UNO STATO CHE NON CONTROLLA DIVENTA COMPLICE DEL MALAFFARE

Salerno, 7 luglio 2013

Ambrogio IETTO

SCUOLA SPAZZATURA

Si susseguono senza sosta le iniziative di diverse Procure della Repubblica della Campania finalizzate a reprimere e a contenere il mercato dei diplomi di scuola secondaria di secondo grado messi in vendita da non poche scuole paritarie e/o legalmente riconosciute. Dal Nolano al Cilento, dalla Terra di lavoro all’Agro nocerino è in atto da sempre un’originale ma produttiva competizione tra i responsabili di queste istituzioni impegnati a ricercare strategie innovative che consentano di raggirare le condizioni fissate dalla legge per il riconoscimento della parità e di ingannare i pochi e spesso troppo sterili ed improduttivi controlli che l’Amministrazione scolastica regionale attiva.

E’ opportuno, sia pure con essenziali battute, richiamare il quadro normativo che regola il funzionamento delle scuole paritarie e che, di fatto, risale al terzo comma dell’articolo 33 della Carta Costituzionale: ‘ Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato’. La legge regolativa del principio costituzionale è la n. 62 del 2000 (presidente della Repubblica Ciampi, presidente del Consiglio D’Alema, Guardasigilli il leader dei comunisti italiani Oliviero Diliberto ).

Essa afferma che ‘ il sistema nazionale di istruzione è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali’. Per il riconoscimento della parità, tra le altre condizioni, si chiede la disponibilità di locali, arredi e attrezzature didattiche propri del tipo di scuola, la pubblicità dei bilanci, l’organica costituzione di corsi di studio completi, il possesso, per i docenti, del titolo di abilitazione all’insegnamento, contratti individuali di lavoro per il personale dirigente e docente impegnato nella scuola paritaria che rispettino i contratti nazionali di settore. Queste scuole sono anche soggette alla valutazione dei processi e degli esiti da parte del sistema nazionale secondo gli standard stabiliti dagli ordinamenti vigenti.

Il business di simili istituzioni si concentra, ovviamente, sull’accelerazione dei percorsi di studio e sugli esami di diploma e di maturità collocati al termine del quinquennio della scuola secondaria di secondo grado. Il dispositivo che accelera l’avanzamento da una classe ad un’altra o a due/tre altre classi superiori è affidato allo scrutinio finale effettuato dal consiglio di classe corrispondente, costituito dai docenti dipendenti dal gestore della scuola paritaria.

L’esame di maturità si sostiene dinanzi ad una commissione costituita da un presidente esterno alla scuola e da sei docenti di cui la metà in servizio presso la stessa scuola paritaria. Il primo problema da superare è rappresentato dalla costituzione delle classi i cui allievi dovrebbero frequentarle in misura di almeno tre/quarti dell’orario annuale personalizzato.

Il mercato, come si sa e come si scopre sempre più, è aperto prevalentemente ad allievi del Nord ove – evidentemente – i controlli vengono effettuati con un po’ di serietà. In Campania, invece, come è stato accertato da un’altra indagine di circa un anno fa, gli studenti ospiti arrivano in aereo tre/quattro volte all’anno. Comunque c’è chi provvede a falsificare le firme e le date. Nel recente scandalo di Laureana Cilento e Ceraso, ad esempio, gli inquirenti hanno rilevato che ‘ i docenti si servivano di penne cancellabili per l’annotazione delle assenze e delle lezioni sui registri di classe in modo tale da poter successivamente consentire l’aggiustamento delle registrazioni in segreteria’.

Gli esami di Stato per l’acquisizione del diploma di maturità avvengono o esclusivamente presso la scuola paritaria o in abbinamento ad altra classe statale di pari indirizzo. Della commissione, come è stato già precisato, fanno parte anche tre docenti appartenenti al consiglio di classe della scuola paritaria i quali, molto spesso, anche se non pagati o soddisfatti economicamente in misura decisamente al di sotto del contratto di lavoro di settore, hanno l’ingrato compito di sostenere i propri allievi nello svolgimento delle prove scritte.

Il colloquio, quasi sempre, è superato anche grazie alla benevolenza di taluni membri esterni che sanno bene come l’accettazione dell’incarico in commissioni operanti presso istituti paritari comporti una spiccata flessibilità mentale e tanta comprensione.

Dati oggettivi confermano che queste scuole paritarie rendono molto bene economicamente, proliferano sempre di più e costituiscono anche fonte privilegiata di consenso per gestori aspiranti ad incarichi politico – amministrativi. Quasi sempre, infatti, i docenti si accontentano del punteggio che li farà avanzare nelle graduatorie per le supplenze e gli incarichi a tempo determinato nelle scuole statali mentre aspiranti geometri, ragionieri, maestri e periti potranno acquisire l’agognato diploma.

In tanti si chiedono a cosa possa servire un titolo di maturità conseguito senza una dignitosa preparazione. Non mancano i benefici: avanzamento di carriera all’interno della Pubblica Amministrazione, concorsi truccati presso Enti Locali, assunzioni presso società miste, supplenze temporanee presso pubbliche istituzioni e così via.

Ovviamente il danno è prodotto in particolare a giovani preparati che non riescono ad ottenere dalle commissioni operanti presso istituti statali le valutazioni finali che, quasi sempre, gratificano in misura migliore i candidati delle scuole paritarie.

Un’inchiesta condotta tre/quattro anni fa dalla redazione di Reporter, coordinata da Milena Gabanelli, riprese con la videocamera addirittura un addetto della segreteria di una scuola paritaria del salernitano che partecipava al cronista, accreditatosi come padre di un giovane svogliato, il tariffario vigente anche per conseguire la laurea triennale.

Ultime notizie ci informano che presso l’Università di Messina la ‘ ndrangheta’ gestisce anche il sistema delle lauree da vendere. Povera Italia. Povero sistema formativo. Purtroppo affiora, in misura sempre crescente, soltanto tanta spazzatura.

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