“” INSENSIBILE L’ATTUALE CLASSE DIRIGENTE DELLA REGIONE CAMPANA “”

Salerno 30 ottobre 2013

Ambrogio IETTO

La parola al Rettore Pasquino alla fine del mandato

Mancano appena due giorni al cambio della guardia al rettorato della nostra Università. L’incontro con l’uscente Raimondo Pasquino, oltre a rappresentare la doverosa attenzione di un quotidiano locale ad un indiscusso protagonista della vita accademica e culturale di uno dei più importanti atenei del Mezzogiorno, costituisce anche la testimonianza diretta di un convinto assertore delle considerevoli doti intellettuali e gestionali dell’interlocutore che ha guadagnato e consolidato sul campo una leadership incisiva e difficilmente eguagliabile.

D- Professore Pasquino, 12 anni di presenza e di impegno nel ruolo più delicato ed ambito di Rettore dell’Università di Salerno non sono pochi. Essi coincidono , però, con una stagione di particolare fertilità per il nostro Ateneo. Le chiedo cortesemente di recuperare alla sua memoria e a quella dei lettori gli interventi e gli eventi più significativi registrati in questo periodo e dei quali si considera particolarmente soddisfatto.

R- La crescita delle attività didattiche e quelle scientifiche che caratterizzano la vita degli atenei e che vedono l’Università degli Studi di Salerno tra le prime Università in Italia. La costituzione poi della Facoltà di Medicina che completa l’offerta formativa al territorio e che rappresenta una potenziale opportunità di miglioramento dell’assistenza sanitaria.

D-1000 docenti, 700 unità di personale amministrativo, 40 mila studenti, 1000 assegnisti e dottori di ricerca costituiscono una comunità non solo consistente dal punto di vista numerico ma anche variegata per esigenze ed interessi più immediati. Oltre lo spiccato intuito politico, che le viene universalmente riconosciuto, quali altri capacità e tratti comportamentali ha dovuto impegnare per contemperare in misura equa bisogni differenziati ed attese a volte anche incalzanti ?

R- Credo di essere stato capace di ascoltare gli interlocutori e mettere insieme le esigenze complessive per rappresentare negli organi di governo dell’Ateneo le soluzioni più utili al sistema.

D- Rettore, lei sa bene che la comunità residente nella città di Salerno vive con non celata difficoltà il rapporto col Campus che resta, comunque, fisicamente piuttosto distante dal centro urbano. E’ un dato acquisito il fatto di non aver trovato nell’Amministrazione De Luca disponibilità a fruire di uno spazio dignitoso che consentisse all’Ateneo di avere un luogo di riferimento in città per particolari, eccezionali circostanze. Il caso del Convento San Michele è emblematico anche per quanto concerne l’avvenuto spreco di denaro pubblico.

Al di là dell’assenza in città di un luogo di rappresentanza del Rettorato e dell’Università, si è rilevata una diffusa disattenzione di Dipartimenti e Facoltà al compito di formazione ricorrente e continua a favore di migliaia di cittadini adulti, liberi professionisti, docenti, operatori commerciali, desiderosi di ricevere stimoli significativi da convegni, relazioni, dibattiti di forte respiro culturale. Insomma ‘Se la montagna non viene a Maometto, Maometto va alla montagna’.

R- Nella sua domanda c’è ancora un certo ‘ risentimento’ per le scelte operate all’inizio degli anni ’70 per la realizzazione del Campus fuori dal centro storico ed esprime anche un giudizio non positivo sul Convento San Michele. Penso che in futuro ci potrà essere, al di là della ubicazione fisica, una disponibilità reale alla formazione longlifelearning che risponda alle esigenze della collettività attiva e produttiva al proprio aggiornamento professionale.

D- Magnifico, tra gli innegabili meriti del suo rettorato va annoverata anche l’avvenuta istituzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia. La querelle che si è accesa a proposito del discusso riconoscimento dell’ospedale ‘Ruggi d’Aragona’ in Azienda Ospedaliera Universitaria ha alimentato nell’opinione pubblica la preoccupazione che ci sia ancora del vento che soffi in senso contrario ad un definitivo decollo dell’Azienda che si identifichi con una più qualificata offerta di servizi sanitari. Qual è il suo pensiero nel merito ?

R- Credo che la trasformazione dell’Azienda ‘ Ruggi’ in Azienda Ospedaliera Universitaria sia una grande opportunità per la trasformazione di una struttura statica in un grande e virtuoso ospedale moderno e dinamicamente posto al servizio del territorio salernitano. L’insensibilità dell’attuale classe dirigente della nostra Regione non durerà così a lungo da non poter sperare che la nottata passi prima di quando i ‘nemici ‘di Salerno abbiano potuto programmare.

D- Tra qualche giorno s’insedierà al suo posto il giovane professore Aurelio Tommasetti. Anche in considerazione dei consolidati ottimi rapporti esistenti tra voi due, quali i consigli e i suggerimenti che ha ritenuto opportuno di offrirgli ?

R- Non credo di dovere consigli o suggerimenti al rettore Tommasetti: egli non ne ha proprio bisogno. Posso soltanto augurargli di conservare la grande sintonia con la comunità universitaria che ha trovato in occasione delle elezioni a Rettore.

D-Cosa farà da grande il professore Pasquino?

R- La ringrazio per l’espressione di cui ha voluto gratificarmi; penso proprio di essere già tanto grato al Signore per quanto mi ha concesso da non potergli chiedere ancora altro.

Si chiude nel modo migliore la positiva, essenziale interlocuzione col rettore Pasquino che, però, colloca l’intervistatore erroneamente nella lista dei ‘ risentiti’ per l’avvenuta scelta dell’insediamento del nostro Ateneo nell’attuale Campus.

Soltanto per cronaca e per onore della verità sembra giusto richiamare che dal 1969 al 1974 chi scrive ebbe l’onore di essere componente elettivo della terza sezione del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione la cui prima sezione era competente per i problemi dell’università, solo successivamente sostituita dal Consiglio Nazionale Universitario.

In sede di riunione plenaria più volte si discusse della nascente Università degli Studi di Salerno gemmata dal Magistero. Di fatto presieduto dal vice presidente Leopoldo Elia, poi presidente della Corte Costituzionale, ne erano componenti, tra gli altri, Giovanni Conso, successivamente ministro di Grazia e Giustizia, i chirurghi napoletani Ettore Ruggieri e Luigi Califano, il grecista Benedetto Marzullo, il matematico Federico Cafiero, il fisico Giuliano Toraldo Di Francia, il latinista Luigi Alfonsi, il filosofo Pietro Prini, Il rettore della Cattolica Giuseppe Lazzati, già membro dell’Assemblea Costituente ed oggi elevato alla dignità di Servo di Dio.

In quell’autorevole sede fu partecipata anche dallo scrivente l’attesa per un insediamento universitario degno di questo nome. In sede locale l’impegno a favore della posizione De Rosa e contro quella capitanata dal sindaco Menna fu espressa con ulteriore, costante determinazione. Quindi non risentimento ma sostegno all’ipotesi ‘Campus’ in territorio di Fisciano, consapevole che solo in un simile contesto potessero fiorire ed affermarsi, in particolare, le Facoltà scientifiche e tecnologiche.

L’avvertita esigenza di dotare il nostro Ateneo di una dignitosa sede di rappresentanza in città e di offrire opportunità di formazione continua alla folta e motivata schiera di adulti ivi residenti non ha nulla a che vedere con nostalgie mai avvertite. Anche a tal fine si spera che venga diretta l’opera del neo – rettore Tommasetti.

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