UNA COLLETTA PUBBLICA PER AIUTARE IL SINDACO DI SALERNO A FARE ANCHE IL VICEMINISTRO A ROMA

Salerno, 25 luglio 2013

Ambrogio IETTO

Debiti, colletta e bugie

Da quando il sindaco De Luca ha accettato l’incarico di vice ministro la curiosità nei suoi riguardi, da parte dei mass – media nazionali, si è acuita notevolmente. Nei suoi riguardi l’attenzione è davvero particolare. Lo si conosce per un buon comunicatore e, soprattutto, per la ruvidezza e la coloritura del suo vocabolario. A volte, però, questo suo modo di comunicare gli costa pure qualcosa.

Nello scorso mese di maggio, infatti, il giudice monocratico della VI sezione del Tribunale penale di Napoli, la dottoressa Serena Corleto, lo ha condannato a mille euro di multa per diffamazione aggravata nei confronti di Marco Travaglio, vicedirettore del ‘ Fatto Quotidiano’, stabilendo anche il suo diritto di risarcimento del danno da liquidarsi in separata sede civile.

Ma cosa aveva fatto di così grave il sindaco di Salerno?

Davvero una sciocchezza.

Nel corso di una pubblica manifestazione, organizzata dal Partito Democratico nel marzo 2010 in piena campagna elettorale per le regionali, alla presenza dell’allora segretario Pierluigi Bersani, di un folto pubblico e degli organi di stampa, si permise di definire Travaglio un ‘ grandissimo sfessato’, un ‘ pipì scorretto, imbecille’ che ‘ parla in televisione dieci volte di cose che non capisce e su cui io non c’entro niente’.

Ovviamente la condanna subita dall’onorevole De Luca ha stimolato più del solito Travaglio che su ‘l’Espresso’ ha scritto recentemente che ‘Da sindaco De Luca patrocina il progetto della metropolitana della sua città, da viceministro ne è controllore’. Gian Antonio Stella, firma autorevole del ‘ Corriere della Sera’, ha aggiunto sul settimanale ‘ Sette ‘ che l’incompatibilità di De Luca è ‘ impensabile in un paese serio’.

Si sa che l’appetito vien mangiando.

Così a Palazzo di Città è arrivato nei giorni scorsi Bernardo Iovene, inviato di punta di ‘ Report ‘, testata televisiva diretta da Milena Gabanelli, specializzata nel giornalismo d’inchiesta. Iovene afferma di avere preliminarmente chiarito al sindaco la natura dell’incarico ricevuto: deve intervistarlo.

Parte l’intervista ma dopo poco il sindaco, nel rendersi conto che la conversazione avviata viene registrata, interrompe il suo eloquio, rimproverando il giornalista che, contattato da Gabriele Bojano, risponde testualmente: “Mah, cosa dirvi … evidentemente De Luca non è abituato a farsi intervistare , è abituato a fare i comizi “.

Le versioni di De Luca e del collaboratore di ‘Report ‘, ovviamente, sono diverse. Chi dei due dice bugie ?

A ben riflettere sempre ‘Il Fatto Quotidiano’, nel numero del 20 luglio scorso, si è sbizzarrito nell’elencare i debiti accumulati dall’Amministrazione De Luca ammontanti a 365 milioni di euro, di cui 110 per la spesa corrente, 250 milioni per spese di investimento, 5 milioni per oneri di altra natura.

L’equilibrio si regge, purtroppo solo sulla carta, con 368 milioni di residui attivi, crediti non riscossi, diversi dei quali risalenti a 20 – 25 anni or sono e in sostanza inesigibili.

Nei 368 milioni di residui attivi è inserita anche qualche bugia?

Tra tanti conti in discussione, elaborati con cifre importanti, c’è, però, chi si lamenta e piange per pochi bruscolini. Sì, a manifestare è proprio lo stesso sindaco – viceministro De Luca le cui lamentazioni hanno giustificato l’apprezzabile iniziativa di alcuni volitivi suoi estimatori e sostenitori del quartiere orientale di Pastena che hanno avviato una colletta finalizzata a raccogliere del denaro sufficiente a rendere meno sofferto il settimanale soggiorno del sindaco a Roma.

Egli, infatti, con amara ironia, nel corso dell’ultima trasmissione televisiva ‘ Salerno città europea’, ha confidato di doversi accontentare di appena 4800 euro al mese di stipendio da vice ministro ai quali va detratta la somma di 3000 euro per vivere a Roma nel corso della settimana.

Da vecchio sindacalista ha ritenuto opportuno chiamare in causa braccianti e manovali agricoli che, secondo il sarcasmo del primo cittadino, rappresenterebbero una categoria di lavoratori con la quale risulta possibile equiparare lo stipendio mensile di un viceministro.

Ovviamente la sua è risultata un’ironia particolarmente aspra ed amara.

Un vecchio ed intelligente suo compagno di merenda, prossimo alla pensione ed ancora impegnato con le mansioni di bracciante agricolo nella Piana del Sele, nell’ascoltarlo ha così commentato: “ Mannaggia, ma allora è sempre valido il proverbio che noi lavoratori citavamo nelle campagne di Albanella quando Vincenzo ci arringava ?

Il proverbio, più o meno, si strutturava così: “ è proprio vero che l’uomo sazio non riesce a credere a quanto affermato dal compagno che non tocca cibo da un certo tempo ”.

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