì su ‘Telecolore’, l’ottimo collega Peppe Leone diede avvio alla quotidiana trasmissione ‘ Ore 12’ con una simpatica, voluta provocazione nei miei riguardi con la quale venivo gratificato con l’attributo di ‘antideluchiano ‘. La scherzosa denominazione attribuitami faceva riferimento alle non rare considerazioni critiche che mi capita, nella qualità di modesto opinionista, di scrivere su ‘ ROMA CRONACA ‘ o di proferire nel corso del settimanale appuntamento televisivo verso atteggiamenti assunti o decisioni operate dal sindaco di Salerno, onorevole Vincenzo De Luca,  nella funzione di responsabile della vita amministrativa della città.

La rapida interlocuzione, propria del linguaggio televisivo, non consentì al bravo conduttore della trasmissione di attribuirmi anche l’apposizione di ‘anticirielliano’. Per fortuna, a darmi giustizia, interviene il mio blog www.ambrogioietto.com che, saturo al momento di ben 224 articoli a partire da settembre 2009, ospita numerosi miei contributi che esprimono anche apprezzamenti per niente lusinghieri nei riguardi dell’onorevole Edmondo Cirielli, presidente della Provincia e presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati.

Quello che può apparire come un problema personale mio verso due autorevoli esponenti della nostra vita politica ed amministrativa assume, invece, una rilevanza, sia pur modesta e relativa, dentro una più ampia riflessione che investe il rapporto tra referenti istituzionali, organi di stampa, emittenti televisive ed opinione pubblica.

Va subito evidenziato che, per quanto sancito in termini solenni dall’art. 21 della Carta Costituzionale, il diritto alla libertà di espressione anche attraverso la stampa e gli altri mezzi di comunicazione di massa non sempre trova di fatto possibilità di essere manifestato sia pure nei termini dettati dalla correttezza e dal rispetto che si deve alla dignità delle persone chiamate in causa.

Maggiori difficoltà si incontrano, in particolare, in realtà socio – politiche come le nostre in cui motivi essenziali di sopravvivenza di emittenti e di organi di stampa, di semplice opportunità, di contingenti e rispettabili posizioni personali di quanti operano nel settore, consigliano di riportare fatti e dichiarazioni nel testo integrale delle veline trasmesse dai vari uffici stampa accreditati presso le diverse sedi istituzionali.

Chi scrive è nella personale, fortunata condizione di poter esprimere in libertà le proprie discutibili opinioni e di essere ancora ospitato con gradimento da parte dei responsabili delle due testate menzionate. Nel caso dovesse venir meno il rapporto fiduciario l’attività pubblicistica continuerebbe nel ruolo, come si dice oggi in lingua anglofona, di blogger.

E’ pur vero che molti personaggi che reggono pubbliche istituzioni o ricoprono ruoli rappresentativi significativi  preferiscono i yes – man, persone accondiscendenti, a volte addirittura servili e tirapiedi.

E’ questo il limite più grave ed incorreggibile della nostra democrazia, determinato, in particolare nel Mezzogiorno d’Italia, dalle precarie condizioni generali del nostro assetto sociale, dal tasso molto elevato di disoccupazione giovanile ed intellettuale e da un deprecabile costume di natura antropologica fondato sul frequente patto che viene siglato tra chi ricerca e chi concede il consenso.

Mentre si riesce anche a comprendere il comportamento di chi vive oggettivamente in difficoltà ed invoca l’aiuto del potente di turno non può che essere severamente censurato il tacito, voluto assenso da parte di quanti godono di autonomia economica e di meccanismi cognitivi idonei a valutare con equilibrato senso critico le vicende che incidono sulla migliore qualità  della nostra vita e, in particolare, sul futuro dei nostri figli e nipoti.

I richiami valoriali posti a fondamento della mediazione culturale affidata al sistema scolastico ed universitario si riferiscono al rispetto della legalità da parte delle giovani generazioni e alla promozione in ogni allievo del senso vero della cittadinanza attiva, condizioni essenziali entrambe per non essere né pro né contro De Luca o Cirielli.

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