NOSTALGIA PER L’EPOCA DELLE GRANDI NARRAZIONI. ORA IL CONNETTIVO DIVENTA PAPA FRANCESCO

Salerno, 26 Novembre 2013

Ambrogio IETTO

DOVE E’ FINITA LA “MARGHERITA “ SALERNITANA

Un comunicato Ansa informa che si sono incontrati il coordinatore di Salerno dell’area Cuperlo, Simone Valiante, e il pm dell’antimafia Vincenzo Montemurro . Fa piacere leggere che l’incontro si è concretizzato in “ una discussione serena e costruttiva” e in “ un confronto a vicenda”.

Un’espressione linguistica così rasserenante a commento di un’interlocuzione riguardante “ il ritrovamento di tessere originali, ma in bianco, del PD trovate nella disponibilità di un imprenditore di Nocera Inferiore “ sembra buttare acqua sul fuoco di una vicenda che non nobilita le intenzioni di un Partito democratico abilitato, secondo l’introduzione della mozione Cuperlo, candidato alla segreteria, a “guidare la riscossa civile, economica e morale del Paese”.

Allergico come mi percepisco sia alle dinamiche interne all’area berlusconiana sia alla faida tra i Renzi, i Cuperlo, i Civati e i Pittella la lettura del comunicato Ansa e del cognome Valiante ha attivato i miei senili meccanismi cognitivi che mi hanno ricondotto addietro non di un secolo ma di alcuni anni fa quando in giro e, quindi, anche nel salernitano, si sentiva parlare di ‘Margherita’, un’aggregazione partitica che, richiamandosi in particolare alla famiglia floreale delle Composite, consentiva di non allontanare dalla mente l’antico ‘ biancofiore’ democristiano.

Un semplice approfondimento su di un comune dizionario, mi ha dato consapevolezza, purtroppo, di essere in errore.

Infatti il vocabolo ‘biancofiore’, coniato nel 1951, si ricollega anche alla Democrazia Cristiana ma per il solo fatto che veniva richiamato nel testo dell’inno del suddetto disciolto partito. Esso, infatti, non ha nulla a che vedere con la floricultura.

Invece corrisponde più esattamente ad un antico ballo che si eseguiva a coppie.

Nell’ortodosso rispetto della genesi del vocabolo il duo Valiante, transitando per la ‘Margherita’, approdò al Partito Democratico e ritenne giusto e pertinente aderire al gruppo di Fioroni, esponente moderato di ispirazione cristiano – cattolica, sognatore dichiarato di un grande centro e definito comunemente nell’ambiente scolastico lo ‘ sfasciacarrozze’.

Ora i Valiante padre e figlio, confermando la loro fedeltà all’ex ministro dell’istruzione, si trovano temporaneamente inquadrati a sostegno della linea Cuperlo che risulta essere la più prossima all’antica coppia D’Alema – Bersani.

Gli altri margheritini salernitani, in particolare Iannuzzi ed Andria, si sono collocati, per processi aggregativi diversi, lungo il filone di Renzi. Sulla medesima posizione, almeno considerando la sua presenza all’incontro della settimana scorsa al Grande Hotel Salerno, anche l’ex vice- presidente del senato Michele Pinto. Insomma, staccatisi come i petali ad uno ad uno o tutt’al più a coppia dall’appassita Margherita, i personaggi che esprimevano, nell’epoca delle grandi narrazioni, idee e principi prossimi alla visione cristiana della vita e della società ora si ritrovano assemblati chi a sostegno di De Luca, ortodosso cultore un tempo del messaggio marxista-leninista, e chi a supporto dei suoi compagni di merenda D’Alema e Bersani. Quale il connettivo di fondo ?

Il generoso e buon Papa Francesco, citato frequentemente dal nostro sindaco, da D’Alema e dalla mozione Cuperlo che, a pagina sei, ci sollecita “ a raccogliere e fare nostro l’appello di Papa Francesco per vincere la globalizzazione dell’indifferenza”.

Mala tempore currunt.

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