DOPO DELRIO A REGGIO EMILIA E ZANONATO A PADOVA ORA TOCCA A DE LUCA SINDACO DI SALERNO

Salerno, 29 giugno 2013

Ambrogio IETTO

La decadenza di DE LUCA

Dalla stampa leggo quello che sembra essere il parere della Commissione consiliare ‘ Statuto e Regolamento ’ in merito alla posizione giuridica del sindaco di Salerno De Luca, nominato vice-ministro alle Infrastrutture del governo Letta.

Mi reputo un modesto pubblicista con qualche competenza in campo pedagogico – didattico. Non so né mi interessa sapere di quali eminenti giuristi sia costituita la Commissione consiliare sopra richiamata ma sostenere che l’incompatibilità del doppio incarico non fosse prevista al momento delle elezioni del 2011 mi sembra proprio voler giocare con l’altrui ignoranza.

Il testo del comma 3 dell’articolo 13 della legge n. 148/2011, che convertì il decreto – legge n. 138/2011, è scritto in buon italiano. Vi si legge, così, che ‘ le incompatibilità di cui al primo periodo si applicano a decorrere dalla data di indizione delle elezioni relative alla prima legislatura parlamentare successiva alla data di entrata in vigore del presente decreto ‘.

A sua volta l’articolo 69 del Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali ( decreto legislativo n. 267/2000 ) obbliga il consiglio comunale a contestare all’interessato le cause di ineleggibilità e di incompatibilità. L’amministratore locale e, quindi, anche il sindaco, ha 10 giorni per ‘ formulare osservazioni o per eliminare le cause di ineleggibilità sopravvenute o di incompatibilità’.

Entro i 10 giorni successivi alla scadenza dei termini di cui sopra il consiglio ‘ delibera definitivamente e, ove ritenga sussistente la causa di ineleggibilità o di incompatibilità, invita l’amministratore ‘ e, quindi, nel caso specifico il sindaco, a ‘ rimuoverle o ad esprimere, se del caso, l’opzione per la carica che intende conservare’.

Al comma 5 del predetto articolo 69 è precisato che ‘qualora l’amministratore non vi provveda entro i successivi 10 giorni, il consiglio lo dichiara decaduto’.

A Reggio Emilia, ove era sindaco Graziano Delrio, ministro per gli affari regionali e le autonomie con delega recente allo sport, il Consiglio comunale ha deliberato lunedì 3 giugno di dichiararne la decadenza avendo Delrio optato per l’incarico ministeriale. Stessa decisione a Padova ove il sindaco Flavio Zanonato, ministro dello sviluppo economico, uomo di fiducia di Piero Fassino, attuale sindaco di Torino, con deliberazione n. 37 del 10 giugno scorso, è stato dichiarato decaduto dal consiglio comunale e le funzioni di sindaco della città, ai sensi dell’art. 53 del D. Lgs. n. 267/2000, vengono svolte ora dal vice sindaco Ivo Rossi.

A Salerno, patria di un diritto ad usum Delphini, si chiede il parere propedeutico della commissione consiliare in attesa che si pronunci, non il Consiglio di Stato o la Corte Costituzionale, ma, va detto con tutto il rispetto che merita, il segretario generale del Comune ( richiesta del consigliere Cammarota! ).

La questione, dunque, ha solo motivazioni politiche e di gestione della macchina comunale. De Luca non ha fiducia di nessuno dei suoi assessori. Se nominasse l’onorevole Bonavitacola suo vice sindaco e figura di consolidata fiducia personale, al posto della signora Avossa, il parlamentare verrebbe a trovarsi nella stessa posizione di incompatibilità. L’opzione a favore di Felice Marotta, ex funzionario di stretta fiducia deluchiana e uno dei pochi abituali e puntuali lettori, a Palazzo di Città, della Gazzetta Ufficiale e del Bollettino della regione Campania, avrebbe alimentato qualche risentimento tra le persone più vicine al sindaco.

Dunque la strategia possibile è quella di guadagnare tempo per affrontare le inevitabili prossime elezioni del 2014. A Reggio Emilia il sindaco Delrio ha dimissionato la vicesindaco Filomena De Sciscio, appartenente ad Italia dei Valori, e l’ha sostituita col fedele esponente del PD Ugo Ferrari.

A Padova l’opposizione consiliare ha contestato addirittura la legge n. 148/2011 che attribuirebbe di fatto una posizione di vantaggio all’aggregazione di appartenenza del sindaco a seguito del probabile vantaggio di andare alle prossime elezioni con la gestione della macchina comunale in mani proprie.

A Salerno De Luca, legalista quando la contesa va a suo favore, preferisce invece indugiare in attesa che si delinei l’effettiva durata del governo di cui fa parte e si definisca la nuova leadership del Partito Democratico in modo da decidere ‘ cosa potrà fare da grande’.

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