LE POSSIBILI CAUSE CHE MOTIVANO IL CROLLO DI DE LUCA LUNGO LA SCALA DEL GRADIMENTO DEI SUOI AMMINISTRATI

Salerno, 24 Ottobre 2013

Ambrogio IETTO

Il calo di De Luca

Il semestrale studio di Monitor – città sull’indice di gradimento dei sindaci dei capoluoghi di provincia non sorprende più di tanto. Almeno per quanto riguarda il dato riferito a Vincenzo De Luca che perde ben dodici posizioni in rapporto alle precedente rilevazione con un calo in percentuale di punti 4,4%, transitando dal terzo al quindicesimo posto nella graduatoria generale.

Chi vive a Salerno e si dispone anche occasionalmente ad ascoltare la gente semplice e comune, quella che non rientra nell’entourage tradizionale del sindaco, percepisce, al di là dell’oggettiva situazione di crisi economica che non di rado fa dirottare verso le figure istituzionali lamentazioni e vere o presunte responsabilità, un diffuso senso di insoddisfazione e di sfiducia nei riguardi del primo cittadino.

Il tiremmolla sul doppio incarico, alimentato da dichiarazioni, comunicati ufficiali, lettere al premier Letta, riunioni speciali coi sostenitori più diretti, ha contribuito non poco a ridimensionare il personaggio preso in giro anche da emittenti televisive nazionali.

Le mancate dimissioni da uno dei due incarichi e l’evidente, dichiarato interesse a riproporre la personale candidatura nel tentativo di conquistare la presidenza della giunta regionale della Campania, hanno offerto un’ulteriore prova della sua sete di potere orientata prevalentemente alla gestione del contesto territoriale di riferimento con un occhio particolare rivolto alla città che amministra da sempre.

Questa sindrome invasiva, confermando ancora una volta l’incapacità a costruire relazioni significative a livello centrale in grado di far cogliere aspetti distintivi della sua personalità che pur meritano positivi apprezzamenti per dignità culturale, senso reale della politica e determinazione, è confermata anche dall’instabilità mostrata nello scegliere l’area di riferimento all’interno del partito di appartenenza.

Egli ha contattato in modo diretto o indiretto tutti i candidati alle primarie e i rispettivi sponsor alla ricerca della definitiva rassicurazione sulla candidatura, nelle prossime elezioni regionali, a governatore della Campania.

Sul piano più strettamente locale, pur riuscendo a conquistare l’intera rete dei canali televisivi e radiofonici al fine di rendere sempre più ossessive e unidirezionali le sue omelie, espresse con un codice linguistico autoreferenziale, aggressivo, a volte anche volgare ed offensivo, è riproposto stancamente il rito delle prime pietre e dei tagli di nastro per opere avviate da anni, interrotte più volte e sempre in via di ultimazione.

Contribuisce, infine, a far calare l’indice di credibilità di De Luca la percezione che a decidere con lui del destino della città non siano i componenti della giunta comunale, in buona parte brave persone il cui destino politico, purtroppo, è legato esclusivamente a quello del leader, ma figure poco gradite all’opinione pubblica, prive di legittimazione democratica, abili nel disegnare percorsi e strategie funzionali esclusivamente alla propria sopravvivenza nei paraggi della stanza dei bottoni.

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