LA FESTA DELL’AMORE TESTIMONIATA DAL FORTE, UNICO, STRAORDINARIO LEGAME CHE VINCOLA PAPA BENEDETTO XVI ALLA CHIESA
Salerno, 14 febbraio 2014
Ambrogio IETTO
La forza dell’amore
Giovani e meno giovani celebrano il 14 di febbraio, ricorrenza di san Valentino, la festa dell’amore sotto la prevalente azione invasiva degli spot pubblicitari.
La Chiesa cattolica, insieme all’ortodossa e all’anglicana, venera il Santo patrono di Terni e lo colloca nella lunga lista dei martiri.
Il laico sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, grazie all’apporto di alcune associazioni, e senza produrre gelosia in san Matteo, protettore della città, ripropone la ‘Piazza dell’Amore’, individuata nella centrale agorà Flavio Gioia. Qui, fino a domenica, si ballerà il tango, la popolare danza argentina da ballare rigidamente a coppia, si ascolteranno canti popolari ispirati ovviamente dall’amore e si assisterà anche ad un contestuale recupero storico dell’arte del corteggiamento, quell’insieme di comportamenti con cui si esprime il desiderio amoroso per qualcuna.
Di san Valentino si sa con certezza che fu decapitato il 14 febbraio 273 a 97 anni di età per mano di un soldato romano su disposizione dell’imperatore Aureliano. L’agiografia del Santo recupera alcune leggende che lo vedrebbero particolarmente sensibile ad alimentare l’amore tra due giovani o a celebrare matrimoni avversati dai genitori di uno dei due contraenti.
Al di là delle più o meno attendibili motivazioni che giustificano l’identificazione della giornata del 14 febbraio con la festa degli innamorati è particolarmente significativo che ci sia un giorno dell’anno dedicato a questo sentimento intenso, assiduo, tenero, fortemente radicato in chi l’avverte e lo vive.
Sembra giusto, però, estendere questa particolare dinamica emotivo- affettiva anche al rapporto forte che lega due persone da non inserire nella catalogazione dei comunemente detti amanti ed innamorati. Alludo all’amore madre – figlio, al legame particolare nonni – nipoti, all’intesa radicata, forte ed autentica tra fratelli.
Ma c’è anche un amore unico che vincola una persona all’istituzione che ha servito per l’intera sua esistenza.
Non sembra forzoso né dissacrante, quindi, l’accostamento all’amore davvero unico che sta manifestando tuttora papa Benedetto XVI verso la Chiesa.
L’invito suo a riflettere su come il volto della Chiesa ‘ venga a volte deturpato da colpe contro l’unità e da divisioni del corpo ecclesiale’ e su come si debbano superare ‘ individualismi e rivalità’ testimonia, oltre ogni limite, quanto sia forte e sofferto il legame che lo vincola ad un’istituzione bimillenaria, segnata ora dall’evento davvero straordinario ma di alta valenza pedagogica delle sue dimissioni.
Quel ‘ Mercoledì delle Ceneri’ in Vaticano registra, infatti, la più alta testimonianza umana della forza dell’Amore.