IL SINDACO – VICE MINISTRO INSERITO NEL MARTIROLOGIO

Salerno, 13 luglio 2013

Ambrogio IETTO

Il sangue di DE LUCA

Che le dichiarazioni rilasciate a radio Alfa dal sindaco De Luca rispondano davvero anche a quanto da lui percepito a livello di subconscio e, quindi, razionalizzato come lucida elaborazione cognitiva, non ci sono dubbi.

Egli è profondamente immerso in un consolidato processo di identificazione – immedesimazione con la città. L’identificazione è determinata da una situazione di fatto, consolidatasi lungo un quarto di secolo di governo e di contestuale esclusivo potere della stessa.

Il consenso popolare più volte espresso attraverso le varie consultazioni elettorali gli hanno attribuito il definitivo suggello tanto da fargli evocare il fatidico 75% dei suffragi che, tout court per De Luca, si identifica con l’intera popolazione. Infatti egli, nel rispondere all’intervistatrice, non indugia un attimo nel precisare testualmente ‘ cioè tutti’.

All’esperto di matematica, che potrebbe molto semplicemente rilevare l’improprio uso di un ‘cioè’ con funzione dichiarativa ed esplicativa e il particolare non trascurabile di aggiungere un altro 25 % per arrivare alla totalità degli elettori, occorrerebbe spiegare che la mente del sindaco è da sempre orientata a considerare la parte restante della popolazione, non proprio entusiasta del suo modo di amministrare la città, rientrante nella categoria degli imbecilli, degli arteriosclerotici, dei cafoni, dei fannulloni, dei pochi pennivendoli che osano manifestargli dissenso.

Per certi aspetti l’unilaterale modo sindacale di interpretare le parti in cui si suddivide il tutto è legittimato dal fatto che De Luca è emerso sempre più come un gigante in rapporto ad un’opposizione consiliare inerte, incapace, floscia.

La sofferta sottolineatura da parte sua di non andarsene da Salerno, in quanto le strade cittadine lasciano fuoriuscire dalle fessure e dalle buche fiotti di sangue, la dice lunga sul livello preoccupante raggiunto dal suo processo di identificazione con la città.

Il mese di settembre richiama alla mente l’espressione attribuita per moto popolare al protettore San Matteo: ‘ Salerno è mia ed io la difendo ‘. In occasione della tradizionale processione anche i cronisti si divertono ad attivare improvvisati applausometri per quantificare l’entità dei battimani espressi al sindaco De Luca e rapportarli a quelli che vengono manifestati al presule al suo passaggio.

Ormai è scontato che De Luca, con tutto il rispetto che hanno meritato e meritano i vescovi che si sono avvicendati da quando egli è sindaco, esce sempre vincitore da questa atipica comparazione. Quindi il suo senso di autostima si consolida ulteriormente e si spiega sempre di più, secondo le teorie psicoanalitiche, come l’appoggio di natura narcisistica che l’Io, cioè l’istanza psichica sede dei processi coscienti di De Luca, riceve dal Super- io, cioè dall’stanza psichica che regola il suo comportamento morale.

Di conseguenza il sindaco vice – ministro De Luca, sempre secondo Freud e la sua teoria, non teme punizioni e riprovazioni.

Peccato che monsignor Scarano si trovi ancora a Regina Coeli. Avremmo potuto fargli constatare i flussi di sangue che zampillano anche da via Carmine e via Roma, le strade percorse quotidianamente da De Luca in comoda auto blu, e, quindi, sollecitarlo ad interporre i suoi buoni uffici in Vaticano per fare avviare, a favore dell’onorevole De Luca, la pratica per il riconoscimento delle sue virtù eroiche il cui decreto, sottoscritto dal Pontefice regnante, apre la strada al suo inserimento già in vita nel martirologio, cioè nel libro che esalta le gesta dei martiri.

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