DAL CONCITTADINO ROBERTO ADINOLFI UN MODELLO DI VITA DA IMITARE DA PARTE DEI TANTI NUOVI AMMINISTRATORI PUBBLICI

 

Salerno, 9 Maggio 2012

Ambrogio IETTO

 

PER GLI ELETTI: UN PROFILO DA IMITARE            

 

La riflessione odierna avrebbe dovuto concedere priorità all’atto terroristico di Genova ove è stato gambizzato l’ingegnere Roberto Adinolfi, amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare. Almeno due i motivi che avrebbero pienamente giustificato la doverosa attenzione a questo preoccupante evento: la molto probabile matrice eversiva della gambizzazione e le origini salernitane del manager.

La più recente storia ci ricorda che il capoluogo ligure è culla privilegiata di nuclei armati che, tristemente ideologizzati a seguito di  fanatiche ed acritiche  adesioni a movimenti finalizzati a sovvertire l’ordine costituito, tentano di trovare terreno fertile nell’attuale grave crisi economico – finanziaria che coinvolge anche il nostro Paese.

L’appartenenza dello sfortunato professionista ad una delle famiglie più note ed antiche della città e la condizione di vittima designata dell’atto terroristico consentono di scoprire aspetti distintivi della sua personalità  che, di solito, sono conosciuti soltanto dalle persone affettivamente a lui più prossime.

Al brillante curriculum professionale di Roberto Adinolfi, ingegnere nucleare, laureatosi al Politecnico di Milano e da sempre inserito nei quadri direttivi delle aziende Ansaldo del Gruppo Finmeccanica, vanno aggiunte due peculiarità comportamentali che lo rendono particolarmente amato da amici e conoscenti: è testimone significativo delle esperienze di vita familiare ai corsi prematrimoniali organizzati dalla parrocchia genovese di sua appartenenza e, sempre nel tempo libero, è solito raggiungere l’ospedale pediatrico Gaslini, indossare gli abiti di clown  e far sorridere i bambini ivi ricoverati.

Il lettore può giudicare forzoso questo nostro richiamo iniziale da collegare ad un commento sia pure essenziale dei risultati delle elezioni amministrative svoltesi domenica e lunedì scorsi in tanti comuni della provincia di Salerno.

Eppure il collegamento può apparire meno ardito nel momento in cui desideriamo pensare  a sindaci e consiglieri delle nostre comunità scelti dagli elettori soprattutto per il loro carisma, per la loro disponibilità all’ascolto dei problemi e delle sofferenze degli amministrati, per la loro naturale propensione ai valori della sussidiarietà, del volontariato, della solidarietà, per il loro profilo umano eticamente  segnato dall’onestà e dal senso di responsabilità, per la piena consapevolezza di rappresentare modelli significativi di impegno e di disponibilità nei riguardi del prossimo.

In una stagione segnata dalla profonda crisi della politica, dal diffuso senso di sfiducia verso le istituzioni, dal paventato rigurgito del qualunquismo e della violenza armata auspicare per i nostri enti locali amministratori adamantini nella gestione delle scarne risorse finanziarie, disponibili e sensibili ai bisogni primari di tanti amministrati diventati di colpo nuovi poveri, significa rifondare la cultura della speranza.

Il risultato di Nocera Inferiore era di certo il più atteso. Per Manlio Torquato, valente giovane avvocato, allievo del decano e già sindaco della città Aldo Di Vito, il ballottaggio di qui a quindici giorni dovrebbe vederlo vincente, sostenuto da liste ufficiali del cosiddetto terzo polo e, in più, preferito con molta probabilità dalla maggioranza degli elettori che hanno votato Iannello nel primo turno. D’altro canto la posizione culturale moderata di Torquato e la sua antica militanza nello schieramento di destra potrebbero vederlo destinatario anche del suffragio di elettori che l’altro ieri hanno votato per il suo avversario Luigi Cremone, stimato medico anche lui.

Il panorama provinciale, infatti, anche in questa tornata elettorale ha visto compartecipi diretti della vicenda elettorale molti medici, categoria di certo piuttosto presente nelle competizioni amministrative. Ad esempio a Roccapiemonte la gara per il sindacato è stata disputata tra due medici, Andrea Pascarelli e Guerrino Terrone, il primo risultato vincitore con circa 1200 voti in più dell’avversario.

A Sapri, invece, non è andata bene questa volta a Vito Agostino, medico anch’egli, già consigliere regionale, e sindaco più volte della cittadina capofila del golfo di Policastro. L’ha spuntata un antico suo delfino, l’architetto Giuseppe Del Medico, ma chi conosce bene le dinamiche elettorali del centro più lontano dal capoluogo di provincia non esclude che ad incidere sulla sconfitta di  Agostino sia stata soprattutto l’azione mirata ed indiretta di altri suoi colleghi tutori della salute.

Altro medico vincente a Capaccio dove Italo Voza, grazie anche all’apporto di cinque delle otto liste in gara, ha stravinto con quasi il 70% dei suffragi. Egli ha delle sue convinzioni  in merito al patrimonio archeologico di Paestum e si deduce che non abbia molto apprezzato il severo contributo scritto da Gian Antonio Stella meno di un mese fa sul ‘ Corriere della Sera’ soprattutto a proposito dello stato di abbandono della necropoli del Gaudo.

Un’indagine sistematica sulla presenza diretta di seguaci di Ippocrate nelle amministrazioni comunali della nostra provincia risulterebbe davvero interessante a condizione che non muova da una diffusa pregiudiziale: l’ipotetico assunto che il consenso elettorale di cui essi sono destinatari costituisca la conferma della disfunzione delle strutture sanitarie pubbliche a tutto vantaggio della disponibilità immediata e della deontologia professionale dei medici di famiglia.

Meno male che ad Agropoli sia Franco Alfieri, questa volta avvocato  di professione, a ricevere l’89% dei consensi dell’elettorato della bella cittadina, perla della costa cilentana. Alfieri, nel senso buono del  termine, è collaudato animale politico anche grazie all’esperienza pregressa di assessore provinciale ai lavori pubblici nella giunta Villani. Espressione di un cartello politico di avanguardia, comprensivo non soltanto dei ben noti personaggi ritratti nella fotografia di Vasto ma anche del casto Casini e del PSI, Alfieri manifesta la sua adesione, gradita anche al presidente della Provincia Cirielli, all’ipotesi di una via celere di collegamento Battipaglia – Paestum, alternativa sia alla nazionale 18 sia alla litoranea.

Per il resto, se si esclude il ritorno di Ettore Liguori a sindaco di Pisciotta e la bocciatura definitiva di Iuliano a Bracigliano e di D’Acunto a Giffoni Sei Casali, possono solo alimentare gossip il contrasto ufficiale dei fratelli Marsicano sempre a Pisciotta e l’avvicendamento alla carica di primo cittadino di Alfano tra i coniugi Angelo Grosso e Amelia Viterale.

Sembra, pertanto, soprattutto accademia di provincia la querelle puntualmente accesasi tra Nicola Landolfi e Antonio Mauro Russo sull’identità politica dei presunti vincitori e dei presunti vinti.

L’auspicio sentito è quello di avere tra i tanti amministratori neo – eletti molti sindaci, assessori e consiglieri testimoni di onestà e di forte disponibilità verso il prossimo tanto da richiamare l’ineccepibile profilo  del nostro sfortunato concittadino Roberto Adinolfi.

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