QUALE SARA’ IL FUTURO POLITICO DI VINCENZO DE LUCA, SINDACO DI SALERNO ?

 

Salerno, 4 Ottobre 2012

Ambrogio IETTO

DE LUCA TRA BERSANI, RENZI E VENDOLA

L’entrata in scena di Vendola per partecipare alle primarie promosse dal partito democratico ha già prodotto reazioni piuttosto vivaci. Ad essere fortemente critico non è soltanto Casini che giudica il presidente della giunta regionale della Puglia e leader di SEL ‘ non adatto a governare il Paese’. Altri fermenti si colgono, ovviamente, anche all’interno dello stesso partito democratico ove non tutti i dirigenti di punta si sentono di salutare come ‘ una bella giornata’, così come commentato diplomaticamente da Bersani, quella di martedì scorso, quando è stata ufficializzata la discesa in campo del corteggiato Nichi nazionale.

La sua partecipazione alle primarie mescola ulteriormente le carte all’interno di un partito che vive un’oggettiva situazione di crisi prodotta, in particolare, da posizioni fortemente contrastanti, interpretate verso sinistra da personaggi come Damiano e Fassina e, nell’area moderata, soprattutto da Fioroni, ex ministro dell’istruzione.

Chi scrive non è a conoscenza di dichiarazioni rilasciate dal sindaco di Salerno a commento dell’arrivo del ‘ terzo incomodo ’ in casa PD.

La settimana scorsa, quando il candidato Bersani è stato chiamato a confrontarsi con De Luca nell’irrespirabile sala dell’hotel che ospitava il ‘ faccia a faccia’, è apparso più espansivo del sindaco la cui scaletta predisposta – come sempre – mentalmente prevedeva la richiesta di una svolta radicale all’interno del partito, di un’attenzione particolare per il Mezzogiorno e di un ruolo centrale da riconoscere alle autonomie locali.

Si è potuto anche dedurre che i dirigenti provinciali del PD sono stati piuttosto espliciti nel chiedere a Bersani di rispondere alla seguente domanda: “ ma il vertice del partito quale ruolo di respiro nazionale intende assegnare al nostro sindaco in caso di vittoria alla consultazione elettorale della prossima primavera ? “. La molto probabile domanda è stata avanzata, evidenziando i meriti acquisiti da De Luca nel corso della sua lunga esperienza amministrativa. Bersani, consapevole della sicura influenza che l’intervento del sindaco potrà determinare nell’area campana sul voto per le primarie, non ha potuto fare altro che concedere assicurazioni nel merito.

Il 14 ottobre prossimo sarà di scena a Salerno Matteo Renzi, il rottamatore. Molto probabilmente sarà proprio il sindaco di Firenze, anche per un omaggio che pur deve al santo protettore della nostra città di cui porta il nome, a soddisfare, con una battuta d’anticipo, le aspettative dei deluchiani DOC, magnificando le qualità culturali, politiche ed amministrative del collega.

A Salerno, ovviamente, si farà vedere anche Vendola che, da bravo comunicatore qual è, adotterà strategie da lui già positivamente collaudate nel tentativo di corteggiare e di conquistare l’appoggio di De Luca che, da collaudato volpone, cercherà di ‘vendere’ al migliore offerente tra i tre candidati le credenziali politico – amministrative guadagnate sul campo.

All’osservatore attento, però, viene da chiedersi: “ ma a De Luca conviene davvero impantanarsi nella contesa romana alla ricerca di un posto di rilievo all’interno di un governo guidato da Bersani o da Renzi o, peggio ancora, da Vendola” ? Egli ha già fatto un’esperienza, per niente esaltante, tra i banchi di Montecitorio e sa bene che, anche se gratificato da un incarico di prestigio, il governo politico che sostituirà il gabinetto Monti andrà incontro a contrasti laceranti soprattutto all’interno della coalizione di centrosinistra, sempre che essa prevalga nella competizione elettorale.

Chi scrive non possiede qualità profetiche da ostentare ma è convinto che De Luca, da ‘ grande’, vorrà svolgere le funzioni di presidente della giunta regionale della Campania. Egli sa bene che il mutato quadro politico gli consentirebbe, con consistenti probabilità, di arrivare a Palazzo Santa Lucia al posto di Caldoro. Lì, in quella stanza dei bottoni, il potere è reale, non è vacuo né effimero. Scelto come sindaco di Salerno un fedele suo esecutore, potrebbe continuare a governare la città, irrorandola delle risorse finanziarie indispensabili per renderla davvero ‘ europea e mediterranea’.

Così facendo avrebbe pieno titolo ad aspirare, di qui a cento anni, alla sistemazione delle proprie ceneri nella già sfortunata Piazza della Libertà.

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