VIVACE VIGILIA ELETTORALE ALL’INTERNO DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA ARBITRI DELLA FIGC

 

Salerno, 24 Ottobre 2012

Ambrogio IETTO

 

LA CANDIDATURA BOGGI

 

Nel mentre l’amico Roberto Boggi è in giro per l’Italia, incontrando colleghi e responsabili di sezione protagonisti diretti delle elezioni che si terranno il prossimo 10 novembre per la scelta del presidente nazionale dell’Associazione Italiana Arbitri cui egli è direttamente interessato, avverto l’esigenza di partecipare anche il mio modesto contributo a sostegno della sua candidatura.

Quanto mi dispongo ad esprimere non rientra nell’ordinaria mia attività di osservatore più o meno attento di quanto di significativo in campo culturale e politico – amministrativo si verifica in città, in provincia e nell’intero territorio campano.

All’Aia della Federazione Italiana  Gioco Calcio ho dato la dimensione migliore della mia giovinezza. Entrai a far parte di questa importante famiglia dello sport italiano circa 55 anni fa quando, giovanissimo insegnante elementare di ruolo e studente universitario lavoratore, fui convinto da don Ciccio Mango, fondatore della neonata sezione AIA di Battipaglia, a seguire il corso di formazione preparatorio e a sostenere gli esami previsti.

Della stessa sezione di Battipaglia fui nominato, nel gennaio 1965, commissario straordinario dal presidente nazionale dell’epoca conte Saverio Giulini. Assolto questo mandato mi trasferii alla sezione di Salerno retta con equilibrio e signorilità dal compianto amico notaio Francesco Spirito.

Un anno prima, nel 1964, ero stato promosso alla Casp ( Commissione Arbitri Lega Semiprofessionisti ) ove, sotto la guida del commissario Cesare Jonni, rimasi in forza per cinque anni per poi dimettermi per far fronte a più onerosi impegni professionali e familiari. Transitato nel ruolo dei commissari speciali presso la stessa Casp  il presidente nazionale dell’Aia Giulio Campanati mi nominò, nel 1976, presidente della sezione di Salerno, incarico che non accettai perché impegnato a Vallo della Lucania nella qualità di direttore didattico. 

Sempre Campanati mi elevò, nel lontano 1981, al ruolo di arbitro benemerito con successiva concessione del distintivo d’oro da parte della Figc  e del Coni. L’antipatica cronistoria  di taglio personale è redatta per testimoniare il mio senso di appartenenza a questa Associazione e la mia piena solidarietà a Boggi di cui fui il primo osservatore sul campetto di Fratte quando egli esordì nel campionato  ‘ragazzi’.

Può sembrare piuttosto strano che egli si candidi a presidente nazionale mentre si ripropone per un secondo mandato il duo Nicchi – Pisacreta, quest’ultimo socio della stessa sezione salernitana. Innanzitutto Roberto è stato sollecitato da colleghi di tutta Italia a scendere in campo perché considerato dotato di alta competenza tecnica, di spiccata autonomia confermata in precedenti, delicati incarichi di respiro nazionale, di franco, libero pensiero, di marcata onestà testimoniata in decenni di qualificata attività commerciale. Anch’egli non ha condiviso molto della gestione Nicchi – Pisacreta sia a livello nazionale sia in sede locale.  Lo stesso  vice – presidente non ha voluto o non è stato in grado di contribuire a restituire alla sezione di Salerno quel clima di coesione, di amicizia, di corretta dialettica che ha consentito in passato a molte sue valide risorse umane di affermarsi nelle competizioni calcistiche del settore professionistico.

Anzi uno dei primi provvedimenti voluti da Pisacreta e formalizzati da Nicchi è stata la sostituzione, nella qualità di presidente regionale della Campania dell’Aia, di Antonio Santangelo, presidente onorario della sezione di Salerno, il quale nella vicenda  elettorale di quattro anni fa si trovò schierato a favore dell’avversario di Nicchi.

Il metodo adottato fu quello, mutuato dal deteriore sistema politico, dello spoil system ( sistema del bottino ). Così mentre Santangelo fu sostituito con l’attuale presidente regionale  anche i più referenziati sostenitori locali di Pisacreta trovarono sistemazione in incarichi nazionali e regionali.

Nel corso di un’assemblea sezionale, riservata alla fase preelettorale delle precedenti consultazioni, nell’augurare a Pisacreta il successo desiderato, mi permisi di raccomandargli, da decano della sezione, di confermare nei vari incarichi tutti quei responsabili che, dal punto di vista tecnico ed etico, non avevano demeritato. La risposta, nei fatti, confermò l’originario intento di fare piazza pulita di quanti si erano schierati contro di lui e di Nicchi.

Destinatario di diverse lettere anonime, provenienti dall’ambiente arbitrale della sezione di Salerno  e chiaramente offensive della mia dignità di persona e di professionista, dal mese di maggio scorso ho formalizzato la lettera di dimissioni dall’organizzazione le cui motivazioni sono semplicemente quelle di non poter far parte di un gruppo che, pur chiamato a svolgere l’azione formativa sulle giovani leve recuperando i valori della lealtà, dell’onestà, della giustizia da tradurre sul campo di gioco in coerenti comportamenti, alimenta nei fatti zizzania, dissenso, contrasti, in particolare nei riguardi di coloro che manifestano liberamente il proprio pensiero e criticano l’attuale conduzione della sezione sostenuta dal vice presidente nazionale. Per quanto mi riguarda sono trascorsi cinque mesi dall’invio delle mie dimissioni e non ho ricevuto riscontro.

La decisione di Roberto Boggi di accettare la candidatura a presidente nazionale dell’Aia è un atto di onestà intellettuale, di libera, consapevole partecipazione ad un dibattito che lo vede raccogliere in tutta la penisola  testimonianze di stima e di consenso, di coraggiosa volontà di ripristinare all’interno dell’organizzazione un clima di rispetto reciproco e di lealtà, di sofferta consapevolezza di elevare il tasso di qualità degli arbitri italiani di calcio.

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