L’ATTUALITA’ DEL PENSIERO DEL SALERNITANO SALVATORE VALITUTTI GIA’ MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

 

Salerno, 29 Maggio 2012

Ambrogio IETTO

VALITUTTI PER I GIOVANI

 

Ieri mattina, presso il salone di rappresentanza di Palazzo Sant’Agostino, sede dell’Amministrazione provinciale, si è svolta la cerimonia della premiazione del concorso ‘Sezione Giovani’ del Premio Internazionale di saggistica Salvatore Valitutti cui hanno preso parte, con contributi personali o con significative attività di ricerca collaborativa, circa 300 studenti frequentanti ben 29 istituti secondari di secondo grado della nostra provincia. Gli elaborati, come da bando, approfondiscono argomenti di carattere storico – filosofico, socio – pedagogico ed economico- politico, traendo spunto dall’ampia e variegata produzione bibliografica del nostro conterraneo che, ai molto qualificati ruoli professionali di provveditore agli studi, rettore dell’Università per stranieri di Perugia, consigliere di Stato, accompagnò quelli di consigliere comunale di Salerno, di deputato, senatore, sottosegretario di Stato e ministro della Pubblica Istruzione.

Bene ha fatto l’Ente Provincia, nella persona del suo presidente Edmondo Cirielli, a sostenere l’iniziativa che, per l’edizione 2012, ricorrendo il ventennale della morte, ha previsto anche un premio speciale per la migliore redazione di un  profilo, da realizzare in cartaceo o in video,  che delineasse la personalità dello studioso e politico di Bellosguardo.

A Salvatore Valitutti sono intitolate una scuola primaria ed una strada di Roma, una via di Ravenna, una strada di Contursi Terme, una via ed una scuola  secondaria di secondo grado  di Roccadaspide, la sala multimediale del Conservatorio statale di musica di Salerno e la larga strada che, dipartendo da via dei Principati, si distende lungo il trincerone verso la stazione ferroviaria.

Instancabile sostenitore di questi pubblici riconoscimenti e delle varie iniziative culturali che ripropongono il nome di Valitutti è un suo congiunto acquisito, Renato Cangiano, cha ha avuto modo per molti anni di fruire del carisma culturale ed umano dell’intellettuale.

La manifestazione di ieri, riservata a giovani volitivi, motivati, desiderosi di ampliare il personale orizzonte culturale, ha offerto anche l’occasione per una riflessione più puntuale e serena sulla personalità e sull’opera del nostro conterraneo che, appartenente ad una famiglia costituita da dodici fratelli, affrontò non pochi sacrifici per farsi strada.

La descrizione che egli fece della  sezione ‘L’ dell’istituto tecnico di Salerno da lui frequentata, definita classe degli isolati e degli irregolari, di quelli, cioè, che non avevano trovato posto nelle altre sezioni perché di loro non si era occupato paternamente nessuno in quanto ‘ figli di poveri genitori intimiditi della scuola e angariati dal bisogno ’ è decisamente positiva.

E’ la scuola ‘ in cui si impara da tutti e da tutto: da se stesso, dai compagni e dagli insegnanti, e in cui si imparano cose che restano in noi come sorgenti da cui sgorgano pensieri e sentimenti che perennemente fecondano e arricchiscono la nostra vita rendendola progressiva’.

In questa scuola Valitutti ebbe la fortuna di avere tra i suoi professori Giovanni Cuomo, che, laureato in lettere e in giurisprudenza, per esplicita ammissione dello stesso intellettuale e politico, lo motivò alla lettura sistematica di Orazio. 

Il caso volle che Cuomo, ovviamente prima dell’allievo, si trovò a guidare, all’interno del Governo Badoglio, insediatosi a Salerno agli inizi del 1944, il  dicastero ancora vincolato alla denominazione, attribuitagli dal ventennio fascista, di ministero dell’Educazione Nazionale. 

Valitutti non ha difficoltà ad indicare in De Sanctis, Gentile, Croce ed Einaudi le fonti privilegiate della sua formazione. Del letterato irpino, elevato alla dignità di primo ministro dell’istruzione dell’Italia unificata, fa sua l’esigenza primaria di una riforma intellettuale e morale che investa la generalità degli italiani.

Gli anni settanta ed ottanta, come d’altronde quelli odierni, segnarono la diffusa insoddisfazione della gente comune nei riguardi del potere politico e delle pubbliche istituzioni. Per il nostro conterraneo s’impone, nel tentativo di far fronte al diffuso disgusto verso i partiti e le loro oligarchie interne, una riforma generale di natura etica e di forte spessore culturale.

Per lui i giovani possono essere, debbono essere messaggeri di democrazia a condizione che essa risulti più coraggiosa e creatrice, faciliti la loro cittadinanza attiva, favorendo partecipazione e libera espressione. Nel suo saggio  ‘La rivoluzione giovanile’ Valitutti precisa che la libertà desiderata come regola della società è positiva e non negativa. Essa, infatti, deve aiutare ciascuno e tutti non già ad abbassare ma ad elevare l’umanità. Trattasi di ‘ una libertà  che dona, sì, agli individui il suo immenso potere, ma li investe nello stesso tempo della responsabilità di usarlo per il loro sviluppo. La nuova società democratica è ispirata dall’ideale di questa libertà che ha dentro di sé il limite costituito del suo stesso fine’.

Ovviamente egli individua nella scuola la sede privilegiata per educare ed educarsi alla democrazia. La sua opzione è per una scuola dell’impegno, dello studio costante, del merito. Aderisce senza indugio alla provocazione avviata da Luigi Einaudi sull’opportunità di abolire il valore legale del titolo di studio, una proposta che tende a tutelare quanti acquisiscono per esclusivo merito e padroneggiano pienamente competenze specifiche il cui accertamento garantisce, in una società dalla libera circolazione delle professioni, di valorizzare i giovani meglio preparati a differenza di quando si è destinatari di  titoli rilasciati e ‘ messi in vendita’, quasi sempre col massimo dei voti, da presunte istituzioni scolastiche paritarie, di tanto in tanto sorprese dall’autorità giudiziaria  in piena attività truffaldina.

 

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