L’OSPEDALE ‘ SAN GIOVANNI DI DIO E RUGGI D’ARAGONA ‘ DI SALERNO FINALMENTE E’ ” AZIENDA UNIVERSITARIA OSPEDALIERA ” SCUOLA MEDICA SALERNITANA “

Salerno, 2 febbraio 2013

Ambrogio IETTO

MEDICINA SALERNO : UN TRAGUARDO SOFFERTO

La notizia che arriva da Palazzo Chigi è quella attesa da tempo , messa in discussione da tensioni emerse tra istituzioni compartecipi del problema, da polemiche strumentali attivate da gruppi partitici contrari, da molto opinabili posizioni assunte all’interno della variegata comunità medico – ospedaliera e da deliberate resistenze provenienti da ambienti accademici di settore operanti nel capoluogo di regione.

Per lunghi mesi il cittadino attento alle dinamiche socio – culturali che si attivano nell’ordinaria realtà quotidiana non è riuscito a comprendere l’esatta natura della contesa e dei contrasti prodotti da ‘ protocolli d’intesa’ regolarmente siglati ma giudicati non validi o redatti in modo imperfetto oppure non considerati rispondenti al linguaggio dei vertici burocratici della regione e dei ministeri coinvolti, indisponibili o strumentalmente incapaci di utilizzare un glossario tecnico – giuridico condiviso.

Finalmente cosa fatta, capo ha. Il comunemente denominato ospedale ‘ San Leonardo’, frazione del comune capoluogo ove la struttura è insediata, da ieri  è ‘Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona – Scuola Medica Salernitana’ nel rispetto di quanto previsto dal Dlgs n. 517  del 21 dicembre 1999 che disciplina i rapporti tra Università e Servizio Nazionale Sanitario.

Storia, Cultura, Munificenza di antiche famiglie si saldano in un provvedimento politico – burocratico che riconosce all’Università di Salerno e alle comunità istituzionali,  che con essa hanno collaborato meritoriamente, la dignità di una vera, propria  Facoltà di Medicina. Richiamare le difficoltà che uomini politici, istituzioni, gente di cultura hanno dovuto superare per raggiungere il traguardo siglato ieri è atto doveroso anche se affrontarlo in sede giornalistica impone essenzialità di riferimenti e di linguaggio.

Il mio pensiero va, così, al preside – avvocato Giovanni Cuomo al quale è giusto riconoscere l’originario merito di avere redatto e fatto approvare dal governo Badoglio insediatosi a Salerno il Regio Decreto n. 149 del 9 marzo 1944, concernente l’istituzione   del Magistero cui va collegata l’odierna nostra Università. Quella del neo ministro salernitano fu impresa non facile a causa dell’esplicita opposizione delle autorità accademiche napoletane.

Infatti il suo successore Adolfo Omodeo, rettore in carica dell’Università di Napoli, non appena insediatosi come ministro dell’istruzione nel successivo Gabinetto Badoglio, tentò di abrogare  il decreto voluto da Cuomo. Per fortuna Omodeo fu solo per qualche mese ministro dell’istruzione. Il suo successore, l’esimio filosofo Guido De Ruggiero, non diede corso alla legittimazione di quel provvedimento giudicato punitivo per Salerno e frutto soltanto della consolidata avversità di una parte del mondo accademico napoletano.

Il mio maestro Roberto Mazzetti, uno dei più autorevoli pedagogisti del ventesimo secolo, nella qualità di direttore del Magistero fu al centro di un’intera seduta della Camera dei Deputati, svoltasi il 7 dicembre 1960, per la ferma, provocatoria, lucida decisione da lui assunta di ammettere allieve di sesso femminile al Magistero salernitano che, per deliberata azione di contrasto delle autorità dell’Istituto partenopeo ‘ Suor Orsola Benincasa’, poteva essere frequentato soltanto da maschi.

Il decreto col quale il Ministro Moratti legittimò il 27 ottobre 2005 l’istituzione della Facoltà di Medicina rappresentò la conclusione felice di una volontà unanime espressa da tutte le istituzioni locali ( Comune, Provincia e Regione ), rette all’epoca da esponenti del centrosinistra, e da una deputazione parlamentare trasversale con alla testa senatori e deputati salernitani del centrodestra.

Il resto è storia recente e non è il caso di riprenderla in considerazione del risultato finalmente raggiunto. Il merito principale va attribuito a Raimondo Pasquino, determinato, sempre lucido nei passaggi procedurali ma anche disponibile ad accettare e a mediare posizioni istituzionali incomprensibili pur di raggiungere l’obiettivo.

Accanto al rettore sembra corretto accomunare in sentimenti di gratitudine  Bruno Ravera, presidente dell’Ordine dei Medici ed equilibrato cucitore di comportamenti fortemente segnati da prevalenti posizioni personali, e Tino Iannuzzi  che sulla questione ha svolto un prezioso ruolo di osservatore – verificatore di quanto avveniva tra le carte degli alti funzionari di ben tre ministeri  ( Istruzione – Università, Economia , Salute ) e di palazzo Chigi dove ieri, con la firma apposta dal presidente del Consiglio Monti, si è conclusa la lunga querelle.

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