ANCHE A SALERNO I SEGNI DI UNA VIGILIA ELETTORALE PIATTA ED INSULSA

Salerno, 21 Febbraio 2013

Ambrogio Ietto

UNA CITTA’ MORTIFICATA IN UNA VIGILIA ELETTORALE PIUTTOSTO SQUALLIDA

Non si ricorda una vigilia di elezioni politiche così avvilente, desolata, addirittura triste. La campagna elettorale, che avrebbe dovuto animarne lo spirito e coinvolgere gli autentici protagonisti che in democrazia sono gli aventi diritto al voto,  è stata centrata, invece,  sulle esclusive figure dei candidati alla leadership del prossimo esecutivo e su di un paio di personaggi prestati dal mondo della comicità e del canto popolare.

Tra la sonnolente elaborazione cognitiva di Bersani, la congerie di concetti e le clamorose frottole di Berlusconi, le inconcepibili giravolte di Monti, le seducenti ed irreali narrazioni di Vendola, l’ostentazione eccessiva e presuntuosa di Ingroia si sono inseriti l’arrogante populismo di Grillo e l’ecumenica ed indebita intrusione del Celentano – pensiero.

Davvero uno spettacolo desolante dentro la più drammatica rappresentazione scenica di un elettorato deluso, sfiduciato, amareggiato, mortificato nell’intelligenza e nei sentimenti più profondi anche a causa della comprensibile e più generale preoccupazione europea e mondiale.

Ci mancava l’autogol di Oscar Giannino che, col suo ‘ Fare per Fermare il declino ’,  aveva promesso la valorizzazione del merito anche nella pubblica amministrazione con una particolare attenzione alla scuola e all’università. Nel sostenere questo principio, però,  aveva pensato bene di attribuirsi un paio di lauree mai conseguite ed un master internazionale a Chicago mai frequentato.

Lo sconforto contraddistingue in questa fase  anche la nostra realtà territoriale. Si tratta di scegliere fior da fiore avvenimenti, episodi, fatti di cronaca, comportamenti che confermano pressappochismo, gestione non corretta della cosa pubblica, arroganza e le tante fragilità dell’essere umano.

Si comincia dalla struttura ospedaliera cittadina: le reti televisive nazionali hanno diffuso la notizia gravissima di una malasanità anche salernitana collegata all’assurdo decesso dell’anziana signora di Montecorvino Rovella il cui addome fu destinatario di una pinza, delicato souvenir di un intervento chirurgico subito nella scorsa estate. E dire che meno di un mese fa avevamo salutato con non celato orgoglio l’avvenuta elevazione del ‘ Ruggi’, grazie al decreto del presidente del Consiglio dei ministri,  ad azienda universitaria ospedaliera.

L’atto di citazione da parte della Corte dei Conti e il sequestro dei beni ai membri della giunta del capoluogo che nel 2008 deliberarono la stabilizzazione del rapporto di lavoro di nove dipendenti sono provvedimenti di non minore gravità che cominciano a gettare qualche macchia sull’ostentato  slogan di ‘ Salerno città modello ’.

Anche la concessione a se stesso, da parte del sindaco De Luca,  del salone dei marmi per l’incontro elettorale col suo leader Bersani è atto di chiara presunzione amministrativa che dimostra come sia possibile disporre, anche se solo  temporaneamente ma alla vigilia di una molto delicata competizione elettorale, di un bene appartenente all’intera comunità.

La riapertura del museo archeologico provinciale all’ex convento di San Benedetto,  salutata con evidente piacere da parte del mondo accademico e culturale della città,  ha offerto l’ulteriore dimostrazione di quelli che sono gli evidenti limiti di una classe politica capace  di manifestare troppo spesso arroganza e presunzione. Alla cerimonia, infatti, è risultata assente una rappresentanza ufficiale del comune di Salerno direttamente interessato alla struttura situata al centro della città ed utilizzata, in uno dei due piani, esclusivamente per esporre gli importanti reperti recuperati presso l’antico aggregato etrusco – sannita di Fratte, quartiere della stessa città di Salerno.

Io non so se il presidente della Provincia Iannone abbia provveduto  a partecipare l’invito al sindaco De Luca. In circostanze simili  non s’invia il cartoncino. Si telefona, si chiede del referente istituzionale e si caldeggia la sua presenza alla cerimonia.

Non so neppure se ci sono stati precedenti che potrebbero fare attribuire a De Luca e ai suoi collaboratori la responsabilità di avere avviato la diseducativa e scorretta prassi di ignorare i quasi dirimpettai di palazzo sant’Agostino.

So solo, però, che questo modo di comportarsi è chiara manifestazione di inciviltà istituzionale, di strafottenza, di mancanza di rispetto nei riguardi di una cittadinanza che  non vuole cattivi maestri ma persone che la rappresentino con dignità e non con comportamenti da comari di condominio.

Infine la triste vicenda Amato che dà segni sempre più manifesti di come sia frequente distruggere in pochi giorni ciò che ha richiesto decenni e decenni di sacrificio e di rinuncia da parte dei propri predecessori. Leggo che un giovane professionista, uno dei protagonisti della vicenda, ha confessato ai giudici di avere agito nel modo sbagliato per il proprio arricchimento. Ora manifesta il proposito di pensare esclusivamente alla propria famiglia e ai suoi figli. Va creduto per il sia pur tardivo ravvedimento.

Ma, di grazia, è possibile che i nostri comportamenti, pubblici e privati, debbano essere posti esclusivamente al servizio del dio denaro ?

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