L’ASSENZA DI CIRIELLI E DE LUCA ALLA CELEBRAZIONE DEL 2 GIUGNO: UN MODO COME UN ALTRO PER FAR PARLARE E SCRIVERE DI SE’

 

Salerno, 4 Giugno 2012

Ambrogio IETTO

A MARGINE DELLA CERIMONIA DEL DUE GIUGNO

 

Meno male che c’erano i bambini della scuola primaria di Calcedonia e i ragazzi più grandicelli del complesso orchestrale della scuola secondaria di primo grado Monterisi a dare vivacità e tono alla manifestazione celebrativa della festa della Repubblica nella storica piazza Amendola della città.

Essi, accompagnati dai genitori e dai loro bravi insegnanti, non solo hanno reso quantitativamente più consistente la presenza del pubblico ma hanno anche manifestato, mediante l’espressività facciale ed oculare, la loro partecipazione sentita, responsabile ad una cerimonia percepita nel suo giusto significato e la contestuale soddisfazione per essere i coprotagonisti più graditi ed applauditi soprattutto dalle rappresentanze delle storiche associazioni d’armi che, presenziando con viva commozione a queste celebrazioni, rivivono stagioni e momenti di alto respiro etico e patriottico.

Per il resto il solito stanco rito se si esclude la pedagogica esibizione del gruppo dei vigili del fuoco che, dopo aver scalato, con l’apporto della fune in fibra sintetica, utilizzata nella pratica dell’alpinismo, la facciata del Palazzo del Governo, hanno steso sulla stessa un enorme tricolore salutati dagli applausi sentiti degli astanti.

La ritualità della manifestazione va colta nella sostanziale indisponibilità dei rappresentanti delle istituzioni a dare significato e lustro alla stessa. Va scritto a chiare lettere, pur nel doveroso rispetto che si deve ad assessori e a consiglieri che hanno assunto la poco gratificante funzione di supplenti o ‘panchinari’ dei titolari degli organismi rappresentati , che snobbare questa cerimonia significa manifestare non solo scarso rispetto nei riguardi di quanti, militari e civili, giovani e vecchi, autorevoli ed umili cittadini, hanno contribuito nel costruire senso e dignità per lo Stato repubblicano,  ma anche dare man forte a personaggi di discutibile spessore culturale e civico, quali i Di Pietro, gli Alemanno, i Maroni, i Grillo che, strumentalmente,  hanno speculato sulla decisione, sostenuta soprattutto dal presidente Napolitano, di dar corso, sia pure in tono minore, alla celebrazione nonostante il sisma costringa ancora sotto le tende i terremotati dell’Emilia.

A Salerno tutto è sempre avvenuto, come l’altro giorno, in nome della sobrietà. Non c’erano parate particolari cui dar vita. Se si vuole c’era un atto di cortesia particolare da esprimere nei riguardi di una donna, la dottoressa Gerarda Maria Pantalone, che, proveniente dalla sede di Siena, per la prima volta partecipava ad una pubblica cerimonia qui a Salerno nella qualità di responsabile  dell’ufficio territoriale del Governo.  

Grazie al naturale modo dell’essere femminile il prefetto ha confermato stile ed eleganza anche nel corso del breve tratto ufficiale percorso per l’omaggio alla bandiera. Non se la prenda la dr. ssa Pantalone per l’assenza del presidente della Provincia e del sindaco di Salerno né si sorprenda a fare la conta sul numero dei sindaci o dei loro delegati  presenti in rappresentanza delle 158 autonomie locali disseminate da Positano a Sapri e da Scafati a Montesano sulla Marcellana, comune confinante con la Lucania.

Cirielli ha perduto una buona occasione, soprattutto nella qualità di presidente della Commissione Difesa della Camera e di ufficiale dei Carabinieri in aspettativa parlamentare, per differenziarsi dall’ex suo leader Alemanno.

De Luca, che la sera precedente era in una scuola della città per  consegnare una targa guadagnata altrove dagli allievi e che è pronto  ad inaugurare anche  il negozio di pescheria di un suo sostenitore, da sempre non si degna di presenziare alla cerimonia del due giugno. Anche per lui non  vale la pena di prendersela. Tanto buona parte degli adulti presenti alla manifestazione sono già vaccinati in politica e sono a loro volta emissari dei rispettivi sindaci impediti a partecipare perché occupati, come si suole dire, in altri ‘ compiti istituzionali’.

Pur entro i limiti oggettivi dettati dalla norma,  per il prefetto dr.ssa Pantalone un compito importante e delicato si impone: pianificare un programma di visite sistematiche ai 158 comuni della provincia di Salerno e, in quella occasione, ricordare alla comunità locale che il sindaco, ai sensi dell’art. 54 del decreto legislativo n. 267/2000, è anche ufficiale di governo e che, quindi, tra le sue specifiche attribuzioni, c’è anche quella di vigilare su quanto possa interessare pubblica sicurezza e ordine pubblico, informandone preventivamente il prefetto. 

I commenti sono chiusi.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi