ANCORA OSTACOLI SULLA TRASFORMAZIONE DEL ‘ RUGGI D’ARAGONA’ IN AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA ‘ SCUOLA MADICA SALERNITANA’

 

Salerno, 24 agosto 2012

Ambrogio IETTO

L’IPOCRISIA DI CALDORO

 

Le dichiarazioni rilasciate ieri dal presidente della giunta regionale della Campania Stefano  Caldoro, a proposito della trasformazione dell’ospedale ‘ Ruggi d’Aragona’ in Azienda Ospedaliera Universitaria ‘Scuola Medica Salernitana’, costituiscono un capolavoro di ipocrisia, espressione caratteriale propria di un personaggio politico privo di carisma, asettico, abituato al dire e al non dire, pronto, però, a cadere nella retorica, esaltando sia l’azienda ospedaliera del San Leonardo per le ‘ tante eccellenze’ sia l’ateneo salernitano in quanto ‘ una delle università più grandi ed importanti del Mezzogiorno ‘.

Ora informa l’opinione pubblica sul nuovo itinerario procedurale coniato ed avviato ed assicura che si è partiti ‘ col piede giusto’. Insomma egli partecipa solennemente che, per dirla con un’espressione che fu cara al grande Gino Bartali, l’intera pratica, finalizzata a dar vita ad una struttura ospedaliera in cui risulti pienamente integrata l’Università degli Studi di Salerno, è  tutta da rifare.

E con tono ipocritamente rassicurante precisa che ora si è sulla buona strada.

Caldoro non rientra nel grande, storico filone dei socialisti utopisti. Egli, con una rappresentanza numericamente e culturalmente esigua di appartenenti al vecchio garofano craxiano, può vantare a suo favore una dote di certo preziosa in un’epoca in cui la politica langue in un pantano melmoso: è persona scaltra, dotata di spiccate capacità intuitive, pronta a collocarsi in posizioni che risulteranno di lì a poco favorevoli per ulteriori passi in avanti.

Sulla questione richiamata egli si è mostrato maestro di ambiguità. Se i vertici della burocrazia regionale, i collaboratori più diretti del suo predecessore Bassolino, il precedente direttore generale del ‘ Ruggi’ Bianchi, il rettore dell’ateneo salernitano Raimondo Pasquino e i loro dirigenti amministrativi navigano tutti nell’area cognitiva della mediocrità occorre concludere che la nostra pubblica amministrazione è davvero messa male.

Ma vanno messe in discussione anche le stesse capacità politiche ed amministrative di Caldoro che, ad oltre due anni dal suo insediamento e dall’assunzione dell’incarico specifico di manovratore generale della sanità campana, soltanto ora si pronuncia sulla questione e sostiene la necessità – opportunità di mettere a punto un nuovo protocollo d’intesa, slegato dall’atto aziendale, al fine di attendere le nuove linee guida ministeriali per poi redigere un atto aziendale idoneo ad ottenere l’imprimatur dei ministeri interessati e dello stesso presidente del Consiglio dei ministri.

Perché Caldoro non ha evidenziato da subito incongruenze e difficoltà burocratiche ? Perché ha evitato di entrare nel merito, magari cogliendo l’occasione della cerimonia svoltasi al Campus in occasione del conseguimento della laurea in medicina e chirurgia da parte dei primi sedici studenti ?

In quella sede, a rappresentarlo in una posizione quasi defilata, c’era l’assessore suo all’università Guido Trombetti che non ha preso la parola al contrario del precedente presidente di giunta Bassolino che, reduce da un recente, importante episodio di salute, ha svolto un intervento di assoluta dignità istituzionale e di indiscutibile onestà politica.

Stranamente Caldoro, che era sottosegretario di Stato all’epoca in cui fu firmato dal ministro Moratti il decreto istitutivo della Facoltà di medicina a Salerno, non fu presente alla cerimonia ufficiale che si tenne a Roma nell’edificio di viale Trastevere. Eppure in quella sede Letizia Moratti volle farsi accompagnare da tutta la deputazione parlamentare del centrodestra al fine di dimostrare che quel provvedimento era stato voluto anche dalla sua parte politica e non solo dagli organismi accademici e dai rappresentanti dei tre enti territoriali ( regione Campania, provincia di Salerno e comune capoluogo ) tutte istituzioni gestite da esponenti  del centrosinistra. Caldoro non si è presentato allora né è stato presente al Campus di Fisciano in occasione della cerimonia del conseguimento della laurea in medicina dei primi studenti arrivati a conclusione del corso.

Un modo di comportarsi piuttosto discutibile e che autorizza a pensare ad operazioni di rallentamento raccomandate dall’oligarchia medico – scientifica napoletana a lui vicina.

Questa non sarebbe una novità. Si verificò la stessa cosa nell’aprile 1944 quando il rettore dell’ Università di Napoli Adolfo Omodeo, nominato ministro dell’istruzione in sostituzione del salernitano Giovanni Cuomo, che aveva istituito il magistero universitario pareggiato, pensò bene di proporre l’abrogazione di quel provvedimento perché, a suo dire, Salerno non presentava credenziali scientifiche e strutturali idonee.

Per fortuna dopo di lui subentrò nel dicastero dell’istruzione il grande filosofo De Ruggiero che si mostrò vero uomo di cultura, non dando ascolto al fazioso collega partenopeo.

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