CAVA DE’ TIRRENI, SALERNO E PONTECAGNANO = TRE LOCALITA’ VICINE CON LA MEDESIMA PATOLOGIA: LA RICERCA DEL CONSENSO AL FINE DI GESTIRE IL POTERE A

Salerno, 19 Ottobre 2013

Ambrogio IETTO

La sindrome del potere

La stampa, in particolare quella locale, riserva ampio spazio a tre notizie che coinvolgono altrettanti centri importanti del nostro territorio: Cava de’ Tirreni per le nove ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del consigliere regionale Giovanni Baldi e di altri otto professionisti del centro metelliano e di alcune località dell’Agro; Salerno ove, con la rituale acredine e supponenza, il sindaco De Luca, nel comunicare ai suoi fedelissimi l’intenzione di persistere nel mantenimento del doppio incarico e di ricandidarsi nel 2015 al ruolo di ‘ governatore ‘ della Campania, ha ritenuto opportuno aggiungere che nella città da lui amministrata c’è gente abituata a ad esprimere ‘ chiacchiere ed idiozie’; Pontecagnano il cui primo cittadino è tra i 17 imputati dell’inchiesta sulla P3 per i quali la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio.

Il richiamo di questi tre eventi, così differenti l’uno dall’altro, non costituisce un’operazione mentale compiuta forzosamente al solo fine di interconnettere fatti che, comunque, alimentano l’interesse dell’opinione pubblica salernitana.

Il pensiero riflessivo aiuta a comprendere che se le vicende collegate a Cava de’ Tirreni e a Pontecagnano dovessero trovare conferma nei successivi pronunciamenti processuali il trait d’union lo si troverebbe nella comune sindrome del potere, nell’insieme dei sintomi e dei segni che avrebbero offuscato la mente dei professionisti indiziati, accusati anche di associazione a delinquere, e la stessa intelligenza del sindaco picentino Ernesto Sica.

Per il primo cittadino di Pontecagnano, a detta sua, si trattò di una semplice ‘ relazione di indebolimento’ nei confronti di Caldoro e non di un volgare incartamento finalizzato a farlo fuori nella prospettiva di migliorare la personale posizione di potere. L’eufemismo, come si sa, è una straordinaria figura retorica, legittimata dalla bella lingua italiana, per attenuare l’asprezza di un concetto (nel caso specifico la raccolta di documenti e di informazioni riguardanti un personaggio proposto dal PDL a candidato presidente della giunta regionale della Campania ).

Infine Salerno col suo sindaco De Luca impegnato dai primi giorni di maggio, cioè da quasi cinque mesi, a fare il tiremmolla sulla meschina querelle del doppio incarico. Su questa vicenda più volte è capitato di esprimere considerazioni piuttosto severe anche per la goffaggine e la comicità che l’accompagna.

Giovedì scorso, ad esempio, alcuni studenti che avevano marinato la scuola per godersi il magnifico sole sul lungomare, riproponevano su di un iPad le scene registrate del giornalista delle Iene, il programma di intrattenimento in onda su Italia 1, che si muoveva tra Roma e Salerno per andare a depositare un deretano di plastica sulla poltrona lasciata temporaneamente vuota da De Luca.

Ovviamente le risate si riproponevano con incontenibile gaudio anche da parte di pensionati e mammine che, nel prendere l’ultimo cocente sole d’autunno, si erano uniti al divertito gruppo di studenti.

Ma De Luca se ne infischia.

Anzi il suo localismo, strettamente correlato col potere reale, si rafforza. Così chiama i fedelissimi a rapporto ed anticipa le prossime mosse: Napoli, palazzo Santa Lucia. D’Altro canto a Roma non l’ascoltano né Letta né Lupi e nemmeno l’ignavo Epifani.

Eppure sul sito ufficiale del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, accanto ad un’accettabile foto ufficiale del nostro primo cittadino, è scritto testualmente che “De Luca ha reso Salerno una delle realtà più dinamiche d’Italia all’insegna della sburocratizzazione, della collaborazione sinergica con imprenditori privati, dell’alta qualità progettuale, della priorità assoluta per la creazione del lavoro “.

Che non abbiano addirittura paura, ipotizzando che dandogli più poteri a seguito delle tanto invocate deleghe, il sindaco lucano – salernitano si trasformi nell’ultimo dei Lanzichenecchi, completando il ‘ sacco di Roma ‘ del lontano 1527 ?

I commenti sono chiusi.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi