IERI ” GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA FELICITA’ “, OGGI AVVIO UFFICIALE DELLA PRIMAVERA: DUE EVENTI CHE POSSONO STARE INSIEME

Salerno, 21 Marzo 2013 – Primo giorno di Primavera

Ambrogio IETTO

La felicità e la primavera

Non sono dotato di virtù divinatoria. Quindi mentre scrivo questo ‘ pezzo’ non so esattamente cosa si registri climaticamente stamani all’alba. Ho cercato, però, di informarmi ed ho cliccato su ‘MeteoLive’ che scandisce in termini lapidari: ‘ giovedì 21 marzo 2013 con ultime piogge sui settori più orientali e al sud, bello altrove’.

Se oggi proprio non piove, di certo il cielo non è quello desiderato per il giorno che, per noi incastonati geograficamente nell’emisfero boreale, dà ufficialmente avvio alla primavera.

Ma noi siamo al sud d’Italia e, in compagnia del nostro grande corregionale Salvatore Di Giacomo, ricordiamo bene quei versi che la brava e zelante maestra delle elementari inserì in quella che, secondo  l’odierno linguaggio tecnico, avrebbe dovuto chiamarsi  programmazione curricolare: ‘ Marzo: nu poco chiove e n’ato ppoco stracqua: torna a chiovere, schiove, ride ‘o sole cu ll’acqua. Mo nu cielo celeste, mo n’aria cupa e nera: mo d’ ‘o vierno ‘e tempeste, mo n’aria ‘e primavera ‘.

Diciamo la verità: il tempo è stato sempre un po’ pazzerello.

Allora salutiamo con gioia l’ avvio ufficiale della primavera  che segue immediatamente il 20 di marzo che le Nazioni Unite hanno codificato come ‘ Giornata Internazionale della felicità’. E’ il primo anno che si celebra questo evento e molti di noi non se ne sono resi conto perché la giornata di ieri è trascorsa nella cosiddetta normalità: mancavano le luci d’artista, per le strade non sono sfilate bande musicali né si sono visti in giro clown giocherellare coi nostri bambini.

Anzi il sindaco De Luca ha solennemente affermato, nell’austero Salone dei Marmi, che la cassa comunale non dispone di un solo euro e che è necessario svendere  piazza Mazzini con tutto il centro storico per tenere in piedi i carrozzoni delle aziende municipalizzate.

A Roma il suo compagno di merenda Bersani insiste nel corteggiare Grillo e i suoi ragazzi, facendo comprendere innanzitutto a D’Alema e all’universo intero che o sarà lui a ricoprire il ruolo di premier o sarà la dissoluzione dell’Italia.

A ben pensare non è forse proprio la normalità ad indossare la casacca della felicità ?  Francois-René de Chateaubriand, lo scrittore, letterato e politico francese, scriveva che ‘ la vera felicità costa poco; se è cara, non è di buona qualità’.

La testimonianza di questo novello pontefice che identifica il potere col servizio verso i poveri e i deboli e che ci sollecita a ‘ non aver paura della bontà e della tenerezza’ può concedere e garantire la dimensione della felicità agli atti migliori della nostra quotidianità: la disponibilità all’ascolto verso chi ci ritiene degni della sua confidenza, un’attenzione, se possibile anche materiale, nei riguardi di coloro che hanno bisogno del nostro aiuto, il nostro braccio offerto a chi ha difficoltà a deambulare o ad attraversare la strada, un sorriso autentico alle persone che incontriamo, delle parole di comprensione e di sostegno a chi ci partecipa le sue sofferenze, l’ennesima manifestazione di tenerezza al bimbo particolarmente vivace, il continuare a rispondere a telefono a chi confonde la nostra persona con lo psicoanalista.

Sono atti semplici, comuni ma che subito dopo ci fanno star meglio e ci spingono a considerarci se non proprio felici almeno più fortunati nei confronti del nostro prossimo.

Lo stesso avvio della primavera, al di là della pioggerella di marzo, è motivo di speranza e la speranza può costituire l’anticamera della felicità possibile. Congiungiamo, quindi, la ‘giornata della felicità internazionale’ con la primavera. E’ di buon augurio.

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