A VILLAMMARE, NEL GOLFO DI POLICASTRO, LA SESTA EDIZIONE DEL PREMIO LETTERARIO ” TORRE PETROSA”

 

Salerno, 26 giugno 2012

Ambrogio IETTO

CILENTO E CULTURA

 

 

Per chi ha il privilegio di dare  alla creazione del mondo un’interpretazione condivisa dalla teologia cristiana non è difficile immaginare cosa si sia verificato il secondo  giorno di quella complessa e laboriosa operazione che diede vita al Creato. Secondo il libro della Genesi, il primo della Bibbia, Dio aveva già separato la luce dalle tenebre quando ordinò che vi fosse ‘ un firmamento in mezzo alle acque’ capace di tenere ‘separate le acque dalle acque’. Così ‘ chiamò il firmamento cielo’ e, procedendo, dispose che le acque sotto il cielo si accumulassero in una sola massa asciutta  cui diede il nome di ‘ terra ‘, riservando alla massa delle acque ‘ il nome di mari’.

Prima di esprimere piena soddisfazione all’opera compiuta il Padreterno rivolse un occhio particolare alla massa asciutta che, come uno stivale, sembrava che apparisse appesa ad una massa terrestre tanto più alta e rocciosa. Nell’allungare lo sguardo verso la parte terminale dell’ipotetica, immaginaria calzatura non riuscì a trattenere un’espressione di immediato autocompiacimento: quegli oltre 200 chilometri di declivio a contatto diretto col mare costituivano davvero un’opera d’arte che solo un Dio sarebbe stato in grado di realizzare in un tempo così contenuto.

Le note di dettaglio vennero fuori nei quattro giorni seguenti: alberi e piante, sole e luna, pesci ed uccelli ed uomo ed animali. I discendenti del primo uomo, che si insediarono nel corso dei millenni lungo le località che vanno dall’ odierna Positano all’amena  Sapri, maturarono, in buona parte, piena consapevolezza del grande, speciale dono ricevuto e furono sufficientemente  attenti nel conservarlo nel migliore dei modi possibili tanto è vero che quando, dopo millenni e millenni, i loro successori, complicandosi sempre di più quello che sarebbe stato chiamato l’ecosistema, decisero di valutare, con strumenti sofisticati, la pulizia delle acque, l’assenza di scarichi industriali e fognari nei pressi delle spiagge, la pulizia delle stesse, le iniziative e i servizi dedicati al rispetto dell’ambiente ed altri fattori, stabilirono che ben 10 delle 13 località della Campania degne di ricevere un premio speciale, chiamato Bandiera Blu,  andavano inserite, più o meno, all’interno di quell’angolo di paradiso terrestre che prese il nome di Cilento.

Tutti questi centri marini, come le tante suggestive località dell’entroterra, fino ad arrivare al contiguo Vallo di Diano, fanno del loro meglio per valorizzare i rispettivi territori con molteplici iniziative di dignitoso rilievo culturale favoriti da insediamenti archeologici ed artistici che coprono almeno 2600/2700 anni di storia e di civiltà.

Si muove dall’assunto che la vacanza, vissuta in contesti ambientali salubri, a contatto con una natura davvero ammaliatrice, possa e debba caratterizzarsi anche come straordinaria opportunità per alimentare processi riflessivi funzionali a dare significato alla stessa esistenza.

Essa, infatti, se vissuta soltanto all’insegna del piacere fine a se stesso, può generare anche lassismo, disimpegno della mente, noia.

Massimo Marcheggiani, sindaco di Vibonati da sei anni, coi suoi consiglieri, consapevole di amministrare una comunità insediata nel suggestivo borgo medioevale del capoluogo, che col nome di Bonati fu, fino al 1811, unitamente a Salerno e a Sala Consilina, uno dei tre distretti amministrativi del Principato Citra,  e nell’incantevole borgo marinaro di Villammare, una delle 10 Bandiere Blu del Cilento, ha dato vita al premio letterario ‘ Torre Petrosa’ la cui indovinata formula ha consentito di guadagnare, nel corso delle cinque edizioni svoltesi dal 2007 al 2011, una particolare fama nel comparto specifico della narrativa.

Quale la particolare procedura seguita che consente dalla prossima, sesta edizione del 2012 di avere addirittura un respiro nazionale ? Semplice a descriversi: con regolare bando vengono invitate a partecipare  le case editrici d’Italia che pubblicano testi di narrativa scritti nel corso dell’ultimo anno da autori non accettati dai pochi gruppi egemonici dell’editoria nazionale.

Una commissione tecnica, coordinata dallo scrivente, e composta da Vincenzo Abramo, Antonietta Cantillo, Barbara D’Alto, Lorenzo Latella e Raffaella Luciano, seleziona le tre opere giudicate migliori secondo parametri predefiniti.

Il 3 agosto, in piazza Maria Santissima di Policastro, le stesse vengono distribuite, in 50 esemplari ad altrettanti cittadini, residenti o villeggianti in Villammare e negli altri centri del golfo di Policastro, che si rendono disponibili ad essere componenti della giuria popolare.

Nel corso delle successive due settimane i lettori – giurati leggono i libri selezionati e si confrontano la sera del 18 agosto in un pubblico libroforum con scambio di osservazioni critiche sulla qualità letteraria dei tre lavori. La sera successiva, vale a dire domenica 19 agosto, essi, con voto segreto, esprimono prima di tutto la loro preferenza.

Chiusa l’urna vengono presentati i tre autori selezionati per dar vita ad un interscambio di domande – risposte  animate  da componenti della commissione tecnica e da membri della giuria popolare. Coi ricorrenti intermezzi musicali di un cantautore si arriva alla mezzanotte, quando si provvede allo spoglio delle schede  e alla conseguente proclamazione del vincitore.

La giuria tecnico – scientifica è già al lavoro per la difficile opera di selezione tra i molti libri pervenuti. Due sono i sicuri risultati ottenuti: ben 50 persone di sesso, età e stato sociale  diversi leggono e valutano le tre opere in gara mentre i vacanzieri e i residenti, assistendo da semplici osservatori alla manifestazione, articolata nelle tre richiamate serate, si rendono conto che c’è un modo particolare e semplice per ‘ammazzare il tempo ‘, espressione questa recuperata dal ben noto saggio di Montale.

La lettura, infatti, da sola non basta ma è di certo la via maestra  per essere liberi.

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