DOPO L’ESALTAZIONE DELLA FAMIGLIA SECONDO LA VISIONE CRISTIANA IL SINDACO DI SALERNO ACCOGLIE LE VARIEGATE COPPIE LGBT

 

Salerno, 10 maggio 2012

Ambrogio IETTO

INGENUITA’ DELL’ARCIVESCOVO MORETTI

PERSPICACIA DEL SINDACO DE LUCA

 

Meno di un mese fa, esattamente il 21 aprile scorso, Comune di Salerno e Curia Arcivescovile celebrarono in pompa magna, nel Salone di Palazzo di Città, il pubblico riconoscimento di ‘ Salerno città della Famiglia’. A sancire l’ufficialità dell’evento non solo i due stemmi  del Comune ( San Matteo con la scritta ‘Hippocratica Civitas’ e il brand con la  ‘ S’ di Massimo Vignelli ) ma anche quello ufficiale dell’Arcivescovo Mons. Moretti con scudo rosso, banda ondata, stella ad otto punte e la scritta ‘ Christus Liberabit nos’.

In pieno clima concordatario la Chiesa locale si preoccupò di  assicurare la presenza di relatori di respiro nazionale, culturalmente qualificati ed impegnati ufficialmente nel laicato cattolico, mentre a rappresentare l’ente locale fu il sindaco De Luca in persona che illustrò le iniziative assunte a sostegno della famiglia tra le quali   una Family Card, sei – sette asili nido e la possibilità offerta alle giovani coppie di lasciare il venerdì e il sabato sera i propri bambini a dei parking baby in modo da ritrovarsi in allegria con gli amici di gioventù all’interno della movida.

L’iniziativa assunta dal comune di Salerno si collocava in linea di continuità con l’attenzione rivolta alle esigenze della famiglia dai pubblici amministratori di Parma molti dei quali privati poi, dalla locale magistratura, della libertà personale in quanto considerati presunti colpevoli del reato di corruzione contro la pubblica amministrazione proprio per questioni attinenti alla famiglia (verde pubblico, parchi gioco, mensa scolastica, cambio di destinazione di un edificio privato ad asilo nido ).

In quella occasione esprimemmo un opinabile nostro pensiero, giudicando piuttosto esagerata quest’altra qualità distintiva da riconoscere alla nostra città che, in fatto di politiche familiari, inclusive delle molteplici ed articolate attenzioni da rivolgere a lavoratrici madri, a bambini, a fanciulli, a giovani, a genitori, ad anziani e alla miriade di servizi collegati alle diversificate esigenze dei componenti di una famiglia standard, non è per niente generosa.

Infatti consultori, asili nido, scuole dell’infanzia con spazi verdi ed ambienti polivalenti disponibili, scuole di base a tempo pieno, palestre e strutture per attività ludiche e sportive gratuite, non gestite per fini lucrativi da associazioni e gruppi facenti parte del sottobosco finalizzato al consenso elettorale, organici piani di promozione culturale per le diverse fasce di adulti, luoghi di aggregazione per una sana gestione del tempo libero degli anziani, non rappresentano di sicuro referenze da poter sfoggiare al fine di accreditare nel migliore dei modi possibili la città.

L’adesione e la personale presenza dell’Arcivescovo Moretti a quella cerimonia celebrativa costituirono un atto di speranzosa fiducia nell’autenticità dell’impegno a favore della famiglia così come viene definita e tutelata dagli articoli 29-30 e 31 della Carta Costituzionale. Molto probabilmente la sua fu una manifestazione di ingenuità, la disposizione d’animo propria di  chi non concepisce nel prossimo malizia, acume, perspicacia, doti straordinarie di vero stratega cioè di abile condottiero capace di programmare e gestire le varie mosse da compiere al fine di ottenere uno scopo prefissato a proprio vantaggio.

Infatti il sindaco De Luca sapeva bene dell’impegno assunto dalla sua amministrazione col coordinamento Campania Rainbow di dare doverosa ospitalità,  dal 12 al 27 maggio, al ‘Pride Park’, il villaggio dei diritti che monterà i suoi stand nell’area  ex Salid abbastanza  prossimo al parco Pinocchio. Ora siamo giunti alla vigilia dell’evento, denso di incontri – dibattito con la presenza di noti personaggi della cultura e della politica. L’altro ieri è stato presentato, sempre nel salone del Gonfalone della città, il nutrito programma. Per conto dell’onorevole De Luca ha introdotto l’incontro Ermanno Guerra, garbato assessore alla Cultura, di consolidata formazione laico – repubblicana, che ha fatto bene ad evidenziare l’identità di Salerno quale città aperta e priva di pregiudizi.

Sempre i locali organi di stampa fanno sapere, però, che  dal primo cittadino De Luca sono state dettate precise prescrizioni agli organizzatori. Esse riguardano i comportamenti esteriori che sarebbero tenuti ad osservare i partecipanti al Pride Park, in particolare nel corso del corteo – parata programmato per sabato 26 giugno: divieto di indossare abbigliamenti appariscenti, proibizione per le possibili, colorite, dimostrazioni di affetto tra coppie di omosessuali maschi e tra compagne lesbiche, contenimento di ogni chiassosa dimostrazione del cosiddetto orgoglio gay. Giustamente il presidente locale dell’Arcigay Salerno esprime una sua valutazione critica su questa interpretazione piuttosto rigida del concetto di sobrietà raccomandato dall’onorevole De Luca.

Si legge che da ambienti cattolici siano state espresse, a proposito delle prevedibili vistose ostentazioni,  forti perplessità in particolare per quanto riguarda la contiguità spaziale tra il Parco Pinocchio, frequentato da bambini e mamme, e l’area Salid che ospiterà il villaggio. Non si esprimerebbe nemmeno gradimento  per l’eventuale transito  del corteo – parata  per corso Vittorio Emanuele.

I cattolici, comunque, hanno preso la giusta contromisura al Pride Park. Al posto dei quindici giorni dedicati dalla città all’orgoglio omosessuale essi si ritroveranno domenica 20 maggio al seminario metropolitano di Faiano per celebrare la ‘Festa diocesana della famiglia’ con la diretta testimonianza di ‘storie di vita’ che amano la famiglia intesa, secondo la Costituzione, ‘società naturale fondata sul matrimonio ‘. Insomma, nella città capoluogo si è aperta una strana competizione sul tema e sul modello di famiglia in cui si crede.  Si  sa che a vigilare sulla sobrietà dei partecipanti alla parata ci saranno i vigili urbani. I soliti maligni avanzano l’illazione che tra essi non mancherà  il sindaco De Luca opportunamente truccato al fine di mimetizzarsi.

A lui, infatti, spetterebbe  l’ingrato compito di valutare il grado di effusione dei baci e degli abbracci che si scambieranno i partecipanti al corteo. La fama conquistata sul campo di sindaco – sceriffo, infatti, gli faciliterebbe l’incarico di contenere le avances troppo spinte. In primo luogo, però, dovrà guardarsi dall’abbraccio di Vladimir Luxuria che capeggerà la sfilata della variegata comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender ).

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