SOVRINTENDENTE SCOLASTICO DELLA CAMPANIA, PROVVEDITORE AGLI STUDI DI SALERNO E DI NAPOLI

Salerno, 9 marzo 2013

Ambrogio  IETTO

Capezzone il galantuomo

E’ andato via in silenzio Benedetto Capezzone, nello stesso modo col quale, nei momenti particolarmente vivaci e difficili del suo impegno istituzionale, osava comportarsi per poi assumere,  nella fase di redazione e di svolgimento degli atti, le decisioni che la norma e il buonsenso gli suggerivano. Nella sua silenziosa fase di passaggio dalla realtà terrena all’entità soprannaturale egli ha confermato di essere portatore di un abito mentale e di uno stile di vita che, di solito, convergono nel galantomismo, cioè nella probità, nell’integrità, nella rettitudine.

Salerno e Napoli furono le sedi in cui svolse, una volta designato ai vertici dell’amministrazione scolastica, le funzioni di provveditore agli studi e di sovrintendente regionale scolastico, un’attività che ebbe inizio nella delicata fase storica della post- contestazione giovanile e, quindi, in sede di applicazione delle norme delegate sulla gestione sociale della scuola.

Come spesso accade in Italia, anche gli organi collegiali furono percepiti dalle diverse aggregazioni partitiche come l’occasione preziosa per un’opera di infiltrazione delle ideologie all’interno delle istituzioni scolastiche, in quell’epoca prive di autonomia.

‘ Don Benedetto’, pur prestando doverosa attenzione al fenomeno, non si allarmò più di tanto. Egli, che amava molto la funzione docente, era convinto che la scuola, sede primaria di trasmissione dei saperi e di elaborazione della cultura, costituisse il luogo ove allievi, insegnanti e famiglie dovessero stringere e  portare avanti con coerenza un forte patto di corresponsabilità educativa a prescindere dai presunti steccati ideologici che componenti esterne avevano interesse ad erigere.

La mia elezione a presidente del Consiglio scolastico provinciale di Salerno, votata all’unanimità da tutte le componenti presenti all’interno del pletorico organismo, fu l’occasione fortunata  per conoscere meglio la personalità del provveditore Capezzone e per incanalare nel migliore dei modi l’attività elaborativa e propositiva dell’organismo.

I nostri percorsi di impegno professionale ed istituzionale si rafforzarono ulteriormente nel momento in cui egli, assegnato alla prestigiosa sede del capoluogo regionale nella qualità di sovrintendente scolastico, fu tenuto a dare temporanea ospitalità all’istituendo Istituto Regionale di Ricerca, Sperimentazione ed Aggiornamento Educativi ( IRRSAE ) della Campania del quale ero stato eletto primo presidente. La nostra fu una collaborazione intensa, qualificata, orientata a dare un senso ed un’identità ad un organismo di cui il legislatore aveva dato soltanto essenziali tratti distintivi.

La presenza all’interno del consiglio direttivo di autorevoli accademici, quali la psicopedagogista Clotilde Pontecorvo, ordinaria all’Università degli Studi di Salerno, il sociologo Giovanni Bechelloni, docente alla ‘Federico II’, il filosofo del diritto Antonio Villani, all’epoca rettore dell’istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, il compianto Arturo Arcomano,  docente di pedagogia all’Istituto Universitario Orientale e cantore della cultura contadina lucana, consentì di apprezzare ulteriormente lo spessore culturale che caratterizzava l’identità professionale di un burocrate dello Stato qual era di fatto Capezzone.

Il passaggio a provveditore agli studi di Napoli lo mise a contatto con una realtà non solo complessa ma mortificata dalla presenza di un tasso elevato di dispersione scolastica, alimentato dalla diffusa precarietà socio – culturale dei quartieri storici della città e dall’uso strumentale dei minori, da parte della malavita organizzata, a sostegno dello spaccio minuto della droga. Inoltre il terremoto del 1980 aveva ulteriormente messo in ginocchio la metropoli, costringendo le attività scolastiche ai doppi e ai tripli turni e, in qualche caso, anche alla fruizione, a giorni alterni, degli ambienti scolastici lasciati indenni dalla furia devastatrice del sisma.

Il provveditore agli studi Capezzone si adoperò al meglio per affrontare questa fase drammatica che riduceva all’osso l’offerta formativa da parte dello Stato. In questo stesso anno egli mi chiamò a presiedere un concorso pubblico a centinaia di posti disponibili per la docenza nella scuola materna statale. Ministro dell’istruzione il compianto salernitano Salvatore Valitutti, veniva finalmente ripristinata, dopo circa un decennio, la pratica dell’assunzione nei ruoli degli insegnanti statali  tramite regolari prove scritte ed orali. Nel sollecitarmi all’accettazione dell’incarico aggiunse: ‘ Io di te posso fidarmi perché, come me, vieni da una famiglia  educata all’etica della rinuncia e del sacrificio e al rigore dell’onestà ‘.

Questo il mio ricordo più caro di un funzionario integerrimo dello Stato e di un galantuomo cui ho voluto davvero tanto bene.

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